:: Claudio Di Scalzo: Achilles Last Stand dei Led Zeppelin per tornare a Sud

                                             

 

 

Claudio Di Scalzo

ACHILLES LAST STAND  DEI LED ZEPPELIN PER TORNARE A SUD  

 

 

 

L’ultimo capolavoro nel cielo bizantino del rock.  Dei Led Zeppelin.  Achilles Last Stand, L’Ultimo viaggio di Achille. Nell’Album PRESENCE, 1976. L’apparizione di questa epocale canzone, mitica nei suoi rimandi omerici, fu per me infinitamente più importante della notizia che Mao era morto, e con lui ogni comunismo. Che si riverberava in Cambogia con i Khamer rossi collezionisti di teste soffocate nel naylon in mostruosità epocali. Se i miei compagni di Lotta Continua avessero condiviso con me questo entusiasmo sarebbero stati vaccinati dallo svenarsi sui dilemmi del Compromesso Storico. Perché la vitalità della giovinezza che tanto artisticamente gli Zeppelin interpretavano avrebbe dovuto esser compito dei rivoluzionari indicarla, secondarla, contro la mortifera recita dei Brigatisti e, a breve, dei loffi conati del riflusso in qualche rilkismo o hessismo di maniera. O neodadaismo da movimento bolognese 77 per dare, ai Bifo di turno, il ruolo per i 40 anni a posteriori di interpreti della rivoluzione ludica mancata in Italia.

Nella canzone c’è l’ordito dello spazio e la grandiosità dei temi innalzati in vortice dalla chitarra di Jim Page e dalla batteria di Botham. Architettura chitarristica per strati sovrapposti come in Stairway To Heaven ma ad un livello di assolo che comunica il battito di ogni cosa che, chi “cavalca il vento”, può vedere. Solo così. “Oh ridere forte, ballando mentre combattiamo la folla”. Ci pensa la batteria con precisione inventiva esplosiva a suggerire che quanto vale è “cercare l’uomo con la mano che indica il passo del gigante che si manifesta”. L’Achille ricordato è frutto d’ironia, e questo vale come il racconto del sublime viaggio, ne fonda l’umanità,… Plant aveva avuto un incidente, canta sulla sedia a rotelle, non resiste all’impeto dei suoni, si alza, accenna un passo di danza, rotola sulla gamba ingessata, il suo tallone d’Achile era l’ingessatura e non saper contenere l’irruenza. “Oh salpare verso altri giorni, raggiungere il sogno che si nasconde dentro e non si è mai visto.

 


 

L’intenzione di Jim Page era quella di innalzare, nel suo solito conciso strumentalizzare ogni immaginario, di innalzare una cattedrale gotica. “Con strati decorativi e statue”. Chi può negare che non ci sia riuscito? 

Ho sempre ritenuto il vitalismo fondante anche la creatività letteraria e artistica. I Led Zeppelin son stati miei amici in questo. Anche ora lo sono. In questa canzone l’achilleo eroe torna lì dove ha patria. “Oh le canzoni che canteremo quando alla fine torneremo”. Quando tornerò a Sud dalle Alpi dove risiedo,  anche fossero gli stornelli lucchesi da intonare  Brem  brem  non  so  star  lontan  da  te, sarò ancora dentro la felicità mediterranea.