:: Claudio Di Scalzo detto Accio: Noi due libertari. A Lalo (con Karoline Knabberken)

 
Partigiano, Resistente, Trotskijsta, Camionista
(1923 - 1995)

 

 

 Caro Babbo... pubblico la tua fotografia partigiana. oggi è il 25 aprile. La tua festa. E la mia. Nella foto sei giovane come un tempo anch'io lo ero nelle mie lotte antifasciste e anticapitalistiche. E contro la cultura dominante. Ora mi sto avvicinando, tra sette anni, a quando tu sei morto, il 12 giugno 1995, al Campo della Barra (lo racconta il "Campane del mio villaggio" Antonio Tabucchi; lo illustra Davide Benati) sotto un ulivo posando il capo sul basco. Attorniato dalle lucciole. ( Anch'io cerco una morte come la tua. E prego che il Dio del cristianesimo e dell'anarchia me la conceda. Sono tempi molto difficili per me, i più ardui e dolorosi della mia vita, nello spirito nel corpo; e metto tutto me stesso ad assistere e curare la nostra sarta Nada Pardini che è molto malata. Conto di resistere e di compiere quanto anche tu, in certe apparizioni, mi hai detto che devo portare a termine. Tu sai tutto. Saprai anche che, per restare fedele all'Anarchia ed a quanto intendo per lotta contro la cultura dominante e vassallatica, ho perso tutto ma proprio! tutto compresa la mia vita in amore perché all'estremo dove vado in esso è destino che debba giungerci da solo (non era ancora tornata Sara Cardellino, accadrà il 9 aprile successivo, Domeniva delle Palme: clikka Sono in pericolo Sara, ho bisogno di te)... e a breve, perderò anche il veliero dove a volte sei apparso. Dove vado però ci ritroveremo! e lì ci sarà anche Karoline Knabberchen col suo mistero rivelato. Il nostro amore ancora dura, babbo, ma lei è morta come te. E vicina, salvo qualche apparizione, non può starmi. E poi perché accada devo essere Fabio Nardi e non è facile vivere in due corpi e due pensieri. 

La mia estraneità alla cultura e alla letteratura e poesia per come è oggi è totale. Sono diverso e pertanto escluso e non è possibile per me avere legami che durano se in questi segni porto chi amo. Ne accetto gli esiti. Anche perché a me di essere artista o scrittore o poeta non importa nulla! meno di nulla. Cercavo amore  e felicità disegnando e scrivendo la gioia e i tremori che si generano amando, e se non è stato possibile che ciò durasse, dopo tanti disastri, accetto il responso del destino.  

Nel presente, però, la sconfitta è completa. E pesa. Mi ha piegato e piagato la mente e il corpo proprio quando avevo bisogno di resistere ai processi per querela ai debiti alle violenze della politica e del tempo e della malattia. Però anche tu la subisti. Salvo che nell'amore per la Nada. Ma tu non hai commesso l'errore di affidarti alla letteratura e alle sue finzioni. Per decenni. Dopo il 1984. E ora non posso più rimediare. Non ho più tempo. Di questa mia coerenza rivoluzionaria confido tu apprezzi lo slancio e che mi mandi da dove sei una carezza. Ne ho bisogno. A presto babbo! - Tuo figlio Accio 

 


fotografato da una turista di passaggio - 2012