:: Carlo Emilio Gadda: Sette favole

  

 

 

 

Carlo Emilio Gadda

SETTE FAVOLE

  

Quando l’aquila ebbe rapito Ganimede, si disse: “che bel pollo!”

 

 

Un tale disse all’autore: “Lei deve essere fiero di contribuire”.

“Sono fierissimo,” rispose l’autore contribuendo.

 

 

Un vecchio pappagallo, sentendo sé prossimo alla fine, volle registrate sul disco le frasi che tuttodì andava ripetendo ai passanti. Nacquero così le opere complete del pappagallo.

 

 

Il Brontosauro opinava che il verbo brontolare l’avevano inventato per fargli rabbia.

Questa favoletta ne dice che il permaloso è debole opinante.

 

 

Un critico veduta una bionda che si pettinava, le chiese un capello.

“Per che farne?” domandò innamorando la bella.

“Per spaccarlo in quattro,” rispuose il critico

 

 

Il polo Sud, appena avvistato l’ammiraglio Bird, chiesegli notizia del polo Nord. Questa favola ne dice che talora ci ricordiamo de’ fratelli.

 

 

 

Andava, la paziente carovana, lungo l’infinito sentiere. 

Questa favola è detta de’ cammelli, de li arabi, de’ muli, delli alpini, delle inestinte formicole.