:: Accio: Sara Capei Corti mano ferita celeste nel dialogo cura. Capitolo 12



"Sara Capei Corti Celeste Mito-Foto con ferita e benda. I
 Autoscatto, aprile 2012





 

Accio

SARA CAPEI CORTI MANO FERITA CELESTE NEL DIALOGO CURA.

CAPITOLO 12





(22 aprile 2012) - Dopo il Dittico della “Mano ferita nel Mito” speditomi da Sara Capei corti, ella, mi raggiunge con la fotografia ov’è bendata alla mano destra da lei virata nel celeste: “Quella con cui scrivevo, e ciò non sarebbe danno, ma senza essa non posso suonare il flauto traverso”.

Quanto ha letto accanto alle sue fotografie con bende ai polsi mano l’ha certamente molto coinvolta. Se sente la necessità di un seguito l’accontento e… ancora mi tormento!

Il Dialogo riguarda in letteratura lo scambio tra due personaggi. Io e Sara lo siamo stati lo siamo. E in fotografia con modella volto-mano rimodellata? Ricorro alla filosofia.

Platone, il fondatore, con il Dialogo che innesca la dialettica si può giungere alla Verità!

Ci riusciremo io e te Sara Capei Corti? Conoscere la verità sul nostro legame separazione lontananza che qualche fotografia accorcia momentaneamente? Verità soprattutto su questo presente di te ferita? Con qualcosa di tagliente: alla mano… o addirittura ai polsi!

Non lo so. Non lo credo possibile. Ma se l’episodico DIALOGO continuasse, forse, stante la “Filosofia del Dialogo”, seppure con foto-filosofia-Diario, coltivata da Rosenzweig Buber Marcel, qualche speranza che esso, essa, possa in questa relazione, minimale, essere non solo individui personaggi, tu in autoscatto io rimodellando, bensì persone. Amanti che ancora sono tenuamente legati. Considerando pure, che secondo questa filosofi, la coscienza non esiste anteriormente al Dialogo. Quindi rischieremmo, non dialogando, di non avere coscienza. Di non conoscere alcuna verità.

Laforgue se la caverebbe, col suo Hartman e Schopenhauer, con un, rima, trallallero trallalà, ma noi con la nostra, anche contorta, religiosità non possiamo seguirli in questo ghigno.