:: Claudio Di Scalzo: Silvae Lo cartesiana nelle curve da un matrimonio 1. 1992


Curve da un matrimonio - Silvae Lo my wife - 1992


NOTA

(Anche Silvae Lo come KK la Stein e poi Cardellino, ricca, benestante, il che mi ha consentito, a me comunista proletario,
vita agiata e la conferma che garbo a donne della classe sociale che politicamente miravo a distruggere;
irrisolta contraddizione che però non mi ha angosciato anzi rallegrato; avendo verso loro infinita gratitudine)



 

Claudio Di Scalzo

SILVAE LO CARTESIANA NELLE CURVE DA UN MATRIMONIO 1

1992




Silvae Lo - Foto cds



 

Silvae Lo (1963) conosciuta ad inzio anni novanta è l’esatto opposto, antipodi?, d’ogni altra figura femminile, tra le Dieci in petrarchista vista, da me amate. Perché, valtellinese, dentro la cultura alpina più cosmopolita e locale, maestra combattiva contro ogni pedagogia reazionaria, (Oh il suo Pestalozzi!), che si attiene, bascullando senza sceglier guida assoluta dai razionalisti agli empiristi: da Cartesio a Locke a Hume all’Illuminismo inglese-francese-italiano a Kant. Del marxismo, e prima loda nel suo ateismo Feuerbach, sceglie il kantiano Austromarxismo. Niente di più lontano dalla mia formazione nel Romanticismo d’ogni angolo estetico-filosofico calato marxismo occidentale: figliante rivoluzionamento declinato infinito tormento: altro che riforme illuminate e ponderazione kantiana data dalla Ragion Pratica!

Curiosamente Silvae Lo, con la sua laurea in pedagogia-filosofia, ha applicato, scherzandomi scherzando su se stessa che cedeva alla mia "mania fotografica" di catturarla in ritratti che ne esaltavano la bellezza e postura seducente.

Anche lei ha il suo Canzoniere con immagini. E sembra che il divieto ad ogni divulgazione sia caduto. Riordino questo fondamentale legame. Che coinvolge Sara Cardellino nel rispetto verso Silvae Lo e in varie curiosità su come sia stato, e sia, grazie ai figli, con ella-moglie intrecciato. "Silvae Lo, nel Dieci Petarchista, la più vincente su tutte, o quantomeno quella che spicca unica, perché è quella che ti ha dato due figlie un figlio". Chiosa il Cardellino.

Quando la fotografai partii dalle sue considerazioni, che annotavo che discutevamo. Ribadisco che sono stato l’allievo delle donne amate.

Le idee, quelle che tu-fotografo hai di me-fotografata, derivano dalla sensazione che Claudio (mai chiamato per soprannome: Accio. Lo lascio a quelle prima di me a quelle che verranno. Ti chiamo Claudio e casso buona parte del personaggio che intendi essere e scambiando i ruoli, romanticamente?, fregarmi!) ha del mio corpo. Che fotograferai. Non c’è alcuna anima in te che agisce cullando l’amore: e se c’è se ne sta passiva!

"M'incarti con Cartesio, Silvae, m'inanelli. Come marito entri nel merito". Le dicevo reflex in mano. Lei rideva e aggiungeva: "Ti tolgo dall'obiettivo ogni romanticismo di quei disgraziati tedeschi dell'io assoluto. Tua maestra assisto al gioco del bambino che nessuna pedagogia può guarire dalle tare psicologiche. Ti studio testarda cerco ancora cura"! 

Il corpo che fotografi, mio disteso, è un’estensione qualitativa di moto e figura. Vuoi aggiungere odore colori parole: se ciò accade riguarda il tuo spirito, anche desiderante, vuoi dopo la fotografia accoppiarti?, se non ci fosse il corpo fotografia eros non esisterebbe l’immaginario, tuo, non mio, che da passivo diventa attivo. Vuoi chiamarlo anima? Accomodati. Ora concedi alla modella “attività pulsante” che la mia la dirigo io perché ho un’identità personale e di coscienza, adesso eroticizzata. E ciò grazie a Locke che ti consiglio di studiare mettendo da parte quel "baggiano", ecco un toscanismo, quel "bauscia", milanesismo illuminista, di Johann Gottlieb Fichte. Non ci tengo ad essere un NON-IO nella natura alpina estensione del tuo IO predatorio pisano.
 

... CONTINUA