:: Karoline Knabberchen - Fabio Nardi: Mela senza bruco

Karoline Knabberchen: "Mela senza bruco" - 1980 - Parigi

 

 

 

 Karoline Knabberchen - Fabio Nardi: Mela senza bruco

 MELA SENZA BRUCO

Caro Fabio, in Boulevard de Montparnasse, non molto distante dall’albergo di Zio Lenino, ho scattato con la mia autofocus Pentax, questa fotografia. E’ venuta sfocata. “Buono il soggetto, sbagliata la fotografia”. Ha sentenziato il negoziante che me l’ha sviluppata. Quando tornerai da Lione te la faro vedere. Intanto ti scrivo. Sono convinta che il soggetto sia disvelante, che la fotografia sia indovinata. Perché su di essa svolgo la mia metafisica. Compio una sorta di diario in merito all’amore. Tu seguimi fotografo portento, segui la tua ranocchietta-Knabberchen filosofa di talento. Ogni visitatore giunge alla porta batte la mano sulla mela, e gli viene aperto. Giungo io. Dietro! nel vano scuro c’è il Destino. Il silenzio. Potrebbe darsi vi soggiorni, un po’ dimentico di cose terrestri, qualche divinità stramba. Io Karoline Knabberchen devo annunciare che il nostro amore non avrà mai fine. Mi avvicino e mentre fotografo mano e mela non batto il batacchio batto sillabando: TI AMO. In questa mela mai entrerà il bruco che ne fora la buccia, che danneggia la polpa, che impone il marcio al seme.

La fotografia potrà anche apparire sfocata, incerta nella dinamica del colore, ma l’essenza è perfetta. E chi sta dietro alla porta, sia esso il fato, una divinità, oppure lo stesso nulla, sappia che quanto ci lega non avrà fine.

Questa fotografia, questo soggetto della fotografia, un batacchio scic liberty per porta, contiene il costante movimento della riflessione teoretica che mi agita in questi giorni: il toc toc toc TI AMO tutto lo riassume. La mano posa sul concepimento estremo e dialettico della nostra sintesi (tra migliaia possibili), rende visibile l’indissolubile, e che siamo indissociabili l’uno all’altro. Questa mano che batte sulla mela per me per te porta a fine coerente il gioco del Reale e dell’Apparenza in una nuova dimensione. Un supporto comune, batacchio su altre centinaia di porte, per noi, è un’altra sistemazione dell’Assoluto. Tale fotografia è poetica per questo. Riuscita. E’ poesia che apre sull’attimo e sull’infinito. Tutto quanto mi accade è perfettamente inutile eppure perfettamente necessario. In questo punto registrato da un clic si vince l’usura del tempo, il bruco del peccato, e quello della colpa. Ora, mentre piego il foglio, se permetti, amore mio, piango di felicità.

 

 

 

 

POLPA BRONZO PURA

Mela bronzo apostrofo parigino
Sul fluviale T’Amo in festa
Il legame nostro è divino
Vale per il cuore per la testa.

L’amor che Karoline e Fabio tegnon in petto
Non avrà mai usura
Custodito con passione e diletto
Vive fotografia reale pura

 

Io invece, Karoline, ritrovata la lettera e la fotografia, mi commuovo, nella gioia, trentacinque anni dopo. E nella poesiola  riletta,  che allora scrissi, si rimarca, come tu fossi poetessa e filosofa, che trovava  la metafisica, e io invece gli scherzi al significante; ero un artista d’avanguardia uno dei tanti, tu avanguardia dell’essere in cerca d’assoluto, e unica. Ecco perché nell’amore che ci legò e lega sei tu la protagonista più importante. Tuo (per sempre) Fabio Nardi