:: Karoline Knabberchen: l'abbecedario cattolico di Padre Brown. Cura Claudio Di Scalzo

 
 
 
cura Claudio Di Scalzo

Karoline Knabberchen
 
L’ABBECEDARIO CATTOLICO DI PADRE BROWN 
 
 
 

Chesterton, questo sconosciuto, padre però del distributismo. Il tutto potrebbe avere inizio con una lettura ‘soffice’ del suo “Padre Brown”, e che nulla ha a che fare con il distributismo. L’edizione che ho acquistato io non so neppure se sia più in commercio, l’ho acquistata presso il chiostro dei Padri Cappuccini poche settimane fa. I buoni padri stavano raccogliendo un po’ di soldi vendendo libri all’interno della loro biblioteca, dove avevano allestito un mercatino.

Il libro, dicevo, è L’innocenza di Padre Brown, di G. K. Chesterton (Città Armoniosa edizioni). All’epoca il nostro autore è un calvinista e cerca, tra le durezze del protestantesimo, uno spiraglio che lo conduca ad una divinità più allegra, abbordabile, quasi domestica. Il suo rivale dichiarato è G. B. Shaw che è invece un rivoluzionario, ossia “fabiano”, più o meno un ateo, pettegolo, collerico, invidioso di Shakespeare e drammaturgo. Chesterton e Shaw faranno delle polemiche. Il primo scriverà un libro sul rivale, ed entrambi dedicheranno un certo ritaglio della loro creatività al tema religioso. Shaw scriverà qualcosa che effettivamente è fuori dalla portata di Chesterton: Santa Giovanna, laica, vista con tanta lucidità e ragionevolezza da farne una creatura magnifica, una donna meravigliosa, del tutto normale, concreta e… santa.

Chesterton si convertirà al cattolicesimo solo nel 1922, accompagnato sempre dalla sua paura per tutti quelli che non sono inglesi puri. C’è anche Kipling che cerca una via d’uscita al vittorianesimo con una visione energetica, e c’è il nostro Chesterton che con uno stile paradossale, contrapponeva alla bruttezza della civiltà industriale e al materialismo la semplicità agricola dei padri e la luce dell’idea cattolica romana, riscoprendo bellissime novità nelle cose familiari e quotidiane.

Campione della Famiglia, dell’Ordine, del Senso comune, nemico delle degenerazioni anarchiche e materialistiche del tardo romanticismo, Chesterton trovò che il mezzo migliore di diffondere la verità era di presentarla in modi “imprevedibili e grotteschi”; da qui il nuovo genere di romanzo poliziesco da lui inventato, con procedimenti e soluzioni metafisiche: L’Innocenza di Padre Brown (1911).

Il tutto è nelle mani di questo pretino cattolico in una Inghilterra tutta agnostica o troppo puritana o troppo misticheggiante, seguace di “religioni cervellotiche e/o malvagie”. Padre Brown procede, per non cadere, nel lume di una ragionevolezza tutta irragionevole, nella fiducia del dubbio circa la bontà dell’apparenza. La ragione quindi è incapace di cogliere la verità se non si riferisce ad una trascendenza. È un omologo a rovescio di Sherlock Holmes, che cerca la verità tramite gli indizi: Padre Brown li cerca per accertare che fanno parte della menzogna.

Nelle sue Lettere dal carcere, Gramsci scrive: «Il padre Brown è un cattolico che prende in giro il modo di pensare meccanico dei protestanti e il libro è fondamentalmente un’apologia della Chiesa Romana contro la Chiesa Anglicana. Sherlock Holmes è il poliziotto “protestante” che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall’esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull’induzione. Padre Brown è il prete cattolico, che attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l’esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull’introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno, lo fa apparire un ragazzetto pretenzioso, ne mostra l’angustia e la meschinità”.

Nella “Testa di Cesare” Padre Brown dice che «ciò che più temiamo è un labirinto che non possedesse il centro. Ecco perché l’ateismo non è che un incubo». A voi la lettura di questo abbecedario stravagante narrativo, bizzarro, e abracadrabra… che vi si apra l’universo di Chesterton.