:: Sara Cardellino: Mottetti di Guillaume de Machot per Karoline Knabberchen. 36° della morte il 20 agosto 1984. Erbario Cristologico Minimo.



Fabio Nardi: Karoline Knabberchen campagnola - 1979




Sara Cardellino

CANZONI E MOTTETTI DI GUILLAUME DE MACHOT PER KAROLINE KNABBERCHEN 

36° DELLA MORTE IL 20 AGOSTO 1984

ERBARIO CRISTOLOGICO MINIMO

1979








 

Mottetti tutti intrecciati al tema dell’Amore di Guillaume de Machaut sono quanto di più adatto per ricordare nel trentaseiesimo della morte, il 20 agosto 1984 alle Lofoten, Karoline Knabberchen. L’Amore in Karoline Knabberchen, che scriveva di filosofia e teologia, stando a quanto ho letto di lei qui nel cascinale vecchianese, nel quaderno da me ritrovato titolato “ Erbario Minimo Cristologico”, riuniva in lei perfettamente anima e corpo, realizzando quanto Tommaso d’Aquino auspica nella “Somma contro i gentili”, che tanto mi colpi ai tempi del liceo classico per come superava la dicotomia lasciata irrisolta dai greci, e pertanto un musicista come De Machaut che tra i tanti che scrivevano nel ‘300 celebranti l’amore è l’unico che compie l’operazione musicale usando il mottetto.

Sceglie il mottetto perché gli consente riflessione intellettuale e slancio misticheggiante. Trovo analogie con il procedere in scrittura di Karoline Knabberchen.

Guillaume de Machaut quando compone procede scegliendo un soggetto letterario (KK sceglie un soggetto filosofico); cerca un melisma nel canto gregoriano o il tema di una canzone profana adatti ad esprimere quanto pensa sull’amore (KK similmente sceglie un tema che coinvolge corpo e anima nel suo rapporto con il divino con il fidanzato Fabio Nardi); questo melisma o tema ritmato in valori lunghi (KK usa spesso la prosa poetico filosofica) era destinato al Tenor, la voce fondamentale, l’ossatura del mottetto: una sorta di verbo biblico (in KK i riferimenti alla Bibbia ad Anselmo d'Aosta a Kierkegaard e Schelling); componendo le voci superiori, motetus e triplum, Machaut fa in modo che interagiscano, argomentino e anche contraddicano la tesi del Tenor (KK opera per contrasti pur’ella scrivendo, metodo dialettico imparato da Kierkegaard), ciascuna con parole differenti che possono anche pescare in testi di origine anteriore e con melodie molto differenziate che procedono in contrappunto (c’è contrappunto nei dialoghi tra KK e Nardi, dove al sublime viene contrapposto il prosaico, al tragico a volte lo scherzoso, che caratterizzano l’AMORE sensi corpo anima in un tutt’Uno. E, lo ricordo, intenerita ciò accade anche tra me Cardellino e Accio. In ciò il legame con la coppia che dal 1979 al 1984 vive assieme e noi. Come reali soggetti come personaggi. Fondamentale per me accennarne in questo 36° anniversario).

Guillaume de Machaut consegna una basilare dissertazione poetico musicale, Karoline Knabberchen ci affida una poetico-letteraria dissertazione amorosa di filosofia e teologia in frammenti. Sia il musicista trecentesco che la tragica eroina engadinese, l’Angelo svizzero, morta a venticinque anni per suicidio nell’isola isola Austvågøyle alle Lofoten, lasciano una febbre scritta-sonora, il sonoro nel diario di KK sono le fotografie scomparse di Fabio Nardi; e questo insieme - da me riunito tra musicista del trecento e giovane ventenne nel 1979 - che tiene titolo nell’incipit Mercy ou Mort, Grazia o Mort, è vicenda canora e scritta rivelata nell’Amore che dura per sempre che non si consuma acceso com’è dal divino.

Io amo questa donna. Capitale per me aver ricevuto il dono da Accio di poterne conoscere leggere custodire le vicende.