:: Claudio Di scalzo: L'orologio a cucù ovvero il suicidio per amore fumetto poesia. Da AMORI A BASSA QUOTA

 

 

 

L’OROLOGIO A CUCÙ

(ovvero il suicidio per amore fumetto poesia)
(da AMORI A BASSA QUOTA)

Apparve l’uccellino di gesso e dall’estremità della molla del cucù, la donna seppe l’ora. Ma seppe anche altro, di molto altro. Grazie all’orologio a Cuculo della Foresta Nera. Intagliato come tradizione comanda. Sull’uomo più importante della sua vita professionale e nei sentimenti. Lo dicevano tutte le tavole già finite che lei aveva disegnato su sceneggiatura di lui.

L’orologio a cucù glielo aveva regalato il “suo” sceneggiatore. L’aveva ritrovato tornando nella casa di campagna dove intendeva terminare il graphic novel. Opera che l’editore italiano e l’altro all’estero, tanto importanti!, con soprattutto il fiorente mercato francese, aspettavano.

Però lui adesso non c’era. E non c’era neppure il finale del racconto disegnato! Che ancora non aveva scritto. O che teneva nascosto dopo la loro separazione tanto drammatica. C’era però l’orologio a cucù.

La donna ripensò alle parole che le aveva detto: “Questo è un cucù, quando appare l’uccellino e il suono... puoi dirti: l’amore c’è sempre più oppure l’amore non c’è più. Non c’è niente in natura come il Cucù della Foresta Nera che fa scoprire il vero in amore.

Sorrise mestamente, lacrime cominciavano a far capolino sulle ciglia.

Perdinci!, questa sua assurda passione di mischiare lo scherzo, l’umorismo col sublime. Lo faceva anche dopo aver fatto l’amore. Rideva e poi si commuoveva. E mi abbracciava. Ho solo te, diceva, e allora devo portarti sia l’allegria che la commozione. Sennò poi finirai per amare qualcun altro. O più allegro di me o più poeticamente commovente.

Era il suo melodramma da sceneggiatore e la sua tragicommedia. Cyrano dalle invenzioni iperboliche per ogni mia matita. Convinto d’una sua nascosta mostruosità o colpa. Ne porta segno la vicenda del romanzo a fumetto che sto disegnando e finendo. Ed è un capolavoro! Anche se manca l’ultima parte. Poche tavole. A questa vicenda d'amore e morte. Con lei che si suicida annegandosi.

Di certo, si disse, già allora, anni fa, cinque assieme sono tanti!, dovevo intuire che la sua scissione poteva diventare una crepa nel suo cervello o cuore e smarrirlo terribilmente. Riusciranno  a curarlo, a guarirlo, i medicinali che curano le psicosi? Scosse la testa. Si diede la risposta. Lo curerebbe il cucù. Ecco cosa lo curerebbe: questo cucù della Foresta Nera che lui ha trasformato in un esito allegro e drammatico del suo romanticismo per me! Il Cucù che gli dice: L’amore c’è sempre più, il mio per te quaggiù.

 

 

 

Allora la donna, minuta ed elegantemente sofferta, una quarantenne che viveva la giungla anche feroce dei disegnatori in carriera - mentre tu te ne stai tranquillo a sceneggiare nel tuo isolamento, gli diceva, tanto le matite per quanto scrivi le trovi ovunque - prese l’orologio sottobraccio staccandolo dal muro. Lo portò con sé in auto. E seppe che avrebbe raggiunto la clinica in Svizzera dove lui, con i suoi lunghi scarmigliati ultimi ricci grigi, stava ricoverato. Per guarirlo. E non per terminare il romanzo a fumetti. Si disse. Perché ella sapeva ora come finirlo. Anche se lui non avesse voluto più toccare penna come le aveva scritto. Non m’interessa più alcuna estetica, aveva concluso, né disegnata né scritta. Tutta menzogna inutile. Nella quale più non mi raccapezzo e che mi fa soffrire.

La chiave del finale stava in un rovescio. In una e-mail che lei gli aveva scritto. E che teneva nel bauletto del cruscotto. La tirò fuori. Lesse. Piangeva.

 


la protagonista

del graphic Novel suicida

alle Lofoten

 

… quello che oggi devo, voglio dirti, è questo: Tu hai chiesto un altro suicidio, un’eroina tragica che di nuovo si immolasse per te. Non credo tu lo comprenda fino in fondo. Ma io ho iniziato a sentirmi male, la vita che mi strozzava. Non è vero, se lo credi, che non t'ho amato dal profondo del cuore: il fatto è che non vuoi neppure questo. Lo sceneggiatore ama le Lofoten, non c'è verso che questo cambi.

L’altra frase dello sceneggiatore che le tornò in mente, dopo quella umoristica del cucù, fu quella sublime.

"La chiave per capire l’amore assoluto, sta, a volte, nel leggere a rovescio, le lettere che si scrivono per separarci: e cioè per trovare una ragione nella separazione, perché accade."

Rilesse seguendo la “chiave” da lui consigliata a rovescio.

Ti ho amato dal profondo del cuore ma nello stesso tempo volevo che tu annegassi, perché il tuo amore pure mi strozzava con tutta la sua potenza scissa e creativa, in cerca d’un assoluto che non vedevo.

Sono stata io a farlo ammalare. Io ho suicidato il nostro amore. L’ho spinto al suicidio. Dio voglia che il cucù lo salvi. Lo guarisca. L’amore c’è sempre più!, il mio amato sceneggiatore sei solo tu!

Acceso il motore dell'auto parti a velocità sostenuta. Lo specchietto le rimandava un volto segnato dal dolore ma con una lucentezza negli occhi che da mesi non aveva.