:: Claudio Di Scalzo: Baudri Pard (con foto Mara Zap istriana)

 

 

 

 

Claudio Di Scalzo

BAUDRI PARD

 Letture estive d'Istria 1 

Non c'è altra cosa come ben faccia rileggere qualche lontano libro evocante una tempèrie rivoluzionaria. Metti uno di Jean Baudrillard "Per una critica dell'economia politica del segno", 1972, 1974 in traduzione italiana per Mazzotta. Il Nostro propone un'estetica rivoluzionaria a partire dal valore d'uso e di scambio marxisticamente fondato per raggiungere una "società semiurgica" dove le arti siano veramente liberate. Dopo aver rivoluzionato la divisione del lavoro in economia. E, e, e, e... per uscire dalla schiavitù della merce-scambio-vendita-feticcio, polemizzando con chi pensava che semplicemente usando la tecnica video o xeros in proprio si potesse sconfiggere la potenza capitalistica e proprietà dei mezzi di produzione, suggerisce, Baudri, uno scambio comunitario rivoluzionario "alla pari" tra avanguardie e movimento rivoluzionario. E tra, ovviamente, gli artisti.

 

 

Siamo nel 1972. Accipicchia, mi son detto, oggi nell'epoca web, e son 15 anni che vi sto, non ho visto uno straccio di progetto d'intellettuali e artisti e politici esteti capaci d'andar oltre la pubblicità del loro prodotto in vendita-feticcio per valore altisonante ancorché autoprodotto. Facebook mi sembra ne testimoni a iosa la prassi da Lumpenproletariat culturale. Ah gli "antichi cavalieri dell'Ideale". Eleggo "Baudri mio pard". Con affetto. Anche verso le mie letture di ventenne tra Parigi e Pisa. E riscopro una qual certa coerenza esistenziale: infatti L'Olandese Volante, navigante con Chiara Catapano, proprio su questa lontana idea (in parte) si basa. Rivoluzione estetica contro la merce oggetto per farla diventare prodotto libero. E poi mi chiedo... ma che fine avrà fatto Baudrillard... sarà per caso pentito da qualche parte?

 

CDS: "Il cubismo di Mara Zap a Praga Istria", 2