:: Sara Cardellino e Accio: Verso l’Isola che c’è da dove vedremo passare L’Olandese Volante


Accio e Sara Cardellino nel rossino isolano bacio con mano - cds



CLIKKA

L'AMORE ASSOLUTO SPIEGATO DALLA NADA AD ACCIO. DEDICATO A SARA



ACCIO E SARA CARDELLINO NELL’ISOLA CHE C’È
(Dalla mia bacheca FacebooK: "Claudio Accio Di Scalzo")


Ti coinvolgo, Accio, con questo gioco. Per il social Facebook. Dal quale, come sai, sono assente per scelta. Che non è snobistica. Bensì legata al mio lavoro di musicista che riesce a suonare in pubblico, a studiare in privato, soltanto scomparendo da qualsiasi legame che non sia concreto, reale, necessario.

Ti raggiungo Sara Cardellino. Col mio nome. E cognome. Che non si discosta tanto da quello all’anagrafe. Lo scrivo perché, immagino, che la mia presenza, rinnovata, nella tua vita, possa aver dato abbrivio, a qualche curiosità da parte di tue conoscenze amicali. Sulla "Donna che visse due volte nel cuore dello stesso uomo". Ma veramente non c’è niente, on line (a parte alcune, anche se ne hai inventato centinaia, tue pubblicazioni con immagini) che rimandi a me col cognome reale. Che potrebbe essere: Sara Cardelli. Nei concerti, per locandine ed incisioni, uso però il cognome d’arte che rimanda a quello di mia madre. Che qui non trascrivo.

Qual è il gioco? Il gioco di Cardellino e Accio ha per luogo un’isola. Non te ne rivelo il nome. Lì andremo in agosto. Avendo terminato io gli impegni con l’orchestra e il quartetto in cui suono anche all’estero.

Ho prenotato da quasi un anno. Perché la località, la piccola isola, è molto ambita. Nel tempo non turistico non ha più di 185 abitanti.

Da Venezia in aereo scendiamo a Palermo. Con due ore di Aliscafo la raggiungeremo.

Il mare che ha attorno potrebbe rimandare al colore del pittore Nicolas De Staël. Cono vulcanico nella magia di eterne stratificazioni di roccia e schiuma.

Non ci sono strade. Soltanto mulattiere. Il pescato viene venduto in una piazzetta che sembra uscita dalla fantasia di ex voto.

Nelle trattorie sul mare, sulle rocce laviche, ci disseteremo con granite alla mandorla e sorbetti al limone.

Sarà possibile cenare ed ascoltare un dialetto misterioso e antico, mentre tu, certamente piluccherai i capperi, nei piatti con la pasta. Prima ancora che abbia preso una posata in mano.

Per la tua e mia religiosità raggiungeremo la chiesa in alto dopo circa settecento gradini da salire. Sulla casa che ho scelto, per noi due, le pareti esterne sono ricoperte di erica lentisco e ferula. Le foglie saranno iridescenti nei tramonti.

Le case bianche e con archi saranno cornice adatta per i miei capelli scuri per gli occhi che guarderanno Accio che beve malvasia e che guarda l’orizzonte. E se poi sentirò, la celebre frase, “con tutto il rispetto per quest’isola, Cardellino, ma vuoi mettere il Giglio”. Bien, riprendo l’aliscafo e lì ti lascio. Avendo già fatto esperienza di altri “con tutto il rispetto… “ dove la pietra di paragone era sempre qualche monumento guarda caso pisano o lucchese e mare prospicente.

Probabile tu scopra il nome dell’isola. Sennò te lo rivelo io a Venezia. Ma prima di salire in aereo Accio dovrà firmare una solenne promessa.

Non avrai con te nessuna penna taccuino o pennello o Leica. Quanto ti verrà in fantasia di scrivere disegnare fotografare me lo racconterai. Come facevi nella barberia del Pazzo a Nodica.

Anch’io, se ancora ho un po’ di mestiere di poetessa in me, ti dirò i miei versi senza alcuna scrittura che ne conservi l’apparizione. Nessuna fotografia ci catturerà negli abbracci nelle ore assieme.

Avrò con me il flauto traverso. E ogni giorno per il mio cantastorie detto Accio suonerò dei brani di Vivaldi o Mozart o Schubert. Forse, ma sì!, senza forse, si noterà che un Cardellino e un Falco ex ferito, guarito, formano un'alata coppia felice.

Tua Sara Cardellino

ps: Con un dipinto al massimo puoi, in luglio, corredare la mia lettera.


 





 

SARA CARDELLINO PER ACCIO

DALL’ISOLA CHE C’È VEDREMO PASSARE L’OLANDESE VOLANTE CHE VA…

(Salisburgo, 29 luglio 2018) - A presto Accio, nell’ISOLA CHE C’È, agostana, a presto mio marinaio col cuore ancora ventenne. Dalla chiesa in alto dopo aver salito settecento gradini, sono certa, in lontananza vedremo passare “L’Olandese Volante che va…”, come canta Daolio in questa bellissima canzone. Tu per un attimo tornerai L’Olandese, il fantasma dell’Olandese maledetto, e io Sara Senta, un po’ wagneriana, un po’ fumetto, un po’ coinvolta dalla canzone dei Nomadi… ti bacerò, e tu saprai che la tua avventura con il veliero non è stata inutile. Perché sono giunta io, per la seconda volta, per andare oltre ogni estetica che, a te (e che ad altri può portare ben altro come soddisfazioni, come gioia, non scordare l’esperienza singola, direbbe Kierkegaard) ha consegnato dolore e abbagli. Non è stata inutile perché tanti lettori che mai conoscerai hanno letto e visto qualcosa donato senza altro fine che unire il bianco d’una crudele purezza con l’azzurro del tempo sul tuo capo ora ricci grigi, esattamente come accade alla nave in lontananza che vedremo, che sta già nella canzone, con le sue vele e il cielo senza tempo dell’orizzonte. Per raggiungere dov’è attesa senza il marinaio nei suoi reali anni che sta accanto a me.
 


Cardellino a Salisburgo - cds


 

Come puoi scoprire sono tornata a scrivere, sorta di “suono preso in parola” si direbbe. Tua Sara Cardellino da Salisburgo



 
ACCIO PER SARA CARDELLINO

(Vecchiano, 29 luglio 2018)




 



Quanto ho letto, sara Cardellino, nel tuo "L'Olandese Volante che va...", unito alla canzone "Marinaio di vent'anni" dei Nomadi, rivela il reale segno di un'avventura che trova il suo compimento nel tuo affidarla all'orizzonte visto dall'Isola che ci aspetta e "che c'è" e dalla quale vedremo allontanarsi quanto "non c'è più" proprio perché sta in me e tu saprai come custodirlo.

 
FINE