
Claudio Di Scalzo
SEGRETERIA TELEFONICA SURREALISTA
MITOLOGIA DEL MARTIN PESCATORE
Sto scrivendo. Domani ti leggo tutto.
Oggi giornata cupa ma io scrivo.
Qualcosa di mitologico accade.
Martin Pescatore che anfibio tieni nel becco
muovo appena le gambe per vederti meglio
rimbalza pranzo per i martini in nido
nello scatto delle piume la fame
costrutto del fiato argilloso
azzurro iridiscente arancione
manto della pesca – grido sangue genitale
regina nella parte dovuta al re
ignoto del bosco d’Engadina
oh mammina ahi mammina vieni mammina
quanto mi doni è puro mattino?
parole incubazione di pesci senz’acqua
del lago di Sils Maria – l’uccelletto mi pesca
entrando al volo nel mio nido foro
ombelico senza posto fisso
rami estivi orlati d’estività
svena la deiezione della nutrita
uccelletta sbolle bocca aperta
dall’apertura dolore deludente
stana sua leggenda
come benda che danzi
corposi avanzi – ognuno
con la sua tosse
(18 agosto 1981)
SPARVIERA TOSSE NERA
Angoscia e dolori.
Con i primi freschi sto di nuovo malissimo.
Sono distrutta: notte passata con incubi e febbre.
sparviera nel nido sospeso
catena del mistero rami vecchi
nuovi intinti nel nettare deterso
tosse a mazzolino
me lo dai un bacino?
trama del medico bravo
sparviera immobile ali basse
nidiata tosse frasche percosse
medico pravo cattura uccelletti
nutre me nel nido un mese
corde in gola tese tutte spese
nel tribolo fiorile incubo sbieco
a me teco d’istinto urto pube
lacrima l’inquilino dito
trave notturno gran deserto
nella malattia gode figlia
predata pavoncella
sempre quella ammalata
a catena di nanna
a catena risveglio
se beccassi solo miglio
a breve in amore ti ripiglio?
(15 agosto 1981)
GARZETTA AMANTE DISDETTA
Febbre e stanchezza orrenda.
Devo distendermi.
Non ce la faccio Fabio
Neppure ad alzare
la cornetta telefonica.
mi becca i capezzoli
l’airone Garzetta
ti sono amante
che porta disdetta?
stanza umida palude di ninnoli
carte inchiostro deleterio
airone in stolto pomerio
sgoccia biancori acri
sui rami del comodino
divano
emana
vento
sabbioso portento
miseria nana
feroce mano
strizzani i fianchi impomatati
di sillababe tossite
tradite alla perfezione
dalla Garzetta che mi nutre
becco labbra gola
con suo rigurgito
signor Breton se attende
fremente un attimo ancora
non la deluderò nell’eternità
di questa svizzera malattia
(25 agosto 1981)
Claudio Di Scalzo
NOTA SULLA SEGRETERIA TELEFONICA SURREALISTA
Karoline Knabberchen in certe giornate svizzere, sue, di dolore angoscia stanchezza tosse, non rispondeva al telefono, alla telefonata di Fabio Nardi. Spossata affidava brevi messaggi per il fidanzato alla segreteria telefonica. Dando però ad essa, al marchingegno tecnico, anche compito da “infermiera artistica”. Infatti questi messaggi metallici, che Fabio trascriveva, erano comunicazione realistica sulla sua malattia mischiati a una sorta di “surrealismo automatico da tosse e spossatura” perché Karoline dettato il trafiletto v’aggiungeva frammenti suggeriti dal suo inconscio vagante per le stanze di casa a Guarda: dal divano al corridoio al balcone.
Pubblichiamo dalla “Segreteria Telefonica Surrealista” tre brani aventi per protagonisti tre volatili: Martin Pescatore, Sparviero, Airone Garzetta.
“Ricordi Fabio come Breton e compagni andavano a visitare le isteriche negli ospedali parigini? Ne ricavano ispirazione, affermavano questi diligenti tutori dell’irrealtà! Le malate s’esprimevano con un delirio linguistico surreale ininterrotto. Così anch’io, nel mio isterismo sussultorio che m’immobilizza, compio stessa recita dolorosa. Ma tu non dimenticare, come facevano questi “colti intellettuali della rivolta” che il corpo della donna soffre, tremendamente soffre! in questa condizione, e non è letteratura! bensì squarcio immedicabile. Non c’è psicoanalisi letteraria o medicina antidolorifica che valga! Non scordarlo! Non scordarlo… amore mio monello! Presto sarò – ripresami - tra le tue braccia col mare vicino. Così se svengo puoi farmi rivenire gettandomi nell’acqua fresca salata. Ridi ridi e non drammatizzare che, come leggi, neppur io lo faccio”
(Lettere della Ranocchietta saltellante al Monello etrusco - Canzoniere di Karoline Knabberchen)