:: Claudio Di Scalzo: Ti scrivo nell'uncino del tempo. Canzoniere di Karoline Knabberchen

 

CDS: "Karoline Knabberchen nell'uncino del tempo" - 21 aprile 2016

acrilico e china e pastello a olio su carta - 24 x 33

 

 

Claudio Di Scalzo

TI SCRIVO NELL'UNCINO DEL TEMPO

(Canzoniere di Karoline Knabberchen)

Ti scrivo nell'uncino del tempo, nell'incavo della mano: da un pertugio di fiera memoria. Tutti i giorni impiegati a resistere mi hanno approdata (uso questa forma impropria per dar loro lo stigma della volontà) dentro una esasperazione. Miei compagni d'avventura: Hölderlin e Giacometti. Porto dentro un immaginario cappotto le immagini che componevano - tra le offuscate presenze quotidiane - la loro lucidissima forza. Nella scultura come nel verso la malattia è vinta dalla loro presenza assoluta e pura in vita. Il risultato è una forma immortale e pura in morte. La finestra dà sul fiume. La mattina un fresco odore di muschio e acqua sale fin sotto le lenzuola. La temperatura è incredibilmente bassa per essere fine estate... Forse tu, assieme ai tuoi Etruschi, giri ancora in bermuda tra lidi e balere. O forse dipingi, ma solo la mattina e la sera, per fuggire alla morsa del caldo. Saluta tua madre da parte mia. Tento anche di leggere, ma un torpore assai poco fisiologico offusca le parole e le confonde, così dormo molto, molto di più di quando stavo con te a Lucca. Allora rivedo mentalmente i libri già letti, creo per ogni pagina una o più immagini, una sorta di fumetto che adatto ai generi e ai periodi; a volte mi diverto a creare pasticci, vestendo da figli dei fiori i personaggi di qualche autore classico. Non funziona con tutti: con Bulgakov ad esempio non ci fai nulla.

 

 

Dedica di Karoline Knabberchen (1959-1984) a Fabio Nardi

sull'albo cartonato con la riduzione a fumetti de "I tre moschettieri"

 

A volte penso che il corpo sia un armadio ed io abbia solo confuso le quattro stagioni. Vivo fuori tempo, mi vesto di confusione sforzandomi di abbinare gonne di lino a pullover di lana: sciocco paragone per un male ancora più sciocco. Il medico non mi sa dire nulla su possibili viaggi o spostamenti. Tu riguardati più del solito, ché non ci son io a vegliarti!

 

 

 

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