:: Sara Cardellino - Claudio Di Scalzo: Noi due nel Magnificat di Bach


 

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Sara Cardellino - Claudio Di Scalzo

NOI DUE NEL MAGNIFICAT DI BACH

(Per il tempo del male che finisce per quello che si apre dell’amore e del bene)
 

Bach è il compositore che più amo, il più grande di tutti. Nel suo Magnificat c’è quanto cerchi e cerco. Troviamolo assieme nell’anno che viene, Claudio!, e per Natale niente soprannome Accio, con Bach ti voglio soltanto buono! Il concerto è appena terminato. Il mio flauto traverso ha vibrato assieme agli altri che lo stesso Bach inserì al posto di quelli dolci nel 1730. È stato un successo. Mi hanno fatto tanti rallegramenti però al Cardellino preme il tuo. So che giungerà ancora una volta sorprendendomi, e, "la donna che visse due volte nel tuo cuore", udrà un ulteriore sviluppo del tema teologico amoroso che ci unisce, grazie a Bach. Ti bacio mio Kantor di Vecchiano

 

"Sara Cardellino suona nel Magnificat di Bach. Flauto traverso"
 Acrilico e tecnica mista su carta - dicembre 2017, cds


 

1
La mia anima magnifica il Signore (Coro)

La musica può guarire il corpo e magnificare l’anima se in essa c’è la teologia accosto alla medicina del Bene.
Spazio e tempo racchiudono la nostra forma perché non resti soltanto materia bruta il Signore la rende bella con i temi le voci i suoni che l’inaudita libertà di Bach ci consegna.


 

5
Aria (Basso)
Perché l’Onnipotente fa per me grandi cose e santo è il suo nome

Quando l’albero è stato travolto dalla burrasca, dalle ferite degli anni, quando ha dato l’ultimo frutto, e cade, non è finito tutto! Il seme nella polpa genererà un altro destino in cerca d’eternità. L’onnipotente fa questo per il singolo e per ognuno e non bisogna temere il fulmine che ti schianta al suolo perché soltanto allora il seme trova la sua via alla luce. Lezione più alta di contrappunto non esiste, e l’ho intesa ascoltando Bach. Aggiungo che questo contrappunto resta sempre a metà e necessita per completarsi, oltre ogni risorsa umana, del soffio divino.

Il Magnificat è la traduzione musicale di teologia e simbologia cristiana. Raggiante oltre ogni limitatezza di commento. Bach è grande per questo. Il sacro questo pretende. Che Dio non sia affiancato e limitato dalla sembianza dell’intelligenza con la vocazione a spiegare l’inspiegabile. Il Magnificat è per gli umili. Che verranno saziati.

L’Inno nel Magnificat, le sue potenzialità, sono da Bach assecondate con scelte che ne sviluppano il messaggio, la polpa e il seme. Ogni corpo è transeunte non deve arrogarsi falsi diritti sull’essere né su Dio, quanto io Bach devo imprimere nel suono è la presenza dell’anima in attesa del suo stampo divino.

Ma per ottenere questo risultato chiaro per ognuno che ascolterà e vivrà l’esperienza di corpo e anima, di seme frutto ramo albero abbattuto, la struttura dell’opera deve essere perfetta. Nella distribuzione a cinque voci e nell’impiego dell’organico strumentale: che allinea nelle parti dei fiati accanto a flauti (traversi e così Sara Cardellino può suonare nel Magnificat stando uccelletto sull’albero giovine che è nato dal seme di un antico albero schiantato nel 2017) oboi e fagotto la presenza squillante - anche seme decisamente trionfale! - della terna di trombe e dei timpani.

Il Kantor di Vecchiano esce di casa. Cammina sul ghiaino bianco. Raggiunge il cancello verde. Lo apre. Ascolta le campane di Sant’Alessandro assieme a quelle della Chiesa di Santa Maria di Nazareth o Chiesa degli Scalzi. Perché sta guardando verso Venezia.