:: Claudio Di Scalzo: Io, Sara Cardellino, e Villa Lobos con Fondale

                                     

 

 

 

 

Claudio Di Scalzo

 IO, SARA CARDELLINO, E VILLA LOBOS CON FONDALE

 

(Vecchiano,  4 aprile 2017) - Ore 4,00. Sono sveglio. Il CUORE TAMBURO batte!

Questo piccolo dipinto fu, è, importante. Realizzato nel 1989 ce lo scambiammo nel 2009, venti anni dopo diventava l'asso del nostro amore. Un fondale misterioso. Sei anni dopo torna, Sara.  E porta soluzioni nella notte a noi due. Il cuore tamburo è anche un dato medico Sara, amore mio. IL cuore del personaggio, e dell'autore?, all'improvviso ha delle accelerazioni, dei picchi, batte "a sproposito!" Rientra probabilmente nei transiti dell'angoscia o dei disturbi psico-somatici, nella scissione degli emisferi cerebrali che saltano da sinistra a destra nella crapa e viceversa? E poi tornano al loro posto? non lo so! non mi sono mai fatto visitare.

BATTE IL CUORE TAMBURO. Batte. Lì per lì ancora mi spavento. Poi lo lascio fare.

 

 

 

Il CUORE TAMBURO è un CARDIODRAMMA. Lo sai, sara. Sta accosto a Melodramma. Ma stanotte capisco che non solo è possibile scrivere e illustrare il proprio Romanzo e farlo in amore, seguimi ti prego Sara cardellino, ma ci vuole una sorta di spartito prima ancora di eseguire tutta la musica. Ci vuole che l'atmosfera armonica e melodica della pittura e della scrittura posino sulla disciplina del contrappunto. Ecco perché ascolto di VILLA LOBOS, a quest'ora della notte, le BACHIANAS BRASILEIRAS.

Dal mio folklore esistenziale drammatico o umoristico che sia, con i suoi eventi popolari e di classe politici, anarchia, devo procedere ad acquisire la misura metrico ritmica (una vera e propria organizzazioni dei Tropi e della Stilistica e della Grammatica-Lingua-Stile-Stilemi-Fonetica) da Bach.

Ogni accentuazione della fantasia deve avere la mediazione della musica perfetta e organizzata verso un disegno superiore che sta in Bach. Anche nell'impresa che penso c'è Dio e l'amore assoluto da lui copiato per donarlo sulla terra all'amata. TU SARA CARDELLINO.  

Solo così eviterò le catastrofi del mio passato compresa l'ultima che, dandomi dolore altissimo e angoscia, ha messo a rischio la mia esistenza, proprio quando dovendo curare mia madre necessitavo di tutte le mie forze!, e la vita-segno di tutto quanto avevo scritto, in assoluta fiducia e candore, da Povero Scrittore-Musicante senza grammatica, in questi cinque anni (superando cento volte nei terribili sommovimenti quanto accadde nel 2011 come “cancellazione” quanto tu fosti Medea T. Vir).

 

 

 

Tu, Sara, te ne prego e ancora te ne prego, accetta questa “Stramberia metafisica notturna”, d’un Povero Scrittore-Musicante, questo notturno con uomo solo, che in te e nella musica cerca la vela adatta per salvarsi nell'amore.

La battaglia l'ho combattuta, dice San Paolo, e l'ho persa. Ma ho mantenutola fede. Fede che l’amore assoluto possa esistere. Come quello che cercano, nel dramma, Karoline Knabberchen e Fabio Nardi.  E tempo di lasciare questo porto di sciogliere le vele e andare dove è disegno che io vada. La vela della nave, la più importante, è l'ultima avventura, voglio scioglierla con te. Accetta questo invito, questa possibilità, questa Religione, questo Comunismo, questo Romanzo.

Ti aspetto, col nome che vorrai darmi.