:: Karoline Knabberchen a Fabio Nardi sull’immortalità sua personale e altri accidenti esistenzialisti. 1983.


Karoline Knabberchen (1959-1984)







KAROLINE KNABBERCHEN A FABIO NARDI SULL’IMMORTALITÀ SUA PERSONALE

E ALTRI ACCIDENTI ESISTENZIALISTI.

1983



 

PRIMO TEMPO
 

L’andatura nella sera in cui le parole sono scheletri dentro un ossario: è pesante: lento.

Non si tratta di gravità, bensì di “gravidità”: cioè dare alla luce cadenza corretta.

Conosci il problema? Come quando a Berlino, a settembre, non sapevi come presentarti davanti alla tomba di Rosa Luxemburg. È la stessa responsabilità che grava, toccando la carta di certi nostri libri fraintesi.

Oggi passeggiavo respirando con ingordigia: poiché so che l'autunno mi ribolle di nutriente emotività. Cercavo di evocare la sintassi con cui l'anima comunica a sé stessa, tra due tempi: e dentro quella parentesi che s'è rovesciata con frastuono, ho conosciuto l'immortalità. Ti racconterò il mistero, a patto che tu non ne cerchi interpretazioni, ma la prenda per ciò che è: quieta rivoluzione.

 

SECONDO TEMPO
 

Rinvenni in me, attraverso la sensitività della luce mattutina: grumo denso di materiale inspiegato: notizie comuni al pensiero e al sentimento. Mi parve d'esser io, ma tempo addietro; e poi non fui neppure più in quel tempo, ma sollevata apparvi ovunque desiderassi essere. Mi sembrò di vedere il mio “danese” a passeggio e ogni bottone della giacca attillata era uno pseudonimo che l’allontanava dalla fidanzata Regina. Sentii la spina in petto di quando quell'uno che sei ambisce alla futile dialettica con il corpo dell’amato; e d'improvviso scoprii che mi piaceva: cercai di tenere a mente ogni mio-tuo gesto. Vidi il primo bacio, quello che lega e non lega; il primo che lascia in sospeso la scelta e si nutre ancora d'amore senza pretendere alcunché.

Ebbene, questa esperienza, visionaria, mi chiedo, accadde e quanto era salvezza venne vissuto per condurci al matrimonio ai figli?
Non so rispondermi. Però immagino che questo sfioramento primo di labbra: lo sguardo che rimane sospensione, non depositando in qualche presente il materialismo dell’abitudine, sia la chiave per libertà in vita e in amore.

Kierkegaard, che a causa dei miei studi t'è sembrato alle volte antipatico, ha suggellato il nostro legame: ceralacca colata dritta dritta dritta sui nostri nomi.

Ora sai di questa misteriosofia cristiana. Intanto sfumano i fastidi a me inflitti dalla tosse sterile: che non comprendo: né porta comprensione.
 

Tua Karoline Knabberchen,
che sul lago di Cavloc, immerso nel bosco di sempreverdi della Val di Forno,
scopre il verso giusto per scriverti.