:: Sara Cardellino per il 20 agosto 2022. Trentottesimo della Morte di Karoline Knabberchen.


KAROLINE KNABBERCHEN
(Guarda Engadina 10 aprile 1959 - 1984 20 agosto Austvågøy Lofoten Norvegia)
Punto di vita a vespa in vista, II. Foto Fabio Nardi

 

 

Sara Cardellino

PER IL 20 AGOSTO 2022.

TRENTOTTESIMO DELLA MORTE

DI KAROLINE KNABBERCHEN

 

 

PREFAZIONE – 16 agosto 2022

Da qui, e qui stando in Engadina-Ardez, al 20 agosto, Claudio Fabio Di Scalzo Nardi, farò del mio meglio, per donare musica alla figura di Karoline Knabberchen nel trentottesimo della morte, a venticinque anni, affinché sul gorgo d’acqua che l’inghiottì s’elevi sua figura nel cielo della nostra infinita cristiana dedizione.

 

Quest’alba estiva

stupisce pel dolore

che contiene fuso

Fino all’arabesco d’acqua

Sul gorgo isola Austvågøy

Lofoten Norvegia.

È il 20 agosto 2022

Era il 20 agosto 1984

 

1 – 16 agosto 2022

Sia la prima partitura d’area austro-tedesca. Cultura musicale alla quale Karoline Knabberchen apparteneva. Settima Sinfonia di Gustav mahler.

Se interpretata, la Settima, scartando la cifra della nostalgia facile del compiacimento malinconico, questa sinfonia conduce veramente nel petto della modernità novecentesca. Mahler s’adombra l’unico vero precursore di Shoenberg e Berg. Così come KK nei suoi scritti, quelli salvati, dalla furia distruggitrice della madre Zerda Zweifel, anticipano tante inquietudini e i disastri nell’umano a fine secolo e pure nel secolo nuovo per prolissità di web dominante.

Mahler in questa sinfonia piega in maniera straniante e ironica anche archetipi e suggestioni della storia musicale

Tutto diviene nel suono iridescente mutevole. Trascolora la tragicità, ch’è funerea e inquietante, ma pure lambita da espressionistici toni d’umorismo. Si direbbe la partitura in cerca d’una sua “visibilità di suono”. La vita, i suoi accidenti che la segnano per sempre, sono per loro natura enigmatici, scarsamente spiegabili, ma aprono all’allusivo al metaforico allo struggimento confinante con il tormento che inciampa anche nello sberleffo.

Dagli scritti dalle vicende private di KK e FN non emerge forse anche un lato divertito scherzoso dell’Angelo Svizzero? Non è il cruccio infinito, mai sciolto, che il fidanzato non seppe farlo vincere sulla tragicità che Karoline lambiva? Nel trentottesimo su questo aspetto punto l’attenzione. Perché è nei nostri dialoghi, tra Cardellino e Accio, nei loro scherzi anche buffi, che trovo il meraviglioso più che ovunque dell’amore tra di loro. Mi penso simile in ciò a Lei. E a volte ne sorrido ne piango. Che destino abbiamo, Claudio! Che destino in bellezza e custodia! E Mahler senza KK senza te non l’avrei mai inteso così.

 

2 – 17 agosto 2022

 

Era mattino. Aprile. Lo ricordi Fabio Nardi?

Luce allagava il parquet. A Guarda d’Engadina

il respiro di Karoline Knabberchen lieve

nella fodera sentimentale dei guanciali

accosti fioriti accoglieva lama di sole.

 

Mahler condusse l’amico direttore come lui, giovane seguace allievo, davanti alle Alpi salisburghesi. Bruno Walter guardava estasiato il paesaggio. Gustav insolitamente confidenziale con slancio commisto a fierezza disse: Non avete bisogno di guardarvi attorno: ho già messo tutto nella mia Terza sinfonia.

Questa sinfonia è adatta a Karoline Knabberchen per il trentottesimo della morte il 20 agosto 2022. Perché c’è tutto nella breve vita, venticinque anni prima del suicidio per annegamento, dell’Angelo Svizzero. L’apoteosi della natura nel vasto primo tempo tiene la giovane studiosa di Schelling in cura protettiva; dopo viene il contralto che introduce alla vetta di spiritualità dell’uomo e in questo caso della donna d’Engadina. Tutto si dilata perché giungono i cori sui versi nietzschiani del “canto di mezzanotte” Come l’albero che guardava KK e poi quelli del bosco nel mattino verso sera notte. Qui, nella Terza, azzardo ci sia la Resurrezione, in suo definitivo e magnifico, coronamento annunciata nella Seconda Sinfonia. Karoline Knabberchen è sarà Resurrezione.

Della partitura amo - e la penso adatta non solo per Karoline Knabberchen ma pure per Fabio Nardi che nella sua dedizione da “canzoniere” all’amata perduta ha qualcosa di fluviale esattamente come Mahler nelle sinfonie - le esecuzioni che mentre suggeriscono le meraviglie del creato e gli abissi dell’animo umano rimandano non al tumultuoso bensì all’atmosfere calme anche della svizzera delle alpi. Senza insistere forsennatamente in ulteriori angosciosi travagli sonori. Karoline era tumulto ma anche serena calma di luce sui pavimenti protettivi di casa.

 

3 – 18 agosto 2022

MADERNA VENETIAN JOURNAL

Se devo pensare un compositore per omaggiare il Canzoniere di Karoline Knabberchen e Fabio Nardi e accostarci, anche se il primo lo ritengo insuperabile, il Canzoniere di Accio e Sara Cardellino (cominciato nel maggio 2009 con tripartizione Sara Esserino/Sara Capei Corti/Sara Cardellino, NdC Accio); il primo per vastità anche ineguagliabile, iniziato nel 1979 che ancora si sviluppa dopo la morte della protagonista il 20 agosto 1984, il nome è quello di Bruno Maderna.

Nel secondo Novecento la grandezza di Maderna giganteggia seppure da tanti non riconosciuta imponente. La sua musica coinvolge per genialità di soluzioni sonore, intuizione della contemporaneità che modella nuova musica sviluppando nuovo potere di comunicazione. Dunque seduzione a cui abbandonandoci, senza timori e freni, è impossibile resistere. Dubitarne anche.

Ciò mi accade con il Canzoniere di Karoline Knabberchen che ho letto, il poco editato, quanto pubblicato sull’Olandese Volante nel weblog Tellusfoglio, e, soprattutto, avendo potuto accedere agli inediti, manoscritti e dattiloscritti, custoditi nel cascinale vecchianese.

In questo trentottesimo della morte di KK m’affido al VENETIAN JOURNAL. Poteva essere diversamente?!

Cantata per tenore, orchestra da camera e nastro magnetico, sì sì nastro magnetico!, dove il filo dell’invenzione e dell’ironia di Maderna, anche Fabio Nardi seppur vivendo il tragico si mantiene quando può: ironico, ed Accio è umorista surreale lo confermo, e tutti e due li amo, sapendo che Karoline approva!, assimila e ricompone in una sorta di racconto-romanzo - i Canzonieri sono pure romanzo racconto romanzesco intreccio di generi, sperimentazione estrema in cornici di quanto è canone – nel segno di una scrittura musicale di porre acrobazie e virtuosismi formidabili al servizio di un montaggio visionario - anche Nardi e CDS detto Accio lo fanno e quest’ultimo autore deve, glielo chiedo in questo mese e oggi di dedicarcisi giorno e notte altrimenti tutto andrà perso! Fallo per Karoline fallo per me, amore mio - testi e materiali sonori di natura diversa che contengono citazioni frammenti visualità. Il canzoniere di KK contiene dipinti fotografia poesia visuale… e quello di Cardellino e Accio ancor più, in epoca telematica, ciò intreccia. Un universo immenso in espansione. Che sta nelle soffitte di un cascinale contadino e nella mia casa in Laguna.

Il Giornale veneziano se lo apro ascolto vivo di Bruno Maderna questo mi sospinge a vivere nel ricordo dell’Angelo svizzero annegatosi il 20 agosto 1984 all’isola Austvagoi delle Lofoten.

 

4 – 19 agosto 2022

Completo, in dittico, l’omaggio a KK utilizzando partiture del genio di Bruno Maderna.

Opere precedenti il Venetian Journal. Con il Concerto per oboe e ensemble da camera del 1962 e il Kranichsteiner Kammerkantate del 1953.

Il Concerto partitura nella quale la forma concertante diventa metafora viva e pulsante del rapporto tragico tra individuo e mondo circostante. Appunto quanto visse Karoline Knabberchen. Che altro aggiungere. Forse questo suo frammento.

Dove perdo i passi e fradicio il lamento degli anni smarriti

Oltre ogni confine pensabile lascio bestia magra…

 

L’ascolto di queste opere di Maderna portano a chi ascolta, a me con Claudio il 20 agosto 2022, la tensione avvincente per accostarci ad una vita che fu mistero e oro vero, facile rima aggiunge Fabio Nardi?, è viatico adatto e confinante col sacro.

 

5 – 20 agosto 2022

 

Mi sembra quasi sacrilego pensare la scelta del suicidio di Karoline Knabberchen il 20 agosto 1984 legandola a quel poco che so di teologia. Lei lo era filosofa e la teologia suo pane cristiano. Qui ad Ardez, a Guarda Claudio/Fabio Nardi, proprio non poteva sostare, troppi intrecci sprofondamenti cieli spinosi, azzardo quanto trascrivo: La parola è tutto. In principio erat verbum… et verbum caro factum est. Salmodia Karoline… ma in seguito l’evangelista teologo è stato ripudiato ed il Tutto è tornato Nulla. Ciò scoprendo scelgo d’esserne inghiottita… e giungere dove spero.

E se penso a Fabio Nardi… al suo legame con KK ecco La Sinfonia n. 9 di Gustav Mahler. La scommessa, vinta, più ambiziosa del compositore. Quella che più delle precedenti rappresenta compendio deolla poetica dell’estetica del maestro boemo. Ma insieme come ricorda Adorno la sinfonia maggiormente proiettata nel futuro.

Ecco, la mia scoperta e dedica a Fabio Nardi. Questa sinfonia è proiettata per te nel tuo passato con Karoline. Passato terrestre. Ed apre al futuro oltre la separazione. Per ottenere ciò, anche in speranza religiosa, è servito un intero ininterrotto “canzoniere” per la morta suicida amata.

In mahler c’è un bruciante inesauribile, solo interrotto dalla morte, pensiero compositivo. Riguarda pure Nardi-personaggio e doppio di Claudio. Riguardo pure Karoline. Un pensiero compositivo in religione filosofia parola estetica nella realtà confitta del corpo della società.

Nella Nona mahler traspone ogni urgenza, anche crudele, espressiva, pure ambiguità celate in attesa di scoperta, raffinato virtuosismo commisto ad intellettualità filosofica; tutto tenuto assieme dalla capacità di giocare al rispecchiamento-intreccio tra i registri più diversi sempre mantenendo il massimo di stile riconoscibile subito memorabile.

Potrei accostare questa descrizione a come l’autore in scalza avventura e il personaggio Nardi hanno pagina dopo pagina costruito il “Canzoniere” per l’amata Karoline Knabberchen in vita e in morte.

E io, Sara Cardellino, che ne scrivo oggi, per il Trentottesimo della morte dell’Angelo Svizzero, mi sento un po’ come il direttore d’orchestra che s’accinge a dirigere la Nona di Mahler. Spero che almeno alla bacchetta di Claudio Abbado, anche se per pochi righi, possa somigliare. Lui che per me ne è il massimo interprete con orchestra.