:: Claudio Di Scalzo detto Accio: Dove giungo io per amore... a Sara Cardellino a Karoline Knabberchen


Sara Cardellino - cds




Claudio Di Scalzo detto Accio
DOVE GIUNGO IO PER AMORE...
A SARA CARDELLINO A KAROLINE KNABBERCHEN






Karoline Knabberchen (1959-1984) - Fabio Nardi



 

Per l’8 Marzo 2024 la mimosa dell’oggi dello ieri: calore-colore solare sta nel giardino del cascinale: bella quest’anno come non mai.

Nel 2011, prima di separarci nel novembre, ti dissi in maniera sfrontata - con fierezza non meditata - “dove giungo per amore verso te, Sara, nessuno può giungere!”. L’affermai per quello che avevo vissuto in impeto e passione e per quanto avevo scritto disegnato fotografato fino a ricavarne un “Canzoniere”, già allora vasto. Poi avresti saputo che l’ho proseguito nei 5 anni e 5 mesi separati, prima del tuo ritorno il 9 aprile, Festa delle Palme, 2017.

Tu chinasti il capo, accennasti un sorriso, non mi rispondesti.

A lungo ho pensato a quel tuo sorriso enigmatico al tuo silenzio.

Nell’aprile 2017, nella Pasqua, nei mesi seguenti, seppi la verità: capii il disegno delle tue labbra.

Nessuno può giungere per amore dove arrivo io per te, ma tu Sara, c’eri giunta prima di me e m’aspettavi.

Questo seppi e so per ogni 8 marzo che ancora assieme abbiamo vissuto e per quelli, se Dio vorrà, che ancora vivremo.

Ma devo aggiungere qualcosa. Che tu capirai come nessuna altra donna al mondo può fare per l’uomo che ama.

Quando ti venni incontro per abbracciarti, e ti tenevo stretta, in me, come se mi sdoppiassi, in quel punto estremo ov’ero giunto, Fabio Nardi mi superò, si volto a guardarci, e corse e corse e corse verso Karoline Knabberchen come se potesse stringerla. Ma non poté abbracciarla, perché era morta. Era troppo lontana nell’universo. L’avrebbe stretta a sé ancora soltanto con la sua morte. Sapendo che lei l’aspettava dal 20 agosto 1984. Ed erano passati trentadue anni. Anche lei dove poteva giungere per amore nessun altra donna poteva farlo per Fabio Nardi. Né da viva né nella vita eterna.

Quando saremo riuniti, se vale la teologia cristiana, saremo felici eternamente tutti e quattro. Anzi tutti e tre. Io non sarò più scisso, spero. E chissà che non avvenga un’altra osmosi: tra te Sara e Karoline. Staremo a vedere. In ciò saremo nelle mani di Dio anche dall’altra parte.

Intanto questa mimosa, che ti porgo, scaldi come sole che non cala, sia te Sara, sia Karoline.

Più di così, da dirti e scrivere, non so fare.