:: Margherita Stein: Cornice alla traduzione di Lenz di Georg Büchner. A Claudio Di Scalzo.


"Lenz di Buchner nella giusta messa a fuoco traduttrice mossa a tradurre per gioco"
1978, CDS

 



(Ottobre 2022) - Me ne fai richiesta Claudio e sbrigo la faccenda. Così.

Ho tradotto (e per tradurre bisogna conoscere la lingua con la quale traduci: sennò cilecca, si fa stecca; potevi dirlo, in rima, alla ROBERT FORD traduttrice che t’à pistolettato con scarsa mira scarso lessico, il 9 gennaio 2017, ma favorito il ritorno dell’amata immortale musicista!, senza farla più lunga d’un funaio, uso tua battuta vernacol-vecchianese da cascinale,) LENZ di Georg Büchner, per l’annuario Tellus 27, 2006. Quando t’incaponivi nell’utopia, un po’ “frescona” la battezzai subito, di nuova-frontiera-libertaria-web e carta stampata piccola editoria. Finita maluccio, ancora, va avanti dal 1978, quando ti conobbi l’andazzo tuo pazzo, adatto se scrivo dell’infelice poeta dello Sturm und Drang e di chi ne calcò la biografia. Sul “Calco” mi sovviene una tua battuta che annotai all’epoca. Il capolavoro di Büchner sta nel volume titolato “Dalla Torre Pendente alle Alpi. Viaggi e altri viaggi”. In copertina L'Immortale amata di Fabio Nardi, Karoline Knabberchen (1959-1984). Dopo l'elvetica arriverà la veneziana ma lei stabilmente viva! Curioso che Antonio Tabucchi, tuo amico, anni dopo, ti abbia “fuffignato” il titolo per una sua raccolta di prose viaggianti.


 


cds, 2006



 

In questo volume Tellus, dove sembra mi sia “allargata parecchio”, come leggi, rigo dopo rigo, sono ancora mezza lucchese e mezza monacense, nell’espressione vernacol-tedesca, a mia firma traducente anche Hesse Xavier De Maistre Baudelaire Mallarmé Coleridge Hoelderlin Hofmannsthal.

Nel 2006 mi scrivesti l’elettronica “bica fulminante aforistica”, sul mio lavoro di traduttrice alle prese con due vite matte e disperatissime, Lenz/Büchner, che recitava: “La traduzione sopra biografica vita o è profondo calco o è borotalco sulla spiga”.

C’era la tua fissa per le rime. L’andamento umoristico. Pure la presa in giro. E la seria asserzione d’un metodo da seguire.

Ho sempre pensato che tutto il tuo sforzo critico ermeneutico fico, gioco di rimette, sta molto qui. L’hai sempre “gioato” con le amanti più avanti di te sul piano dell’interpretazione. Sempre per scherzare in rima: indichi come salire sull’albero ermeneutico ma tu non ci monti: perché per te il “rappo è di fio” e si spezza. E se cogli il fio a te resta "pallone". Non matura. Ciò spetta a chi ha mestiere solido che usa la scala per cogliere frutti.

Pertanto meditai che scrivendo traducendo di Lenz-Büchner, su tua indicazione aforistica, dovevo calcare due impronte per farne una, stessa maschera; oppure fiore poetico Lenz/Buchner in plastica concreta apparizione ed io traduttrice sfocata in atto di scomparsa (da queste suggestioni ricavasti due foto che ritengo memorabili anche per i titoli che ci mettesti, te le spedisco) e potevo riuscirci se a lato avevo la mia scala di "pensieri" sulla questione.

Essi ti faccio leggere. Numerati. Sedici anni dopo. E, non me ne importa, un fico secco, di cosa ne farai. Ma se leggi assieme alla tua fiamma due volte, stando alle date divulgate nel 2009 e 2017, nel tuo cuore fio pòo maturo, la bella e giovine per la tua età a paragone, ‘Ardellina, capirà “quarcosa su ‘osa ancor ci lega” e che a volte non trova posa, perché sono nella tua vita e tu nella mia. Anche se l’arco era di fico e con esso freccia non si scocca di relazione che centra l’unione stabile!

Ecco cosa scrissi stando sui Vosgi, preda di matteria più ferente della tua, con Lenz. Che mi sembra averli scritti oggi. Sia ciò Lenza e rivelazione che a te Margherita ancora pensa. Sulle rime idiote o meno sono brava più di te, ma ti concedo a pari! E pure di “impastare” la mia prosa con tue aggiunte. Sarà come se ancora mi mettessi dita tra le cosce. Ora grinzose e pensate, da me, lisce da diciottenne trentenne quarantenne anche cinquantenne come l’hai assaggiate. Tu che sei casto come mulo che porta malvolentieri il basto. Rivelaglielo alla Sara Cardellino, tanto lo sa già quanto sei bugiardo!

Vivi nel bene pisanaccio. Tua Margherita



MARGHERITA STEIN

CORNICE ALLA TRADUZIONE DI LENZ DI GEORG BÜCHNER


 


"Margherita Stein traduce Lenz di Buchner
con la folle polvere del tempo".
 1978, CDS


 

IO che sono atea, leggendo la folle paura di Lenz di morire rimanendo eternamente folle sofferente nell'al di là, penso che l’italiano e lo abito da lucchese - padre nato vicino al Serchio presso Montuolo ove passò Barbarossa - e il tedesco da nata a Monaco, da madre tedesca, che passo dal paesello turrito a coda di rondine innamorandosi di chi parlando si mangia le “r” in quella tèra (pure a me è accaduto con te!! portandoti in casa patrizia a Nozzano Castello poco distante, da Montuolo; più in altre dimore con giardiniere nella piana attorno alle Mura. Stravagante, nevvero?, che il bolscevico abbia avuto amanti e moglie ricche e benestanti a sopportare i tuoi guai tanti!)… è una delle rare lingue nella quale IO è incluso DIO e che questo Dio potrebbe essere feroce verso l’impasto delle sue terresti copie: follia da vivi in terra… follia eterna nei cieli. Con relativa sofferenza infinita qui e là. Ma Büchner che narra la vicenda del poeta preromantico non allestisce una camera degli specchi dove qualsiasi mossa faccia si autocalca nell’immagine biografica di Lenz che lo veste da capo a piedi nel presente? Follia compresa!? In questo caso il Dio feroce protestante con una fava di male ne fa soffrire due, di piccioni poeti!

Da questa esaltata, mia, folle, ermeneutica, discende tutto il resto mentre traduco e come bruco foro la doppia polpa delle due biografie con solo nocciolo. Se esso lo piantassi fino a rendermi pianta di me tra i sassi vedrei il Dio che mi giostra?

 

CONTINUA…