:: Claudio Di Scalzo/Fabio Nardi: Manfrina surrealista 1 - 2

 

 

Claudio Di Scalzo

MANFRINA SURREALISTA PARIGINA VISTA

 

1

L’ORINALE DI RIMBAUD PER KAROLINE KNABBERCHEN

Se tutto è visione e se ella si adorna drammatica in ogni locazione del corpo nel giardino ontologico dove pure si piscia (Picabia scrisse “Rimbaud” sopra un vaso da notte) lo sguardo che ebbi di te (e che conservo) porta al ricongiungimento nell’alchimia della percezione artistica assoluta con un che (asprigno) di manfrina.

Lo sai che mi garba tanto fare il surrealista a Parigi in Montparnasse ferro da stiro del ricordo sull’asse! Ridi ridi grulla morticina – ridi Karoline Knabberchen!

 


Fabio Nardi "Moulin de la Galette" - 1969

(scanner su vecchia stampa ritrovata)

 

 

2

MOULIN DE LA GALETTE FIGURE IERI E OGGI ALL’AUTORE STRETTE

(con la partecipazione di Picabia)

 

Dice Picadia: Il est impossibile de savoir ce que c’est que la peinture; la peinture ne s’apprend pas; le génie, c’est ignorer les autres. 

La pittura… ma anche la fotografia, aggiunge Fabio Nardi.

Nella fotografia sul “Moulin de la Galette”, pessima fotografia che il tempo del grafismo bianco-nero ha reso ancor più indecente, quanto conta sono le tre figure sgranate e fantasmatiche. La familiarità che hanno con la Morte. Con la fretta di raggiungere qualcosa che somigli al nulla e che per sempre gli verrà impedito. L’ingranaggio fotografico sposta lo sguardo, di me che torno quasi cinquanta anni dopo su questo selciato, in una pagina memoriale che è anche un capezzale artistico, dove son visitato dalle tre persone membri di ogni storia possibile, che mi suggeriscono il corporale e il mentale del mestiere fotografico: congratulandosi con me. Fabio Nardi sei rimasto un ottimo principiante. La storia non si conclude. E fra dieci anni qui, tolto il pavé che serve per le rivolte, per un più tranquillo asfalto, camminerai con la futura morticina Karoline Knabberchen (1959-1984). L’unica che nella storia fotografica muore per davvero.