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PASSEGGIATA KIERKEGAARD

:: Claudio Di Scalzo: Parole in ombra e luce dalle carceri italiane nella testimonianza per Pianosa di Carmelo Mosumeci-Erri De Luca: Fuga dallo assassino dei sogni. La Multinazionale KME estrazione del rame in Garfagnana. Ovvero due esempi di critica della condizione italiana reale fine novecento e oggi. E proposta di CA.I.N su come raccontare le carceri della vergogna. Con ricordo di Antonio Tabucchi che scrive su India e caso Sofri/Marino. Poetia peggio della Bulimia.
24 Luglio 2017



PENSALIBERO-CARCERI DELLA VERGOGNA

CARTE SENSIBILI

AGORAVOX

DOCUMENTO INDIRIZZATO A GUARINIELLO SULLE CARCERI CON NOMI CARCERATI E DIRETTORI E TESTIMONIANZE




CLAUDIO DI SCALZO

PAROLE IN OMBRA E LUCE DALLE CARCERI ITALIANE
NELLA TESTIMONIANZA PER PIANOSA DI MOSUMECI/ERRI DE LUCA
PROPOSTA CA.I.N. PER RACCONTARE IL CARCERE IERI E OGGI
E MULTINAZIONALE KME DEL RAME IN GARFAGNANA IN RIVELATA LUCE
 OLTRE L'OMBRA DELL'IDEOLOGIA OCCULTANTE.

RICORDO DI ANTONIO TABUCCHI SULL'INDIA
E SUL CASO SOFRI/MARINO.
POETIA PEGGIO DELLA BULIMIA

 

Esiste il web, esistono siti di poesia e cultura e arti, spazi Facebook, dove ogni giorno critici letterari e poeti e artisti e aspiranti teorici impilano commenti interpretazioni testi e così via - e questa è la malattia della Poetìa peggio della Bulimia e della Ludopatia -  che vanno verso il nulla buco nero telematico. E POI c’è la Realtà, concreta, dura, con i suoi fatti e memorie e documenti e anche libri ricavati da eventi metti di fine novecento e di oggi duemila.

Porto la mia testimonianza su questa dialettica. Rivelante come la PAROLA può tornare in luce dall’ombra in cui finisce. Dal buio in cui è occultata dall'ideologia dominante. E questo movimento virtuoso può essere affidato non a poeti non a intellettuali non a colti cultori della riflessione teorica e filosofica da web, e cioè tradotto: o fumosi dilettanti o astute figure che vogliono apparire quanto non sono e mai saranno: cioè poeti e teorici credibili-leggibili, bensì!, questa prassi può essere rivelata da uomini semplici, ex detenuti operai proletari testimonianze di familiari, e da rarissimi scrittori e poeti come Erri De Luca. Ne ricordo due esempi uno sui carceri speciali per politici e l’altro sulla multinazionale dell’estrazione del rame SMI-KME attiva in Garfagnana-Lucchesia.

Quanto scrivo attiene alla “critica della cultura” con piglio pamplettistico e venature umoristiche. È sempre stata l’arma della controinformazione, dai tempi dell’Illuminismo e della nascita del movimento operaio comunista-anarchico-socialista. In sostanza scelgo il punto di vista delle classi oppresse e sfruttate. Il punto di vista, non personale o riferito alla mia attività di scrittura o ad amici consimili in cultura, ma ontologico della classe proletaria che pure esiste ancora, anzi si è dilatata, nelle sue nuove figure di sfruttati ed espropriati. In sintesi se scrivo di carceri sposo il punto di vista del detenuto se in fabbrica o in ufficio quello dell’operaio e dell’impiegato, se riferito a popoli extraeuropei quello degli sfruttati in questi luoghi. Non la butto sul romanticismo zuccheroso da operetta: mare azzurro e spiagge mitologiche se riferite a carceri speciali in isole o foreste impenetrabili dove s’annidano sacerdoti e bramini custodenti la parola da rivelare,... tutte stronzate queste per acchiapare beoti in cerca di sublime posticcio esatto equivalente del Kitch e Trasch usato dal popolo web che non si dice culturale. Questa “cultura d’opposizione” è figlia del pensiero greco, che teorizzò la polis e l’assemblea e forme politiche popolari fino al movimento operaio e cristiano con il Vangelo per gli ultimi. Quindi non opero alcun sincretismo culturale mitologico o religioso per stare in alto nell’ideologia alienante e mistificante tanto diffusa. In ciò mi ritorna in mente un episodio raccontatomi da Antonio Tabucchi nel suo viaggio indiano da cui ricavò Notturno Indiano. La mia guida europea, mi raccontò lo scrittore, molto colta e collaboratore di vari centri di studi para-universitari e locali, mi consigliò che in India era meglio “non guardare ma essere guardati sennò non ce la fai a star qui. Interessati delle loro religioni, miti, parole poetiche, e lascia stare la lebbra e gli sfruttamenti bestiali a cui sono sottoposti". Insomma consigliava a Tabucchi di fare il Kipling, pipa in bocca, quaderno di appunti, donne e uomini che passano e guardano l’occidentale colto che studia e scrive sui loro miti e antichità e che va ringraziato, poi foto e album. Oggi tipetti simili stanno on line sui loro siti con spropositate biografie, ai tempi di Tabucchi cercavano piccoli editori e collaborazioni per campare. Perché poi erano gli scrittori di talento come Tabucchi a rivelare come funzionava l’inferno assurdo indiano. Oggi abbiamo o poeti on line nel blogghettino "coltissimo" o gente alla Rampini in Mondadori. Ed è deprimente questo panorama e soprattutto inutile leggerli ambedue.

Sull’Olandese Volante non c’è mai stata tanta politica o lotta economica, era un romanzo transmoderno con amore e avventure picaresche o sublimi di vari personaggi, però dietro la mia scrittura, c’era questo punto di vista di classe e ontologico. Iniziai a sedici anni e a 64 ancora lo uso. Anche oggi in questo luglio in prossimità della scomparsa dell’Olandese volante veliero dalla Rete anche come link. (i testi 99 per cento non ci sono più)

Preferisco ex detenuti politici che vissero il dramma della lotta poltica e pagarano salato il conto! e dialogare con operai contadini disoccupati salariati al tempo degli stipendi flessibili come i corpi usati e gettati. Ad ognuno il suo ruolo! Sono diverso dagli intellettuali da web. Che hanno alta responsabilità nell'occultamento delle reali condizioni di vita delle persone e delle classi. Scrivono maniacalmente soltano della loro poesia e arte ognidì, che io, fra l’altro considero inconsistente, anche se pompata, e non soltanto perché ideologicamente reazionari nel pensiero, seppure camuffati di sinistra perché citano Gramsci o il poeta d'opposizione, ma proprio perché sono negati nell'estetica e ignorare i dati reali di alienazione e sfruttamento li rende ancora più mediocri. Operano letterarietà non letteratura. Si prendono maledettamente sul serio. Noiosissimi. E difatti nessuno a parte i soliti sparuti abitanti-commentatori-seriali dei blog-setta se li fila. Temo che anche le loro biografie non appaiano così esemplari come loro ritengono ai navigatori-lettori. Oggi sul web salta fuori sempre il dato biografico nascoto i lavori svolti non proprio culturali o poetici. Dati reali insomma. Dirigere un carcere ad esempio o una fabbrica non è come star detenuto o alla catena di montaggio. Subire la tecnologia di avanzatissime multinazionali nel lavoro operaio non è come celebrare le stesse tecnologie con finissimi saggi elevati al cubo nei richiami mitologico-religiosi. Forse è anche per questo che nessuna loro idea e proposta estetica trova dibattito e ascolto per quanto ognidì santificata e sparsa come riso sulle teste dei devoti sposati alla teoria sacaramentale inanellata! Né alcun editore degno di questo nome li stampa. Sottobosco perenne, come i boschi della Garfagnana e quelli stenti delle isole dove edificarono carceri speciali. La cultura italiana da "estremistica" è diventata "riformista-liberal" ma a tutto c'è un limite! E quanto successo nelle carceri italiane verso i detenuti politici tra chi opera nei segni scritti o dipinti c'è un comune sdegno; e su come operano le multinazionali da Atene a Barga, la cultura cattolica e socialista italiana, ha sempre espresso condanna. Chi celebra tali rapporti vien preso per quello che è: uno stipendiato del Capitale santificante il Profitto. Punto! Se poi tale gente vuol rinnovare la poesia e l'estetica italiana è chiaro che appaiono non credibili. Si può sputtanare il Montale post "Bufera e Altro" un giorno si e uno no!, però Montale fu uno dei pochi che rifiutò tessera e lavoro e onori letterari  e pubblicazioni  e titoli e premi dal fascismo facendo la fame, tra tutti i poeti e intellettuali italiani una decina, di allora. Ho l'impressione che i tanti poeti imbufaliti contro la poesia ironica del ligure per un premietto, una pubblicazioncina, una antologizzazione, una citazione, un trafiletto on line, si metterebbero qualsiasi distintivo: parola idioletto poeta perfetto

Ho svolto attività politica dal 1968, avevo sedici anni, fino al 1976 data di scioglimento di Lotta Continua. Poi senza pentirmi ho cessato ogni impegno attivo. Tanti miei amici di Lotta Continua  hanno continuato a fare politica nei partiti della sinistra tradizionale PCI e PSI e poi Forza Italia e PD nei giornali nei media nella televisione. In tanti hanno raggiunto posizioni di prestigio e potere. In contraddizione evidente con quanto scrivevano e avevano vissuto. Ricordo Guelfo Guelfi ora nel Consiglio di Amministrazione RAI per conto di Renzi PD. Potentissimo organizzatore di eventi culturali artistici a Firenze e Toscana.

Accio quando vuoi fare una mostra pubblicare un libro una raccolta poetica, hai presente l'editore Giunti?, vieni a trovarmi. Non ci sono mai andato.

Questi ex di Lotta Continua li ho incontrati, tanti, ai tempi del Processo Sofri-Calabresi. Anni novanta. Quando Tabucchi scriveva nella sua importante raccolta “L’Angelo Nero” e in essa un racconto intenso dedicato a Sofri al pentito Marino alle strategie giudiziarie e politiche allora in atto. A come funzionava il carcere, le leggi speciali, le seduzioni del potere. ECCO CHI E' UNO SCRITTORE E UN ARTISTA! Uno che sa scrivere e rischiare stampandolo e divulgandolo: "Il battere d'ali di una farfalla a New York può provocare un tifone a Pechino?

Altri ex di Lotta Continua, che non hanno fatto carriera, ma vissuto come operai insegnanti impiegati, attivisti sindacali, ecc li incontro se vado a Pisa in Corso Italia e Borgo Stretto. Anche ex detenuti politici. Che pagato il conto con la giustizia, non avendo ucciso nessuno, sono da anni liberi e in pensione.

Da loro ho avuto suggerimento del bellissimo libro di testimonianza scritto da Carmelo Mosumeci e prefato da Erri De Luca: Fuga dall'assassino dei sogni. E conversando ho scoperto come loro e molti aderenti alla sinistra pisana sanno cosa succedeva ad esempio a Pianosa e in altri carceri italiani. E me ne hanno parlato con nomi e cognomi e protagonisti che io ho scoperto per la prima volta. Detenuti, direttori di carceri, medici, addetti alla sorveglianza, e come vivevano i detenuti politici e comuni e le violenze che nascevano e che si sviluppavano. Mi hanno anche consigliato di leggere on line un esposto recente come il testo in PDF con tanti nomi e testimonianze. Basta fare una ricerca e ci sono tante sorprese e documenti terribili. La verità della Parola che ece dall'Ombra.

I silenziati i torturati la loro parola diventa un “luminoso pertugio” per capire una parte di storia italiana rimasta nascosta.

Penso che chi testimonia somiglia, come nel libro Mosumeci-De Luca, al sasso gettato nello stagno. I cerchi si allargano e possono portare a frammenti, frammenti da riunire, sulla condizione ontologica dell’essere sfruttato e perseguitato nel mondo transmoderno. Si potrebbe definire IL VERBO della realtà.

Verbo della realtà che le testimonianze raccontano come alcuni esponenti del personale carcerario italiano avevano imparato il mestiere nella Grecia fascista del Colonnelli. Il Fascismo Eterno all'opera. Sarebbe interessante pubblicare un’antologia di poeti greci e italiani su come vissero e scrissero sulle carceri.

Mentre tanta poesia on line si affida alla solita paccottiglia iper-idealistica-mitologica, operando insensati sincretismi da miti e religioni varie (con poemi e poesie illeggibili senza la Treccani-filosofia-storia delle religioni scambiando poesia per manualistica! che poi così operando tradiscono il vero messaggio del mito e del sacro, sia detto! che tende al semplice alla parabola ai versi scabri), sorta di fascio-orfismo-reazionario, che camuffa il reale con voli pindarici dell’ideal-poetico, poi però i fratturati e torturati nelle carceri rimasero nel loro sangue e nelle loro ferite mi sembra, mentre compito della poesia delle arti dell’estetica e della filosofia è, anche, rivelare l’inferno delle costrizioni del potere che uccide e deturpa sia politico che carcerario che economico. Basta leggere un qualsiasi libro di Foucault o Deleuze o del tanto celebrato Lacan. L’inconscio di chi sta dalla parte del Potere è un linguaggio schiavistico imposto a se stessi, la coazione a ripetere atti di dominazione spesso culturali, e verso gli altri in gerarchia. Ecco che la mia abilitazione in insegnamento della filosofia serve a qualcosa. Manualistica semplice “luminoso pertugio” per chi vuole intendere il Vero.

Pertugio che potrebbe diventare anche più luminoso se on line e poi a stampa, si formasse una vera e propria Redazione, metti CA.I.NCARCERE INLUCE, dove vittime e anche esponenti della gerarchia carceraria, anche i direttori, potrebbero portare le loro memorie. L’Olandese Volante chiude ma lascio qui la proposta a chi volesse attuarla.
 

Ed anche il vero, il reale, stavolta economico, l’ho scoperto andando a trovare a Barga il mio amico Carlo da Prato. Ho accennato a dei barghigiani a degli abitanti la Garfagnana, alcuni esponenti dell’ex PCI e del sindacato CGLI, alla multinazionale dell’estrazione del rame SMI-KME, e le loro risposte sono state ferocemente realistiche, ne trascrivo una che mi sono appuntato su di un bloc notes.

“Tu non poi sapé quanto gente ci ha fatiato con stipendi di poo conto ad estarre il rame. Poi licenziamenti. Ora deloazioni in paesi dove c’è più schiavismo. Come in India. E gente alla fame. Io ci ho lavorato tanti anni e mi vedi come son ridotto. Poi per contentino ci davano una rivista culturale "” SMI Review Art & Technologyper farci capire come tenevano alla tennologia e all’arte e alla poesia. Una presa per il 'ulo a noi sfruttati. La sfogliavo un ci si 'apiva niente e tutti quei pavoni a far la ruota della loro 'ultura. Ben pagati. E gl'intellettuali a stipendio grasso la buttan sempre in alto con le loro parole luccianti e di noi in basso a bestemmia contro i padroni non si sognan nemmno di riordacci perderebbero paga e prestigio. Io con gente osì no ci prenderei nemmno un 'affè e operaio e comunista son contento di non somiglianni nemmeno in un’unghia. A chi mi misurava i tempi lavorativi e mi dava 'inque minuti per piscià e otto per caare posso dì che è stata dura a sopportallo. Ma oggi chi voi legga i documenti CGLI o venga ad informassi da oeprai in pensione che cianno memoria dei tempi lontani. Ti saluto e quando in autunno trovo funghi porcini t’invito a pranzo è sempre un piacé rivedetti. Anche te come me non hai niente da vergognatti dalla tu' vita. Arrivederci 'ompagno Accio di Vecchiano!
 

FINE


 


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