:: Accio: Due frammenti in prosa nati con foto disegnati. A Sara Capei Corti dicembre 2011.


Signora delle viti innevate - Accio per Sara capelli corti - Dicembre 2011



clikka

Sara capelli corti penitente dal parrucchiere veneziano - Dicembre 2011





Accio

DUE FRAMMENTI IN PROSA NATI CON FOTO DISEGNATI. A SARA CAPEI CORTI DICEMBRE 2011


 

1

PANTEISMO NATURALISTICO

Mattino invernale come remoto rudere sul vuoto proprio. Se il divino non appare venne a me la “Signora delle viti innevate”. Avea capelli corti nel dicembre in sorprendete assenza. La penna con cui scrissi ebbe fruscio da rigagnolo. Dopo venne il click sui campi dove la portavo tra graspi di uva maturi. Dovetti disegnarla coi capelli corti come non l’avevo mai baciata. (Dicembre 2011. Con me Cyrano de Bergerac naso lungo, arrossato, e anonimo trattato Theofrastus Redivivus nel gelo).

 

2

SENTIMENTALE VIAGGIO

Persi nelle parole soffiate si sciolse la prima neve sognata. Stagione diversa come dardo nel collo ove glottide batte speranzosa vibrazione. A ciò conduce il viaggio sentimentale parola volto disegnato foto di viti nella neve? Provo vampa arrossata nel freddo inverno a immaginarmi foscoliano e devoto a Laurence Sterne se scruto impronte nella neve; e penso a Sara coi capelli corti monacali in penitenza. La libera espansione dell’io d’amante abbandonato comporta qualche frammento psicologico e morale col solito soggettivismo che senza coppia non ha più humour eccentrico a difenderlo. A parte parola disegno foto dell’assente mia Signora delle viti innevate.


 


Viti nella neve - Foto Accio dicembre 2011
a Sara coi capelli corti




 

NOTA

SARA CAPELLI CORTI PER CLAUDIO

“Mi sono tagliata i capelli tanto corti da somigliare alla monaca penitente che divento tu assente. Quest’ultimo gioco in rima ti faccia sapere, Claudio, che la mia sofferenza è pari alla tua. Ma ho compiuto l’unica scelta impostami!!! dal tuo comportamento immorale in materia vita arti. Ora cappuccio sulla testa sulla parola verso te. Resti soltanto la musica quando dovrò suonarla. Se ti raggiungerà non dipende da me. O forse sì! Appena esco dalla stanza calce bianca disadorna trovo colori che merita la quotidianità senza ambasce. Un altro uomo me li dona. Lo sposerò”. (Dicembre 2011)