:: CDS: Serate d'un proletario raffinato, 1 - Hegel

                                   

 

 

Claudio Di Scalzo

SERATE D’UN PROLETARIO RAFFINATO, 1

Tempi di elezioni. Spirito spiritato in varie mode decantato. Ricorro, per difesa, ad Hegel. Alla Fenomenologia dello  spirito.

“…la nostra epoca è un tempo di nascita, e un periodo di transizione. Lo spirito dell’uomo ha rotto con il vecchio ordine delle cose. Lo spirito del tempo, che lentamente e sommessamente matura per assumere la sua nuova forma, disintegra, frammento dopo frammento, la struttura del mondo precedente”.

La “vita dello spirito” - gli faccio dire ancora sotto tormento elettorale via web e sovra italico suolo nel 2014 a maggio - “perviene alla propria verità soltanto quando esso si è del tutto disintegrato”. Il mio Dottor ACCA mi dà a questo punto una pacca, a me proletario filiato da lui marxista, aggiungendo invocazione a traversar le forme della rovina.

“Dal momento che l’Ego puro vede se stesso fuori di se stesso, e in frammenti, tutto ciò che possiede unità e continuità, tutto ciò che porta il nome di legge, bene e giustizia, èa nch’esso, di conseguenza, in frammenti, e va in rovina; ogni identità ed ogni armonia si rompe, poiché domina la divisione e la frammentarietà più totale, ciò che era assolutamente essenziale è assolutamente inessenziale, ciò che possiede l’essere in sé ha il proprio essere fuori di sé; l’Ego puro stesso è totalmente disintegrato”

                                              Se la prassi elettorale web t’assale

                                              Pesca sapienza nella mezzanotte

                                              Dello spirito con sue frotte

                                              La vita liquida è male

                                              Lo suggerisce H che l’ego stagna

                                              Vieppiù se in rovina si lagna

 

 

                                                        

 

 

A questo punto ho preso ad ascoltare, con al piano Sofronitsky, la sonata n. 1 in F-sharp minor op 11, di chi delle rovine, anche sue cerebrali, se ne intendeva: Robert Schumann. Poi ho suonato il campanello all’Ans Kloster in Ruinen di Novalis: “lì adesso tu giaci e sei caduto / distrutto dalla forza del Tempo”. E sono entrato nell’abbazia di Eldena, in rovina che era stata appena dipinta - mi son macchiato la giacca nell’entrata - da Caspar David Friedrich.

 

 

 

La compagnia romantica mi ha fatto dimenticare, a me proletario di Vecchiano, la tenzone elettorale. E fatto scoprire una qual certa raffinatezza nel fuggire l’idiozia di questi chiassosi tempi, spesso intrisi d’ignoranza e frettolose interpretazioni senza capo né coda.