:: Sconosciuta di Pisino: "Lo stesso uomo". Su Luigi Dallapiccola

 

 

 

LO STESSO UOMO

(Trieste Transmoderna)

La famiglia trentina che era venuta ad abitare a Pisino, qualche strada più in giù rispetto alla casa di mia nonna, proprio sotto il castello, è la famiglia Dallapiccola.

Luigi Dallapiccola, inseguito dalle brutture nazionaliste: fuggito da Pisino prima, perché il padre era inviso all'Impero; da Trieste poi, quando la cecità del fascismo lo sospinse fino a Firenze, sua città d'adozione.

"Luigi Dallapiccola", "Comandi". Comandi si usava, da noi: comandi che un giorno forse è diventato pasto amaro per molti. E tutta l'inaudita violenza del nazionalismo, l'orrore della guerra, li trovò ripiegati soggiogati asserviti alle leggi musicali, in quel Manuale dell'armonia di Schönberg che lo introdusse alla dodecafonia: note non imparentate che suonano assieme. Eserciti in movimento, granate addosso al nemico, contraerei di suoni, approdi. Liberazioni.

L'uomo Luigi era già lontano, quando mia nonna usciva una sera che i tedeschi irruppero in casa, prelevarono la sorella partigiana e la trascinarono verso le fosse. Mia nonna era sicura che non morì subito. Finì soffocata sotto i corpi degli altri, fucilati a decine.

Il fiume Foiba li ricorda tutti, i cadaveri, già prima dell'arrivo dei Titini: già conoscevano, i tedeschi, il rito della soppressione, che non fu comunista o nazista. Era lo stesso uomo guardato da un'altra angolazione. Come lo stesso uomo era quel resto grottesco, dalle Foibe ai campi di lavoro.

Luigi Dallapiccola! "Comandi!", a scuola così si rispondeva e allora bisognava scriverlo anche in musica, che gli schiavi gridano forte Comandi!, più forte per non sentire il tonfo dei cadaveri che rispondono anche loro all'appello.