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:: Federigo Tozzi: Parole di un morto
19 Ottobre 2013

  

CDS: Siena no, Croci sì" - Ottobre 2013

 

 

Federigo Tozzi

PAROLE DI UN MORTO

Hanno già messo i chiodi sopra la mia cassa. Il mio viso è disfatto: la mia bocca gonfia, le mani a pezzi; e gli anelli d'oro, che mi hanno lasciato alle dita, entrano nella carne del ventre. Per quanto il mio udito sia ingrossato, ed io ci senta in un modo come se avessi gli orecchi chiusi con la bambagia, odo suonare la musica; come, dianzi, piangere.

Mi dispiace lasciare così la casa, per sempre: so che non ci tornerò più; e oggi dev'essere una bella giornata limpida, tutta odorosa; e la gente allegra. Dinanzi alla mia casa devono ancora passare, gli innamorati, fermandosi a guardare le mie rose che Celestina annaffia tutti i giorni.

Che importa se io non ci sono più? Tutto è come prima; e mio figlio è felice con Lorenza.

Avrò tempo di pensare a tutto prima di essere messo sotto terra? Perché ho paura di sentire la mancanza dei miei pensieri, la mancanza della mia anima; e chi sa per quanto tempo non potrei né meno piangere! Ma non mette ormai conto parlare di me, e né meno del male che mi ha fatto morire.

 

                                                              

 

Il ritratto fotografico fu eseguito nello studio di Anton Giulio Bragaglia tra il novembre e il dicembre 1919, ora nel Fondo G. A. Borgese. Biblioteca Civica “A. Hortis”, Trieste.

 

 


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