:: Karoline Knabberchen: Dalarna


CDS: Corbezzolo Rosso ombra scura a Dalarna - cm 50 x 60





Karoline Knabberchen
SVEZIA PER FILO PER SEGNO - CORBEZZOLO ROSSO A DALARNA

 

(Cresco tra le conifere e la neve. Ciecamente mortale perché è estate e sto per chiedere a Poe che ne pensa della mia scelta di ammantarmi in paesaggio fuori tempo. Il fatto è che qui ci si figura una stagione risoluta, pure nei pastelli di Östa – allungando la mano alle pareti fresche e asciutte della vista.

Dove girano tutti i miei giorni, in questo giorno?

Fabio è in camera con la febbre. Ragiona con un clima metallico)

 

 

DALARNA COME GIARDINO DI FIABE PER AMANTI

 

         Quando la Svezia si protende verso di noi, lo fa allungandosi nel suono di ORDSTÄV:

         favola -

         che rispecchia nel nitore il gorgheggio di bocche esperte

         pure quando questo ramo di lingua scandinava scuote piano la neve dall’inverno gutturale

         che trasfigura il paesaggio nel suo nome.

 

         Nipfjället, la Tundra Comoda – come la chiamano qui – c’innalza sui mille metri sotto il cono d’ombra dello Städjan,

         e tra le ossa dell’altopiano riconosci la mia voce, cauto frinire di foglie del Rossello Alpino nell’infinito albeggiare:

 

         sono il Corbezzolo Rosso che t’inquieta il sonno

         e macchia la zolla del risveglio avvampandone la linfa.

         Mi troverai dentro questa definizione, palpandomi i fianchi;

         oseranno i polpastrelli raggiungere la polpa tenera del frutto?

         Qui ogni amore lo separa il setaccio della metamorfosi, imposta per magia.

         Così tu dovrai vagare alla ricerca dell’orizzonte esatto col quale dialogare,

         e sorreggermi fino a casa senza far patire le radici.

 

         È, questa inquietudine che sa di latte, la bussola prestata dall’infanzia alla mia vita.

         Mi districavo con essa i capelli nella sera.

         Ogni nodo soffoca un lieve incanto, e per quanti ne sciolga conosca il destino del giorno successivo: altri se ne assieperebbero, frequentazioni incaute di memoria.

 

                               Se scoverai il segreto che mi tiene ancorata a terra,

                               arriverà precocemente la fine dell’estate;

                               raccoglierai quel che resta della mia voce nella neve sciolta

                               a margine del bosco. Maturerò nel viola

                               della Campanula Patula i pensieri che serrano le nostre decisioni.

                               E a Dalarna dipingerai un cavallino intagliato nel mio ricordo,

                               souvenir da mercato per le ore giocate a rincorrerci

                               nell’acqua dove non si tocca.

 

 




 

Claudio Di Scalzo
COMUNICAZIONE BASILARE SU KAROLINE KNABBERCHEN
E SUGLI SFREGI CHE SUBI' E CHE SUBISCE

 

Il Canzoniere di Karoline Knabberchen, soprattutto perché ho evitato di darne pubblicazione in libro (è composto da molteplici libri) affidandolo a riviste poco diffuse come l’Annuario Tellus ed Erba d’Arno e in alcune parti ai siti da me ideati avendo fiducia utopistica nella nuova frontiera estetico libertaria del web, ha corso seri pericoli ed è incorso in un suo uso malvagio e in evidenti sfregi. Scrivo questa nota per evocare accaduti documentabili.

Per anni la rivista telematica Glocale TELLUSfolio politico-culturale, da me fondata ed ideata, ha usato, dopo che la cooperativa radicale Labos di Morbegno a cui la donai se n’è impossessata nel 2010 testi e immagini del Canzoniere di Karoline Knabberchen. (Per ricavarne pubblicità lettori introiti. Allora pubblicavo da Feltrinelli, il nome era molto conosciuto). Tutto ciò mi ha portato in Tribunale a Sondrio. Gli utilizzatori si son sentiti prevaricati dalle mie denunce.

Sull’Olandese Volante, fondandolo ed ideandolo, a fine 2010, alcuni redattori poi staccatisi per dedicarsi al sito Kasparhauser hanno offeso il “comunista assassino” che si dedicava al sublime romantico.

Oggi scopro, su segnalazione di alcuni amici e lettori, che Karoline Knabberchen e Fabio Nardi, cambiando nomi spazio tempi sono stati portati a pubblicazione su di una rivista on line dall’ex direttrice con me dell’Olandese Volante. Ed i testi legati a Karoline Knabberchen affidati all’interpretazione di critici che dirigono la rivista per ricavarne una teoria strampalata, che la neofita condivide entusiasta. In cambio riceve il viatico di poetessa unica e di maggiore interprete dell’ontologica arca di poeti e poetesse eletti a cambiare le sorti dell’estetica mondiale.

La nausea che ho provato è alta. Mai sfregio simile, credo, ha riguardato un autore e un libertario come me e quanto scrisse ed ideò. Ciò con questa nota rendo pubblico. E se questo scempio non cessa tornerò on line, dopo essermene andato, per difendere la vicenda tragica di Karoline Knabberchen che riguarda me come autore e Fabio Nardi fotografo come personaggio.

Non permetterò che la Leoncina intrepida e tragica Karoline Knabberchen sia sbranata dalle iene della citazione e della carriera letteraria. Non lo permetterò!