:: Accio e Cardellino: Il Povero Pescatore di Puvis de Chavannes nella versione di Seurat ovvero come dedicarsi al mito



Puvis de Chavannes: Il povero pescatore, 1881.




Accio e Cardellino

IL POVERO PESCATORE DI PUVIS DE CHAVANNES NELLA VERSIONE DI SEURAT.
OVVERO COME DEDICARSI AL MITO.






Seurat: Omaggio a Pierre Puvis de Chavannes (1881-1882)



 

                                                 
                                                        Accio: Sara Cardellino ascolta Gaspard de la Nuit di Ravel
                                                                           (Venerdì 13 novembre 2020)


 

-Accio che stai combinando oltre che mostrarmi nei nudi miei di undici e dieci anni fa sull’Olandese Volante con rifrazione sul social? Ti sovvien qualche opra più meritevole in materia d’arte? Oggi ho ascoltato tutto il giorno Ravel nelle composizioni per pianoforte. Non riesco più a suonare da sola chiusa in casa.

-Son stato con Seurat a cercare nelle soffitte del cascinale un catalogo sulle sue prime opere. Il rapporto con Puvis de Chavannes. Che lui considerò un maestro. Da lì qualche riflessione su come trattare il mito. Eran più moderni il decadente Puvis de Chavannes e il puntinista Seurat di tanti esaltati per la mitologia greca in circolazione.

- Perché? Mi sembra che a volte come hai fatto per Degas tu forzi la mano ai pittori. Spero non appaia con il vestito da indossare nel vento e il seno nudo anche con Seurat?

- Oddio... ora che mi dai l’abbrivio una foto tua ci sarebbe... ma lascimi dir ‘osa t’ò trovato a rivedé Il Povero pescatore” di Puvis de Chavanne re-inventato da Seurat.

- A te piacciono i dittici... vero?

- Sì. Ma questo m’à suggerito la forza del rapporto tra maestri della pittura di diverse generazioni e insegnamenti nell’affrontare il mito.

-Dai... Accio... i risultati dell’indagine.

- Il Povero pescatore di Puvis de Chavanne è un perfetto dipinto decadente con valenza religiosa. Evangelica. Ma c’è pure un’Arcadia senza tempo. Ciò è giàmeritorio. La re-invenzione di Seurat, lo stesso anno, la trovo coinvolgente per tre motivi. Primo l’affetto verso il maestro che l’aveva accolto lui giovane nel suo atelier in maniera confidenziale. Seurat firma il piccolo dipinto PUVISSE. Probabile rimandi a PUVIS + SE(urat). Molto carina questa invenzione. Delicata. Poi la realizzazione. Seurat questo olio su tavola lo realizza velocemente con pennellate incrociate e a virgola. Seurat scherza con l’arte simbolista. Seurat rinuncia al “miserabilismo” presente nel dipinto di Puvis e tratta il mito già in maniera moderna. Come accadrà in una “Baignade ad Asnière”. Dove le figure se rimandano a qualche mitologia lo fanno a quella delle periferie dove il verde, la Natura, deve vedersela con le ciminiere. Poeti e poetesse dediti alla mitologia, nel 2020, che scrivono di eroi omerici con una Grecia dove sono espunte le tangenziali e gli inceneritori sono più indietro di Seurat e Puvis de Chavannes. Per fare poesia e letteratura spesso i consigli come agire si trovano nella pittura o nella fotografia. Non so se mi spiego Sara.

-Beh... appena sorbito il tè coi ricciarelli che mi hai spedito “pisanissimi”, anche se a me risultano inventati a Siena, ti racconto come Ravel usa l’antichità i miti e le forme sonore connesse. Ciao manzo stagionato!