:: Franz Marc: Scelta di aforismi. Traduzione Margherita Stein

 
Franz Marc: Covoni nella neve 
 

 
Franz Marc è il fondatore a Monaco, nel 1911, assieme a Kandinskij del Blaue Reiter - e cioè dell'Espressionismo tedesco nella versione ruotante attorno a Monaco - ma anche fine scrittore di riflessioni sull'arte e la metafica della pittura. Il Blaue Reiter editerà una rivista, un almanacco che nelle sue uscite completa le mostre in corso del gruppo. Franz Marc nasce a Monaco nel 1880. Morirà a Verdun, in guerra, nel 1916. Marc studia nell’Accademia della sua città con Hackl e Von Diez. E’ a Parigi nel 1903 e nel 1907. Qui approfondisce appassionatamente Van Gogh. In patria, a partire dal 1910, fu amico di Macke e Kandinsky. Nel 1912 torna a Parigi e conosce Delaunay e i futuristi.
Il “Cavaliere azzurro” è l’altra valva dell’espressionismo tedesco. Ma non combacia con la Die Brucke, il Ponte. Per il semplice motivo che quest’ultimi sono più vulcanici, più gestuali e selvaggi, ma anche più legati all’immaginario tedesco. Più nazionali, potremmo dire. Franz Marc, assieme a Kandinsky e lo svizzero Paul Klee, hanno invece il galoppo azzurro verso il loro presente spirituale, e fanno della filosofia metafisica sull’esistenza. S’immergono nei problemi musicali e letterari e sono attratti dalle scienze naturali. I cavalieri azzurri vaticinavano un superamento della tradizione non soltanto a partire dalla forma ma coniugando questa con la microfisica e le nuove riflessioni sulla realtà. In più, e lo si avverte nei loro dipinti, in quelli di Marc in particolare, una baldanza mista ad inquietudine verso un futuro che se appariva inconoscibile e foriero anche di drammi, dava però a questi artisti la possibilità di misurare la loro vocazione eroica a sostenere una nuova estetica.
La Monaco dove dipingono, allora, come oggi, era un Giano bifronte, da una parte il provincialismo delle istituzioni e dei comportamenti, dall’altra la vocazione cosmopolita irradiante cultura e novità.
Ma la morte a Verdun, in guerra, di Franz Marc interrompe questo progetto virtuoso. Poi verranno le SS a distruggere le tele e Monaco sarà soltanto birra a fiumi unita alla berciante grossolanità di chi disconosceva ogni valore a questo movimento. Ed erano tanti. Non soltanto in divisa.  Claudio Di Scalzo
 
 
 
Franz Marc, Aphorismen, Aforismi
Scritti al campo all’inizio del 1915
 
Gli aforismi, una piccola scelta, sono stati tradotti, negli anni Ottanta, da Margherita Stein, che qui abbino "cavallerizza azzurra a Monaco" alla prosa di Franz Marc. Allora cercavamo assieme i dipinti dello sfortunato pittore. Notizie della traduttrice si trovano nell'annuario TELLUS 27: "Dalla Torre Pendente alle Alpi, viaggi e altri viaggi", 2006, avendo tradotto "Lenz" di Büchner, "Spedizione notturna attorno alla mia camera" di Xavier De Maistre, e la "Lettera di Lord Chandos di Hofmannsthal". Margherita Stein collabora episodicamente all'Olandese Volante. In certe prose e brevi saggi, in accordo con lei, mia lontana (nascosta) fidanzata, inventammo una semi-eteronomia, poi pubblicata circa trenta anni dopo nell'annuario Tellus 30; "Narrazioni per 4 stagioni".
  
1
Ogni cosa ha il suo involucro e il suo nocciolo, apparenza ed essenza, maschera e verità. Che noi si raggiunga solo l’involucro invece dell’essenza delle cose, che la maschera di esse ci accechi in modo tale da impedirci di trovare la verità, in quale misura ciò influisce sulla chiarezza interiore delle cose?
 
25
Nel XX secolo vivremo fra volti estranei, nonché fra quadri e suoni mai conosciuti prima.
Molti che non hanno l’ardore interno geleranno, non sentiranno che freddo e si rifugeranno nelle rovine dei loro ricordi. Guai ai demagoghi che vorranno strapparli di là con la violenza. Ogni cosa ha il suo tempo e il mondo ha tempo.
 
31
Le tradizioni sono una bella cosa; ma solo creando secondo la tradizione non vivendo di tradizione.
 
39
L’artefice onora il passato in quanto lo lascia riposare e non vive dello stesso. La tragedia dei nostri padri sta proprio in questo, che essi, simili ad alchimisti, volevano convertire in oro polvere veneranda. Persero così la loro potenza. Indagarono su tante civiltà da perdere l’ingenuo potere di creare una civiltà propria.
 
56
Il nostro vecchio mondo sensitivo è stato lentamente demolito dallo sviluppo della nostra scienza universale; il nostro modo di vedere poetico e pittorico è completamente cambiato. Ciò che prima la nostra passione concepiva come "materia figurativa" si dissolve ora in semplici rapporti numerici e in vibrazioni. (Di qui anche la comprensibile, ma pure giustamente biasimata, povertà e vacuità di molti quadri moderni o modernamente pensati).
Noi non ci fermiamo qui. La nostra passione non s'infrange più sentimentalmente contro le cose, ma cerca la sua via d'uscita, il suo "trionfo attraverso la forma" nei quadri di profondo significato, che mostrano al nostro occhio attonito le leggi naturali da poco comprese.
 
67
Senza pretese, quasi senza speranza nacque anni fa il pensiero di un’arte dalle “forme pure”. Le sue giustificazioni si nascosero dietro pretesti e teorie che non scortarono degnamente l’audacia e la purezza della nuova opera. Nessuno osò dire semplicemente che la giustificazione sta, nel nuovo modo di vedere europeo, in una nuova opinione della vita, e che noi ci troviamo già in mezzo alla luce del nuovo volto che presto o tardi darà novella forma alla nostra arte.
La via è seminata di malintesi, di uno dei quali voglio parlare, di quello che ho riconosciuto fra i peggiori: l’abitudine a equivocare sul “come” e il “che cosa” nell’arte, con particolare astuzia, il che implica come prima e peggiore cosa che si può parlare in genere d’arte dove manca il “come”, la qualità. Questo dicono riguarda per lo più o dilettanti, giacché gli artisti conoscono solo il “che cosa”, il contenuto. La forma è il loro talento intuitivo, il pegno biblico.
 
78
In luogo della legge naturale quale mezzo artistico poniamo oggi il problema religioso del nuovo contenuto. L’arte della nostra epoca avrà senza dubbio profonde analogie con l’arte dei tempi lontani, primitivi, senza però quel formalistico accostamento ad essi, al quale oggi alcuni arcaisti assurdamente aspirano. In modo altrettanto sicuro seguirà al nostro tempo un’altra epoca di fredda maturità, che ripristinerà formali leggi artistiche (tradizionali).
 
82
Vidi l’immagine che si perde negli occhi dell’uccello acquatico quando esso si tuffa, i mille anelli che circondano ogni piccola vita, l’azzurro del cielo bisbigliante che il lago beve, la deliziosa emersione in un altro luogo... riconoscete, amici, che cosa sono i quadri: l’emergere in un altro luogo...
Traduzione di Margherita Stein 
 
 
 
                                    

CDS

"Margherita Stein cavallerizza azzurra", Monaco 1979