:: Accio e Cardellino: La foto ritrovata del 1972 nella soffitta del cascinale. La Lotta Continua. Epica. Amore. Religione. Rivoluzione.


1972 - Dublino - Colman Doyle - 
"A woman IRA volunteer on active service in West Belfast with an AR18 assault rifle"









Accio e Cardellino

 LA FOTO RITROVATA DEL 1972 NELLA SOFFITTA DEL CASCINALE.
LA LOTTA CONTINUA. EPICA. AMORE. RELIGIONE. RIVOLUZIONE.

Siamo nel 1972. In Lotta Continua dedicavamo molta attenzione scambio sostegno alla lotta dell’IRA contro l’esercito britannico a Dublino. I cattolici erano le classi sfruttate dai protestanti nell’Ulster. La fotografia racconta un episodio di lotta politica armata e d’amore. Fino all’estremo. Ho conservato nella soffitta vecchianese del cascinale la fotografia stampandola. Sara Cardellino l’ha ritrovata in qualche baule. Mi chiede di raccontare a cosa rimanda, lei nel 1972 non era ancora nata.

La giovane donna irlandese ha raccolto il fucile mitragliatore del fidanzato ch’è caduto a terra ferito dai soldati britannici e continua a sparare. Cadrà sotto i colpi soverchianti uccisa. Il suo compagno sopravvive perché trascinato all’auto viene portato via grazie alla sua risposta al suo sacrificio.

Il comandante del battaglione inglese che operava rastrellamenti nel quartiere scopre di aver abbattuto una donna. Ordina ai soldati di rispettare quel corpo sanguinante e di seppellirlo con onore. I soldati lo sentono mormorare: “La Regina non si preoccupa di noi come questa donna si è presa cura estrema per il suo uomo per la sua terra”.

Questa fotografia è molto diffusa anche in rete. Con la descrizione, più o meno, che ti ho appena fatto. Ma non sarebbe completa se non aggiungessi altro. Che cosa?

Che la fotografia con tutta probabilità è ritagliata. Che, come molti oppositori all’IRA allora, e oggi a ogni indipendenza dell’Ulster, affermano che la ricostruzione è di fantasia su di un fatto molto più prosaico. Dilatato come propaganda allora, e diffuso in Rete da chi niente sa del reale contesto dell’ episodio. La foto è attribuita a Colman Doyle, fotografo irlandese. E sui libri irlandesi, finché non è arrivato il Web circolava con la semplice didascalia: “A woman IRA volunteer on active service in West Belfast with an AR18 assault rifle”. Gli oppositori all’IRA giungono ad affermare che addirittura è tutta una messa in scena per pubblicizzare l’eroismo e le armi moderne, un AR 18, in dotazione all’esercito irlandese insurrezionale.

Ma proprio queste notazioni, dubbi, precisazioni mi convincono che questa fotografia, usata per la Festa della Donna in Irlanda del Nord, è, appunto, EPICA. Non importa il reale svolgimento dei fatti, vale l’epica per certo vissuta da centinaia di altre donne e uomini in una lotta sacrosanta. Esattamente come la Guerra di Troia o il Viaggio di Ulisse o di Enea fu molto più prosaico.
 


SPANDAU BALLET - THROUGH THE BARRICADES

 
 

Pure la didascalia con cui circola, in rete nei libri oggi, che dice: “Non temere a legarti a una donna forte e determinata. Può giungere il momento in cui lei sarà il tuo unico esercito” è particolarmente efficace perché rimanda al romanzo popolare al feuilleton. Vale più di mille poesie pubblicate o in rete elargite nella medesima ricorrenza per la Festa della Donna.

Anche in questo caso le Donne che sono state, nel tragico, forti determinate accanto all’amato, sono tante e sconosciute. La foto, vera o rimodellata, dona loro epica.

In sintesi rende plastico che questo è Amore, Sara, questa è Religione, questa è Rivoluzione. E per me la donna irlandese che muore, vien prima di ogni rimodellamento coltissimo di epica greco-romana o di miti orientali. Diffusi anch’essi nei libri di poesia odierni e on line.

È una fortuna per me tu l’abbia ritrovata, la fotografia, che possa avertene parlato. E se ti spaventa l’esito, il dramma, il che è legittimo, per una donna pacifica come te, e forte, sappi che per me il tuo flauto che suona vale, in certi momenti, come un fucile che mi difende. E tu sei la mia eroina. Ecco, accetta, questa epica da cascinale come meglio puoi, Cardellino, perché è reale e sublimata nell’immaginario.