MUSICA PER IL VOLTO DI TRAKL A SERA
CLAUDIO DI SCALZO
Piove simbolismo sul viso butterato di Trakl. Sulla fronte il narcisismo, sugli occhi lo specchio, lo stagno nel naso, il linguaggio sacrale sulle labbra, ed Elis ed Helian mitologemi in coppia sulle orecchie. Simbolismo che scorre via, muco, flusso, parapiglia di futuro espressionismo.
Tre raccolte e l’inedito versicolato tra schegge di guerra: Gedichte, Poesie, 1913. Sebastian im Traum, Sebastiano nel sogno, 1915; e la sfilza di 14 poesie sulla rivista “Der Brebnner”, 1914-’15. Storia poetica dove i nessi sintattici s’alzano in volo come storni, altri staccano simili a lepri che linea retta non hanno. Tensione. Radicalismo tecnico per circolare strazio dolorante.
Poeta unico che si stacca dall’album della storia letteraria per scavarsi sua buca dove picchia l’obice dell’immagine. Paratassi holderliniana che gli sguscia tra le dita e poi sulla pagina da calmierare con decotti temporali per nuova gerarchia d’imperi narranti la vicenda. In fabula stesa e trama a tagliare suoni.
Musica a Mirabell, ad esempio. La “sonata” martelletta (imbelletta anche piano piano...) giugno agli sgoccioli, sublime nella marginalità che prolunga l’acustica nei sensi del soggetto. Poeticamante. Dalla sera alla notte, da un mese all’altro. Frantumazione. (da "Il saggista dilettante in clinica")