:: Karoline Knabberchen: Georges Rouault per L’Erbario Cristologico Minimo - 6




Karoline Knabberchen

GEORGES ROUAULT PER L'ERBARIO CRISTOLOGICO MINIMO

6



 

Il pittore da accostare assieme ai fiori all’Erbario Cristologico Minimo non può che essere per me Georges Rouault. So che Fabio mi adatta ai dipinti impressionisti per la luce ai dipinti decadenti per la malinconia elvetica, però, mentre scrivo questi frammenti di teologia necessito ci sia Rouault: pittore che ha dato il volto umano, adatto, ma che scrivo, necessario a Cristo. Che nei dipinti esprime la fondante teologia del Dio uomo nato tra le miserie del mondo in esso morto sulla Croce e risorto per salvarci tutti oltre la morte.

Se il volto è quanto di più umano c’è nella figura il volto di Cristo che Rouault dipinge mantiene la sua bellezza somma di ogni volto sulla terra nel tempo assieme al dolore allo sgomento di chi va alla Croce. Unica differenza che il pittore esprime è che nei volti di uomini e donne traspare l’offuscamento portato dal peccato mentre in quello del Figlio di Dio per quanto ferito dolente angosciato come nel Getsemani mai il peccato lo segna.

Questa l’impresa di Rouault che critici d’arte non rilevano ma che questa umile balbettante teologa manualistica scopre. Sul volto di Cristo dipinto innumerevoli volte da questo pittore belga può fondarsi il Teismo per riconoscere a specchio nei lineamenti divini il proprio Dio personale e quello oggettivo che salva l’uomo dalle tenebre.

Cristo nei quadri di Rouault esprime col volto la Claritas.

Attorno a questi occhi orecchie capelli bocca collo ci stanno le turpitudini malvage del mondo. Se queste labbra parlano al creato nel mutismo imposto dai chiodi allora è possibile la Grazia.

Il Gesù di Rouault non è quello glorioso redento bensì quello piagato che dona parti del suo viso ai visi di ciascuno. Specchiarci in Cristo volto la teologia di base.

Da inizio secolo fino a metà degli anni dieci il pittore con figure segnate da linee nere aggrovigliate nel tenebroso dell’intorbidimento della fatica dipinge l’attraversamento verso toni meno cupi più speranzosi dell’uomo in cerca del lucente Crocifisso. La pietà irrompe se non proprio la gioia nei corpi raffigurati. La fiducia vince la morsa dell’indifferenza della rassegnazione. Anche pagliacci prostitute sofferenti umili di ogni specie possono salvarsi se confidano nel volto di Dio accettando il loro. Raffiguro in me tanti dipinti come una Via Crucis dove uomini e donne seguono il martirizzato che li salva. Senza ostilità bensì fidenti nel volto di Gesù che va al Golgota.
 

 


L'Abbé Morel che fu vicino al Rouault pittore e credente capì da subito il percorso sacrale che l’amico dispiegava tela dopo tela. La sua visione. Che faccio mia. E la Veronica che dipinse tiene negli occhi tutti i fiori che ho annusato visto coltivato sognato.