Barcellona, 7 marzo 1982
Caro Fabio,
Tra pochi giorni sarai a Barcellona. Ti raggiungerò. Ho pensato molto a cosa t'avrei portato a vedere... Perché è necessario che del nostro primo incontro spagnolo, sigillo sia un'immagine. Che così avvenga l'alchimia del noi - essere presenti entrambi dinanzi a un volto testimone del nostro bacio in terra catalana
Che intensità avrà?
Questo non importa, ora. Lo deciderà Arlecchino, al Museo Picasso. Lui conserverà la nostra memoria nel colore, e in chi lo verrà a trovare nella stanza in cui attende da tempo il nostro arrivo, affiorerà il pensiero di un uomo e una donna che - al di là di ogni tempo - si ricongiunsero.
So (me lo raccontasti proprio tu a Vecchiano) che ti sei occupato nei tuoi anni giovanili delle 'maschere'. Ecco dunque Arlecchino - tra tutte le maschere era la mia preferita, da bambina. Forse perché per anni a carnevale mi ci sono travestita, forse perché il suo folleggiare ostentato era la miglior rappresentazione di una me bimba davanti ai problemi che già mi trovavo ad affrontare. Il mio cielo era pieno di nuvole, e io ci edificavo città.
Questo dipinto di Picasso te lo dedico, perché in lui tu possa riconoscere e comporre dai brandelli del tuo essere le tue scissioni. So che per arrivare qui attraverserai i paesaggi che furono casa a Van Gogh... Luoghi a te cari... Questo è il percorso che hai scelto per venire da me, ora.. Per venire da me, dopo una vita intera.
Io e Arlecchino ti aspettiamo. Lui mi suggerisce gli occhi che dovrò portarmi a colazione per te quel giorno.. Alla fine so che saranno i miei, quelli di Rina, che t'accompagneranno di nuovo a casa. A presto
Tua Karoline