:: Frammenti di Sara Esserino nel maggio giugno 2009 spediti SMS ad Accio. Epistolario


Sara Esserino a Firenze giugno 2009 - Particolare







FRAMMENTI DI SARA ESSERINO

NEL MAGGIO GIUGNO 2009

SPEDITI SMS AD ACCIO

(nove di amor melodrammaticamente caliente prove)

(Epistolario Eidolon Don Don Vario)

 

 

1

Il legno delle gondole profuma primavera qui in Laguna. Così sono uscita, ho comprato un vestitino estivo, colorato. Mi ci immagino a Firenze. La primavera sta diventando estate sulle mie cosce e mi consumano voglie che non sto a scriverti. Dovrai decifrare quali sono dai colori della seta. Sono felice a immaginarti fronte corrusca nel risolvere miei indovinelli colorati che per premio avran fianchi snelli.

 

2

“Pure onde e destino!” che la me stessa-personaggio, Aglaia, così melodrammatica, afferma, “mi garba” tanto tanto tanto. Il disegno che ci accosti la completa come l’orchestra il teatro sul palco.

 

3

La tua mano che ovunque m’ha carezzata, stanotte s’è fermata sullo sterno. Il mio corpo tremava (tutta la notte tremo, anche ora sto tremando) e m’ha scavata per toccare il groviglio primigenio. Ieri sera che m’hai detto “amore mio”… hai pronunciato parola che -così sacra- mi brucia il petto. Tremo Accio. È la gioia del ritrovarti, riconoscerti, amarti. Dove ti ho incontrato di già? In qualche poema? Oppure come da tradizione follemente romantica in qualche altra vita? O, semplicemente, quanto di rivelo è rifrazione di qualche frammento, in frammento pur’esso, di pellicola girata a Hollywood?

 

4

Sara si affida ai sogni di marzapane.

Se mi baciassi come mangi la pralina ti lascerei fare.


 


Arlecchina Esserina picassiana
a Firenze in settimana
(con i capelli raccolti nella mattina)

Giugno 2009 

risposta di Accio dopo le foto ai frammenti di Sara



 

5

E se domani (e sottolineo se, omaggio a Mina) fossimo qualsiasi altra cosa, nel bianco dell’occhio conserverei anche il cambiamento, per raccontartelo nei giorni senza parole che attraverserai come pioggia che percuote la zolla.

 

6

Accio mio monello bambino grande. Ecco qui, il Bambino Grande è il personaggio che vedo in te-mio, ricordalo. Tu sei la sostanza che mi regge il pensiero. Quando mi faccio piccolina sul tuo petto nudo. E giungo vestita latinista sulla fronte dove t’apro la vista. Mi stai leggendo?... puoi scoprire come non sia il solo a giocar in rima ove per dispetto arrivo prima (di te)

 

7

Anni fa, adolescente, “vedevo” un volto… amico. Per mesi l’ho guardato aspettando la rivelazione nel mio sogno a occhi aperti. Ma era carta segnata “possibile” dal Destino (voleva poi ricordassi qualcosa!). Ti assomigliava, Accio, nelle labbra-occhi per come tu ridi. Nodo al fazzoletto dell’anima da sciogliere, in me, trovando completa gioia d’amore. Per questo m’ignudo. Tutta. Anche per la rapinosa fotografia. Però metti tante ombre e che sol le mie natiche callipigie siano in vista.

 

8

Sto leggendo scritture di poeti latini tanto belle! Te ne leggo alcune a Pisa… cultura classica chiama, chiamerà, con voce filologica il ragioniere zuccone diplomatisi non si sa bene come! Esserino virgiliano va a nanna. Bon Nuit Acciò de Montparnasse. Tanto so che davanti ai sommi latini storcerai il naso dicendo che consideri adatto a te soltanto quanto circolava a Montparnasse a fine ottocento.

 

9

Bacetto piccino da Sara Arlecchino che in rosa fa la smorfiosa. Disegnata da Picasso ogni dì che mi separa da te io casso. Nel 2010, dopo nove mesi che saremmo stati assieme, festeggeremo l’8 marzo. Mi spingo fiduciosa in avanti, addirittura ad anno nuovo, sperando, arrossisco nel dirtelo, ti mantenga taurino su di me come nei primi due mesi di maggio e giugno.