:: Capodanno con la Nada. Lettera alla compagna Corinna di Pisino con storia del Tragico dei Di Scalzo. Elegia per la sua morte


Claudio Di Scalzo
PICCOLA ELEGIA COME PREFAZIONE
(alla compagna Corinna di Pisino)

Ho conosciuto Corinna *** durante una gita scolastica in Istria-Croazia a fine 2011.  Faceva da guida al castello ed ai luoghi della sua città. Donna dai lineamenti dolci e dal linguaggio elegante venato d’una nascosta tristezza. Che poi ho saputo generata da una rara malattia alla colonna vertebrale. Aveva circa venti anni meno di me, dunque ancora giovane. È morta, improvvisamente, il 9 gennaio di quest’anno. Ho saputo della tragedia una settimana dopo cercandola. Al telefono di casa. Per comunicarle che avrei organizzato ancora per l’anno scolastico nuovo, nell’ottobre 2017, un'altra gita nella sua terra. Pubblico questa lettera, da me scritta, il primo giorno dell’anno, dove le rivelo il “romanzo” di casa, dato che era proprio sulla vita reale mia e sua biografica e sulle nostre famiglie giunte a vivere lutti e tragedie, reagendo a volte con la forza dell’ironia, che ci eravamo intesi in una maniera commovente e intensa. Io poi ero felice di accettare il suo invito, “ti so Claudio molto portato alla poesia alla letteratura all’arte tutta, ma vorrei venissi a me soltanto con la voce, con gli atti reali di una stretta di mani, di una passeggiata se accade ancora, di scambi sulla salute sulla malattia, che pure tua madre vive, perché non mi fido della poesia, perdonami, penso che prima o poi inganna chi la usa e chi la riceve. E quanto è bello può diventare brutto. O perdersi nell’equivoco, nell’illusione diventata amara. Rispetterai questo mio invito Claudio?”. L’ho rispettato! Salvo che in questa lettera. E la poesia per la sua morte che altamente mi rattrista, una perdita che sento mi cambierà l'esistenza e il mio rapporto con le arti!, gliela reciterò raggiungendo la sua tomba. Io porto fedeltà a quanto intuisco fu vissuto nel bello, sacro e comunista.




Torre campanaria di Vecchiano-Pisa


 
 

Accio

LETTERA ALLA COMPAGNA CORINNA DI PISINO

CAPODANNO CON LA NADA

(1 gennaio 2016)

Cara compagna di Pisino, cara Corinna,... Fine anno e Capodanno l’ho passato con la Nada. Ci siamo affidati ad un lungo racconto orale. Che vale un romanzo con i suoi personaggi, con le sue date tragiche: il nonno paterno Angelo di Scalzo ammazzato dai fascisti sulla via di Pisa, e quello materno Vittorio Pardini, morto di crepacuore nel 1944, ardito e fascista alla Marcia su Roma, e anti-nazista come Marinetti; le avventure del mi’ babbo, Libertario detto Lalo, partigiano sentimentale e anti-stalinista anarchico con vena umoristica; i saliscendi dello zio assassinato Lenino, albergatore a Parigi e Londra e Tirrenia; le cugine morte per droga negli anni settanta Elisabetta e Cristina; il Ciucci che sognò la rivoluzione armata per poi dissociarsi dalle stolte belve brigatiste; … che vale un "romanzo tragico"; poi con le sue date strapaesane il "romanzo umoristico": le sforbiciate del Pazzo, barbiere di talento, negli anni ruggenti viareggini; la combriccola notturna nomade tra ristoranti e american bar finita la giornaliera militanza nel movimento di Lotta Continua; e poi tanti e tanti personaggi ora ombre benedette sono apparsi e poi se ne sono andati nel notturno 2016 e 2017.

Quando mia madre s’è assopita sulla poltrona l’ho difesa dal freddo con la coperta che mio padre teneva sul camion OM 42 quando portava gli spinaci al mercato di Milano, e che la Nada mi ha fatto toccare come fa ogni anno; e pure io mi sono addormentato sulla poltrona dirimpetto. Al mattino presto… Oh bimbo!, Claudio, Accio,… svegliati, ci siamo addormentati qui,… abbiamo chiacchierato tanto,… ma tanti accidenti e buffe visioni forse me li sono sognati. Claudio, è la nostra storia, ed è bene non perderla. Vero?

Mi preme scrivertene perché quando ci incontrammo a fine 2011, nella gita scolastica che guidavo a Pisino, e in altri luoghi dell’istria, oggi Croazia, anche tu mi raccontasti di tua nonna e dei drammi dell’occupazione fascista e poi delle scelte scellerate degli stalinisti e nazionalisti jugoslavi comunisti. Come tutto ciò avesse lacerato e segnato la vita della tua gente. Assieme a vicende biografiche e private, tue!, dolorosissime in famiglia. E che pur’io ho vissuto, e che ti confidai era stato il mio “Inferno domestico”. Ti accennai anche a come avessi vissuto una sorta di esclusione, col soprannome di Accio, sull’argine del Serchio, e tu stessa mi confidasti che da bambina saltavi i fossati nei dintorni di Pisino intrepida ma sempre sola.

Spero in questo anno nuovo che la tua malattia ti dia requie che tu possa guarire per vivere serena con i tuoi familiari.

Cara Corrinna ho vissuto come un dono poter entrare nell'anno nuovo accanto alla mia anziana madre molto malata di cuore. Noi due nell’antico cascinale vicino alla Chiesa di Sant’Alessandro. Nei cui prati correvo monello. Che dono vivere così l’inizio anno. Mia madre mi battezza artista in questa data. E’ come nascere ancora. Tu dai significato-decifrazione, con la tua parola verso me a quanto vissi, vivo, scrissi,… e perché!

Ti stringo e con te la tua storia istriana che hai affidato alla mia memoria nella lunga conversazione che avemmo nella tua città. (Quando definisti L'Olandese Volante: Questa è Religione questo è Comunismo!) E in altre telefoniche. Fondamenta del legame le nostre rivelate biografie vivono nel tempo adatto. Perdonami se violo, per una sola volta il nostro patto, di affidarci alla voce e basta, ma avevo bisogno di tenere traccia di questo passaggio dall’anno nuovo a quello vecchio, perché mi sono sentito in tre nella notte e poi nel mattino. E visto che ci sono trasgredisco ancor più facendoti vedere la torre campanaria del duecento, c’era già ai tempi di Dante, e dietro ad essa c’è la Chiesa della Madonna di Castello. Oggi santuario. Dove pregherò per te. Tuo Claudio detto Accio