:: Accio e Cardellino: Fotografato peccato che lascia di Stuck - Capodanno Vienna 2020 con Mahler e Franz von Stuck. Ricordando Venezia 2018 con bacio da Oscar Kokoschka

 
Sara Mahleriana pronta al bacio peccato che lascia di Stuck





Accio e Cardellino

IL FOTOGRAFATO PECCATO CHE LASCIA DI STUCK
Vienna Capodanno 2020 con Sara Mahleriana





Franz von Stuck, "Il Peccato", Monaco, 1899.
Ne esistono diverse versioni. Una anche a Berlino e Palermo



 

Dopo il Bacio a Venezia di due anni fa da Oscar (Kokoschka) con Haendel; stavolta nel Capodanno a Vienna, con l’apporto basilare di Sara Alma Mahaleriana, è apparso l’inquietante rapporto con Franz Von Stuck per lasciarci labbra di stuc (doppio senso?, massì se ci penso: lo stucco sigilla si rimane di stucco a mirabolare così seduzione e baciare… nevverò?!)

 

POST SCRIPTUM VIENNESE CON LA "TECNICA" ALLE PRESE 




 




Ingredienti necessari per il "Fotografato peccato che lascia di Stuck!"

- Stare a Vienna.
- Conoscere un minimo i dipinti di Franz von Stuck, lui di Monaco, anticipatore della "Secessione viennese" firmata Klimt Schiele.
- Amata iconoclasta per cui devi tentare collegamenti intrepidi con lei; e che quando concede volto, parte di esso, gioca spensierata la parte della musa simbolista. Con cipria, labbra tinte, e borsette sotto agli occhi, che, 12 anni prima (nelle foto rubate o permesse) non c'erano. E che oggi tornano adatte.

 


 


Venezia 2018 - bacio espressionista da Oscar (Kokoschka)



 


DATI DI FATTO CORNICE AL RITRATTO


Questo nomadismo tra pittura simbolista e ritrattistica è ottenuto con un Huawei p30. Immagini che “rubo” o che per complicità Sara Cardellino si scatta. La modulazione dell’immagine s’avvale dei programmi nello smarthphone. Se scatto con la Leica uso riportate sul pc fisso con monitor da grafico, le foto (come le tavole e i dipinti), e se modifico lo faccio con il programma più semplice on line Picasa. Tutto qui.

Quanto vale, per me per Cardellino, è che realizziamo oggetti estetici, materiali o immateriali, che diventano, usando da parte mia vari generi e tecniche (alcune le ho imparate negli anni Settanta: come la Body Art o la Narrative Photo o la Poesia Visuale), traccia per uso interno alla coppia. Sia esso commedia gioco evento ludico sentimentale e quando è necessario adatto ad affrontare dolore male equivoci.

Questa “Piega”, per dirla con Deleuze (ebbi l’abilitazione per l’insegnamento della filosofia in licei e accademie musicali, mai usata, per stare nei tecnici e professionali), è adatta a me, a Sara. Somiglia all’interpretazione musicale che se non incisa si perde. In questa “perdita” o “uso” socialista per coppia di amanti, sta la mia filosofia di vita reale ed estetica. L’Olandese Volante, e fra l’altro ricorrono i tre anni dal suo inabissamento-fallimento (2012-9 gennaio 2017) lo pensai così. Stessa maniera i siti e blog dal 2000 in poi. Con ciò non voglio insegnare, indicare, alcuna estetica o alternativa per altri. Io ho voglia di far così. E soprattutto di vivere così il mio personale comunismo politico estetico. Se Sara non fosse tornata, la Domenica delle Palme 2017, da questo scemo che un po’ si sente Heathcliff e un po’ Jesse James, ogni mio vissuto si sarebbe chiuso col segno della sconfitta totale. Invece, come in un fumetto, in un romanzo popolare, in una serie tv, c’è stato il colpo di scena: e oggi invento per questa bella donna quanto di meglio possiedo. Ho il rimpianto che se a fine 2011 avessi seguito il suo invito a rinunciare di affidare quanto sopra al sito L’Olandese Volante, lei non sarebbe andata via, o sarebbe tornata dopo pochi mesi. 5 anni e 5 mesi son stati lunghi. Tempo per me buttato via. E pesano parecchio perché ho una età che ha scollinato i 65.

Quando ero a Bologna ex di Lotta Continua, nel 1977, in tempo per vedere Francesco Lorusso, un amico, ammazzato, Sara nasceva. Lei sa che pur essendo cresciuto a cacciucco e maestri del pensiero francioso, per me, ancora vale e sempre varrà, il cerchio di gesso attorno a quel corpo comunista, molto più di ogni teoria di Deleuze Foucault Heller. Di ogni estetica. Sento la sua stima. Mi protegge perché se ho un certo mestiere nei segni, sono grullo. Penso sia più forte di me nell’affrontare il reale. Anche il suo lavoro di interprete nell’estetica musicale che costa sacrifici altissimi. Che io ho evitato e non solo perché comunista fedele ai Manoscritti-Economico Filosofici come i frati a San Francesco che scrive Frate Sole, ma perché perdigiorno, e poco vocato alla continuità che impone metodo. Non è un caso, lei dice, non abbia mai scritto romanzi. Perché ci vuole tempo continuo. Sei stato continuo soltanto in Lotta Continua, dice sorridendo.

Ecco, a ciò nel 2020, devo rimediare. A partire dal ruolo di contadino episodico di bancarellista episodico. Stando via dal mondo telematico molto di più.