:: Accio: Sara Capei Corti Mito-Foto con ferita e benda e nudo. I, II, III. Capitolo 11


 "Sara Capei Corti Mito-Foto con ferita e benda. I - Autoscatto, aprile 2012





Accio

SARA CAPEI CORTI MITO-FOTO 
CON FERITA E BENDA

CAPITOLO 11





 "Sara Capei Corti Mito-Foto con ferita e benda. II
Autoscatto, aprile 2012




(20 aprile 2012) - Ricevo tre fotografie, una in b/n e due con colore, in autoscatto, da Sara Capei Corti. Le titola “Sara con mano ferita I,II,III”.

Brivido. Mano ferita? Dove? Al palmo? S’è scottata o tagliata col vetro rotto con qualche utensile acuminato! Tagliata? Ferita ai polsi?

Leggo sul retro della prima fotografia in B/N:

“Non preoccuparti, è tutto passato, non mi rispondere, non voglio scrivere di più né di più mostrarti. Ti basti il nero del viso spaventato accosto alla fasciatura; ti rassereni l’accennato sorriso delle colorate labbra nella seconda foto; ti attragga la salute del mio nudo ironicamente allo specchio”

Ripasso, in apprensione, il manuale filosofico sul Mito, nella mia testa scossa, l’applico al Trittico. Non ti rispondo formulo, ma questo mi dico guardando le bende, il volto che hai reso scuro e le labbra rosse, scegli di rivelare il labbro inferiore carnoso, stanno sopra vistosa benda sul palmo sui polsi!

Mito in greco antico significa parola, discorso. Dopo Platone - che il Mito tradusse dialogo-racconto, e cosa mi racconta il polso e palmo fasciato Sara? - filosoficamente diviene discorso che non richiede dimostrazione. Anche la benda che ti fascia polso e mano posato sul volto scurito, e quella incrociata sul petto, e quella bendata posata sui seni, non necessita di argomentazioni razionali. Ciò mi suggerisci! Riesco a capire tutto di te, Sara, come nessuno può farlo al mio posto.

 


 "Sara Capei Corti Mito-Foto con ferita e benda. III
Autoscatto allo specchio, aprile 2012


 

Sotto la benda, quale che sia la ferita, se casuale o se te la sei inferta, valga quando scrissero i Padri della Chiesa: il Mito è trasposizione fantastica di un fatto reale; e sotto l’allegoria scrissero i neoplatonici s’agita la profonda verità. Può succedere anche nel Trittico con te ferita e fasciata.

Che evoluzione può avere quest’immagine di te, questa parola muta che tento di decifrare, il segreto sotteso?
Wilhelm Wundt filosofo e psicologo mi può aiutare. Riteneva il Mito prodotto dell’Immaginazione e dell’Emozione, illusoriamente trasformato in qualcosa di oggettivo.

Ciò vale, la psicologica filosofia di Wundt, oggi 20 aprile, per me che interpreto le tre foto col Mito scosso dall’emozione immaginando un gesto tuo estremo - e ti prego, Sara, di ricordare che pensarlo sconvolge pure Fabio Nardi che perse Karoline Knabberchen - e te stessa che così mi riveli lo stato d’ansia che vivi la psicologia nascosta confermata dal bianco e nero dal colore rosso sangue vermiglio delle labbra dal nudo con benda sgocciante che cela i seni.

Per fortuna le labbra, sì, accennano un sorriso o almeno quiete. Confido sia vero ch’è tutto passato!

Allargando al Mito anche noi due siamo soltanto nel passato? Non rispetto quanto mi chiedi. Ti rispondo. Bacio cosa c’è sotto la fasciatura. Appena lanciata la e-mail, però, torno Accio Heathcliff e per me torni tutta bianca, fantasma d’amore... che tormenta bussando allo schermo del pc invece che ad una finestra a Wuthering Heights!