:: Accio e Cardellino: Mahleriana e Pucciniano. Vienna. Primo Movimento della Sinfonia n. 1 in RE maggiore di Mahler “Titano”


Accio: "Vuoi tu Mahleriana Veneziana ascoltar con me cosa fringuello dice e predice"
Vienna Capodanno 2020 





Accio e Cardellino

MAHLERIANA e PUCCINIANO

Sara x Accio Pucciniano

Accio x Sara Cardellino Alma

 

Buon Anno 2020, eccezionalmente Accio e Sara in duo scritto illustrato raddoppiato.



 


Teatro La Fenice Venezia - Sinfonia n. 1 "Il Titano" di Gustav Mahler. Primo Movimento
 

 

 

Sul Primo Movimento della Sinfonia n. 1 in RE maggiore di Mahler “Titano” ove ti prendo per mano.

Sinfonia oggetto di frequenti ripensamenti-miglioramenti-tormenti tra il 1884 e il 1888; perfetta per adattarne il suono del Primo Movimento a noi due, che ci siamo ripensati tormentati migliorati.

Mutazioni pure dopo la prima esecuzione avvenuta a Budapest, sotto la direzione dell’autore, fondamentale ricordarlo, autore della partitura la esegue e grazie al suono dell’orchestra la migliora.

Ti dice niente questo Accio? Non ci arrivi?! Ti prendo per mano che fa rima con Titano, e per noi due di titanesco - siamo due piccoli esseri - c’è solo il Destino che ci unì ci separò ci ha riunito la Domenica delle Palme 2017 dopo il naufragio dell’Olandese Volante nel gennaio precedente.

Accogli la mia mano con delicatezza sulla tua, amore mio, perché essa al tuo orecchio apre la verità che sul podio a dirigere siamo stati e siamo in due, soltanto così l’orchestra dei personaggi, emanati da te da me, dei fatti degli accidenti come delle gioie, hanno avranno perfezione con Destinazione. Perché come in questa sinfonia conta la perfezione però più importante è la Destinazione, lo evidenzia anche la rima, il significato da raggiungere esistenziale. Tutti e due cristiani puoi tradurre Grazia. Salvezza oltre la morte dopo aver vissuto sulla terra amore e peccato. Ora hai capito testone d’un pisano?


 


Accio: "Vuoi tu mahleriana veneziana danzar con me una pavana"
Vienna Capodanno 2020 




 

Il primo movimento si apre

con introduzione lenta di tonalità minore.

Tonalità annunciata gioia s’ode

Il Cardellino (lo ritroveremo più avanti) batte l’ali s’invola

nel presente che avviene raro nel passato nel futuro

è gennaio boscaglia d’incontri di luce si colma

dita si flettono sovra flauti oboi clarinetti fagotti corni

tuba cercano lo spiegamento degli archi. L’amore esce,

lentamente, dalle notti assiderate, dall’insània, mesce

rosa canina di maggio con mandibola del predatore

sveglio dal letargo. A tanto servirà l’uccelletto sul lungo pedale

di La sorretto dagli archi pungenti il tempo veneziano.

 

Gli strumenti a fiato dialogano a distanza scambiandosi brevi e sfuggenti segnali come sonorità naturali nell’inerzia del mattino che ci accosta; soltanto un segnale, attento qui con l’orecchio del cuore Accio, una morbida e misteriosa frase discendente dominata dall’intervallo di quarta, si lascia cogliere come motivo dotato di qualche “definibilità” melodica. Io Sara vengo a te, quando veramente conta, tra vari segnali ma solo uno devi cogliere e sdipanarlo se mi vuoi tenere mentre il pedale di La prosegue stacchi a fanfara di clarinetti trombe. Si forma l’unità tematica, tangibile per noi due, un’idea espressiva intonata dai corni, vengono dalla macchia di Marina di Vecchiano dall’Engadina di Karoline Knabberchen, dalle colline di Petrarca; e se lascia il posto al secondo soggetto melodico, lo intendi che c’è il due?, con violoncelli e contrabbassi, accostamento singolare vero?, come io e te, che disegna una linea cromatica ascensionale articolata sopra figurazione ritmica uguale a se stessa: ci riconosci la nostra coppia in essa? Sembra l’ape nella stanza vuota stordita felice dal profumo mattutino della mimosa rifiorita e non pensa ad uscirne.

A questo punto la sfumata atmosfera dell’introduzione, anche asprigna, apre al solare ingresso del tema principale di tutto il movimento che però lo è di tutta la sinfonia n. 1.

Il suo apparire affidato a violoncelli e fagotti riprende l’essenza melodica del secondo dei Lieder eines fahrenden Gesellen ovvero i Canti del Vagabondo composti da Mahler tra il 1883 e il 1885. Qui dovevamo giungere io e te ad inizio anno 2020. Dopo il capodanno a Vienna e tornati a Venezia. Ecco perché basta il Primo Movimento da ascoltare assieme. C’è il Vagabondo, tu, c’è il Fringuello io. Vagabondo Perdigiorno, Illusio, testa tra le nuvole poco adatto al lavoro e soprattutto “Eroe da libro senza libro” se vogliamo abbellire ogni tuo fallimento nei segni; ed io che da Fringuello come lo nomina Mahler divento Cardellino: che ama per la seconda volta un uomo stando due volte nel suo petto: tu Accio.

Questi versi per Mahler dovevano dare all’intera Sinfonia il nocciolo del messaggio sentimentale, vero cuore discorsivo della Prima Sinfonia. Oggi vero cuore poetico per noi due. Senza bisogno di aggiungere altro.
 

Stamattina me ne andavo per i prati

La rugiada ancora imperlava l’erba

Tutto allegro il cardellino mi disse:

Buongiorno a te! Come te la passi?

È bello questo mondo, non è vero?

Zink! Zink! Bello e lieve! Ah come mi piace il mondo!

 

Ascolta sempre il mio canto e zirlo, Accio, e stiamo assieme cercando, anche se attorno c’è angoscia dolore, la leggerezza. E se puoi, e devi farlo sennò volo via!, lascia da parte la tua anima da cacciatore pucciniano, c’è pur’esso nella Sinfonia e diciamo che anche tu stesso hai accettato d’esser seppellito; e tornato cacciatore in altro modo, che se proprio devi spararmi lo fai coi coriandoli dell’allegria di cui sei capace e per la quale, sappilo, ti amo. Spara coi coriandoli, nell’anno che viene, anche a chi ti fa del male o te lo fece, e mi farai ancor più felice e tu stesso lo sarai di più!