:: Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi: Dittico lunare ancora da rivelare

 Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi

Dittico lunare ancora da rivelare

(1980 - Parigi - 2015)

(Canzoniere di Karoline Knabberchen)

 

Fabio Nardi: "Luna perla di lusso" - 1980

(Con la Domirex Konica foto malinconica)

 

 

 

I

LUNA PERLA DI LUSSO

seguo lo spostamento della luna - petto del notturno che va e viene - ansima perlato - il tetto testa s’impresta a effetto cappello (sul più bello?) con perla - perla immobile avvezza a guardare lontano da guardata - lenta spinta devota delle finestre illuminate - angolo di ripresa racconta la ringiovanita moltitudine dei comignoli parigini - luce e ombre smarcate nel bianco e nero - partita Di Nardi (fotografo) pareggiata con le vestigia del diario - controcanto delle perdute parole di Karoline Knabberchen braccia accoste alla Konica Domirex, bocca che succhia la perla lunare vicino al mio occhio - sempre vicino sta il cielo nella chiusa caduta del movimento lunare bambagia di soffusa luce - debole notte percepita nitidezza del macchiato (d’incoscienza) mirino d’un lontano pensierino ciarliero (ancora ancora ancora) marzolino - così com’ero nella notte tumulata morbidamente imperlata - se le rime facili sono il viatico per l’ora difficile da sostenere realizzerai fotografie senza tempo, mi dice e disse Karoline Knabberchen –

 

 

Claudio Di Scalzo: "Mezza luna tetto intero" - 2015

(con la Nikon Coolpix foto da Grand-Prix)

 

 

 

II

LUNA MÈZZA TETTO INTERO

se il particolare chiede il colore sarà traditore - canticchia il fantasma di Karoline Knabberchen - se la luna che è mèzza e mézza nella materia viva del cielo bussasse muscolosa ai vetri del frontone sarebbe accolta lasciando il notturno vuoto dalla sua regina - cerco il particolare il dettaglio armonico dialettico nella traccia suggerita d’inizio e fine della notte parigina: notte sabbiosa con sola direzione della nostalgia (in dittico) verso altra notte parigina del 1980 - fotografo con la modesta Coolpix Nikon L29 digitale tanto vale - ogni funzione decorativa dovrà apparire funzionale alla sopita notte degli atti umani: struttura tonale dell’insieme (nel colore) concepita scena in cerca del corpo umido assente pianto - mezza porzione di verità fotografica con l’intero scritto Canzoniere di KK: intera notte nata dalla coscia del rimorso palato scosso - esposizione (dell’uomo e della donna assente sotto la luna) curva invasa dal marmo dell’ex pellicola esistenziale finita male -  se la rima diventa didascalia (tua e mia) resta per capirne la necessaria follia, mi dice e disse l’amata.

Sono ancora il tuo fotografo, rispondo, non sarò mai più intero nel presente. E sono passati trentacinque anni.