:: Claudio Di Scalzo: Karoline Knabberchen e l'elogio del silenzio

 

"Tra Pollice e indice - Karoline nel boschi di Ardez-Engadina"

Fabio Nardi - 1979 

 

 

 

Claudio Di Scalzo

KAROLINE KNABBERCHEN E L'ELOGIO DEL SILENZIO IN BAITA

(Fine 1979 inizio 1980)

Fabio mio… non ho letto nessuno dei telegrammi, neppure sono entrata in Guarda per una settimana. Nascosta nella baita che sai ad alta quota. Nel silenzio. Ho avuto notizia delle vicende vecchianesi solo adesso. Ne sono addoloratissima.

I tuoi telegrammi, fulminanti, stringono nel pugno le parole che ho da dirti prima ancora che le pronunci! Confondi i piani dell’essere con il quotidiano, anche mio, più prosaico. Certi tuoi paragoni sulla mia attività pisana nel collettivo del 1979 e i miei impegni oggi, “un po’ mistici” li chiami svolti da me in solitudine nei boschi di Ardez!, li accosti in modo incongruo.  Le due cose come possono stare in rapporto?

Stamane ero ancora nella baita. Con il setter e il gatto. Non potevo rispondere né al telefono né con telegrammi!  Ho letto che vuoi urgente risposta. A te preme che stia legata ai trascorsi cosiddetti rivoluzionari dove tu eri l’eterodosso più eterodosso di tutti! E non a questo gruppo di amici della montagna che scivolano, parole tue, verso un “Rilkismo zuccheroso misto orfismo paludoso”. Eccola qui un’altra delle tue rime “a presa per il culo!” come dite a Vecchiano. Tradotto tu vuoi stia lì nel collettivo, anche solo nominalmente, e non qui! perché tu non puoi accettare che io stia anche tra "orfici paludosi" (in realtà persone tranquille che mi han chiesto con grande cortesia di scambiarmi con loro) scelti da me!

 




 

Fabio, Fabio!… ora vorrei tu mi seguissi in un territorio dove veramente spero potrai ascoltarmi senza pregiudizi:  non ho risposte ora sulla bontà del molto politico comunista e del molto disimpegnato orfista (lo capisci com’è facile rimare per scantonare l’essenziale?) e vengo alla celebre massima della tua "stirpe": dal nonno Angelo al padre Libertario. Che tanto ho in cuore! “Né Comandare, né essere comandati!” Recita la massima che tieni pure idealmente sul cruscotto del 124 spyder con cui mi “scarrozzi!” si dice così, in giro per ogni dove. Meno che verso gli alpeggi per paura di rompere le sospensioni! Eh eroico Vecchianese!

Poi sfoglio telegrammi dove te la prendi con una rivistina engadinese dove a tuo avviso avrei pubblicato un testo su Giacometti affidandolo ad un critico da operetta carnevalesca! Ti ricordo, testone polemico, che dimentica tutto, che tu stesso il “buon giovine d’Helvetia” come lo definisti l’avevi decantato per come dava notizie sul mio sconosciuto lavorìo sui pittori meno conosciuti del ceppo “Giacometti!” – E che al telefono due mesi fa, con me, eri fidente assertore della pubblicazione. Ma forse mentre parlavamo al telefono c’era qualcosa o qualcuno che t’aspettava per anadare a fare il “Cretino versiliese”.  Metti il Pazzo nel ruolo di Sundance Kid! Ci indovino? E allora subito obliato tutto o non hai inteso affatto! Tu che ti picchi di ascoltare ogni mia virgola. E invece non è vero! Ti addormenti pure, a letto, quando io ti parlo! Ricordi a Siena? E Bologna? 

Io sono addoloratissima le vicende vecchianesi. Per questi neo-fascisti che incendiano auto e minacciano chi si impegna verso i più diseredati nel mercato ortofrutticolo. E per le torbide sortite dei brigatisti mezzo irriducibili mezzo pentiti. Ma non puoi attendere che comprenda quanto mi scrivi nelle lettere e nei telegrammi in risposte celeri come uno slogans o un pugno chiuso in alto levato!? Se tento di comprendere, in silenzio, e taccio nel mio ritiro d’alta quota dove ovviamente le buche delle lettere non ci sono – a menoché di non affidarle alle aquile!... allora addio saldezza della coppia. A volte mi fai sentire un radar che deve star sempre pronto a captare i tuoi umori. Spesso balzani  contraddittori. Cosa c'è da capire, immagino dirai, su di un telegramma che sostiene la valenza proletaria contro i dannunzianini piccolo borghesi!  Fabio, Fabio mio! ho per te grande amore, non scordarlo! e se il mio silenzio di una settimana dipendesse che oltre a studiare Schelling e scrivere ho fatto del formaggio come da antica ricetta engadinese saresti sempre pronto a far testate con me percorella tu capro arcigno? Torno nella baita! – TUA Karoline Knabberchen...