:: Sara Capei Corti. Due musei, uno a Lucca uno a Pisa, due specchi, un basco. 2012.


Sara capelli corti nel Museo Nazionale di Palazzo Mansi a Lucca - Autoscatto - Marzo 2012





SARA CAPELLI CORTI. DUE MUSEI, UNO A LUCCA UNO A PISA, DUE SPECCHI, UN BASCO.
DIARIO 2012.




Sara capelli corti nel Museo Nazionale a Pisa - 2012 - Autoscatto


 

Nel marzo 2012 sono stata impegnata nella Sonata per flauto e pianoforte FP164 di Poulenc - adatta al mio ruolo penitenziale da incongrua “priora” nel convento del ricordo - che ha parentela con “I dialoghi delle carmelitane”, nella chiesa, sconsacrata adibita a concerti, di Santi Giovanni e Reparata in Lucca. Con il pianista *** . L’unico della cerchia a pensare avendomelo pure detto che sbagliavo: che l’uomo adatto a me eri tu. Dunque portato a capire in quale stato d’animo suonavo cosa provavo. Ha raddoppiato, da amico, le tenerezze verso me. Ho pensato maliziosamente che pure lui fosse innamorato di Accio.

Giungere per due giorni nelle citta dove transiti come tra due poli mi scuote in agitazione fortissima. Passeggio a capo scoperto. Coi capelli corti cortissimi. Decido d'indossare il basco rosso che mi regalasti. Spero e temo di incontrarti ad ogni angolo. Allora mi nascondo in due musei. A Pisa nel Museo di Palazzo Reale in Piazza Carrara; il secondo, a Lucca, nel Museo Nazionale di Palazzo Mansi che riunisce libri arredamenti dipinti cinquecenteschi e del barocco europeo e mediceo e del settecento. Qui venimmo assieme. A scattarti foto al volto sereno fui io. Per me non volli foto o se le facesti t'imposi di cancellarle. Stavolta fotografo il mio, di viso. Con autoscatto.

Prima fotografia a Lucca, Palazzo Mansi, davanti allo specchio che deforma rendendo metamorfosi lo stato mio d’animo informe unendolo al dipinto braccia tese indistinto: la conservo nel colore; nella seconda, nel Museo Nazionale, a Pisa la sabbia che m’invade i lineamenti la viro nel bianco/nero; dietro le spalle appare un torso d'uomo smarginato da residua luce.

Queste due fotografie dicono tutto più di questo framemnto di Diario che non ti spedirò: quanto conta, con esse, è la firma: cioè la testa capelli corti penitenziali: con basco rosso. Qualcosa di ardente c’è. Tu mi avresti detto: “’Mi garbi anco ‘osì Sara ti si vede ir viso bello che sembra disegnato da Raffaello. Col basco sembri una partigiana”.

La custode vedendomi piangere nel Museo lucchese s’è avvicinata chiedendomi se avevo bisogno d’aiuto. “La ringrazio, un momento di commozione, sono venuta qui anni fa, lo specchio allora ci vide assieme: oggi mi rimanda sabbia e basta”.

Mi posa leggermente i palmi sulla spalla allontanandosi: ha capito che vivevo il ricordo d’un grande amore. L’unico. E l’avevo perso fuggendone. Oh se brucia la sabbia negli occhi!

 

NOTICINA
 

“Mi sono tagliata i capelli tanto corti da somigliare alla monaca penitente che divento tu assente. Quest’ultimo gioco in rima ti faccia sapere, Claudio, che la mia sofferenza è pari alla tua. Ma ho compiuto l’unica scelta impostami!!! dal tuo comportamento immorale in materia vita arti. Ora cappuccio sulla testa sulla parola verso te. Resti soltanto la musica quando dovrò suonarla. Qualche foto ove febbre scuoto. Se ciò ti raggiungerà non dipende da me. O forse sì!”. (Sara, Dicembre 2011)