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:: Sandro Ivo Bartoli a Piano City Milano - Tic Tac Tic e Ravel
16 Maggio 2014

 

 

Sandro Ivo Bartoli

TIC TAC TIC E RAVEL

(con ricordo del mio maestro Shura Cherkassky)

 

Tic tac tic tac tic tac... 

No, non è un rubinetto che perde in una notte afosa di luglio, e non è nemmeno una sveglia all’antica, di quelle a molla. E’ l’accompagnamento ad una delle melodie più belle scritte per il pianoforte, il mio strumento: la Pavane pour une infante défunte di Ravel. Sono settimane che mi tormenta, più o meno come avrebbe fatto la goccia d’acqua in una notte afosa di luglio o la sveglia all’antica: senza tregua. Ho scelto di "imparare" questa musica per un concerto a Milano; la Pavane occuperà il posto centrale del recital, sarà il perno sul quale rivolverà l’edificio musicale che cercherò di erigere, in compagnia di lavori ben più imponenti e difficili. Eppure, le mie notti son diventate insonni proprio per questa musica eterea. 

Tic tac tic tac tic tac... 

Maurice Ravel la scrisse quasi di soppiatto, ancora studente al conservatorio, e la dedicò alla sua benefattrice, la Principessa di Polignac. Qualche tempo dopo, il pianista Ricardo Viñes la inserì in repertorio, e il resto è storia: la Pavane divenne popolarissima, e aprì a Ravel le porte dell’Olimpo musicale. La eseguiva anche il mio maestro Shura Cherkassky, raggiungendo e superando i pinnacoli più alti della “bellezza”: un suono radioso, vellutato, che faceva da contorno ad un “cantare” pianistico rimasto, ohimé, insuperato. E Shura non c’è più.    

Tic tac tic tac tic tac...

I problemi, in questa musica, abbondano. Ravel, l’enigmatico Ravel, disse ad un suo studente di non cercare troppi significati nel titolo: gli piaceva e basta, ma non aveva nulla a che vedere con la musica. In un'altra occasione, invece, riferì il contrario: questa era l’evocazione di una Pavana che una piccola principessa avrebbe potuto danzare alla corte spagnola. Senza dubbio, nelle sue esecuzioni della versione orchestrale del pezzo Ravel, l’enigmatico Ravel, sceglieva tempi lentissimi; ma al pianista Charles Oulmont, che si era evidentemente adeguato, fece notare che il suo pezzo era una “Pavana per una principessa morta”, non una “Pavana morta per una principessa”. Ravel l’enigmatico, poi, finì vittima della “sindrome del bischero”, patologia di mia invenzione che si manifesta quando l’autore di un capolavoro ne rinnega i meriti. Disse che la sua Pavane era di forma scadente, e troppo influenzata dalla musica di Chabrier. Bischero, appunto.

Tic tac tic tac tic tac...

C’è poi la questione dell’infanta. Chi è? Impossibile stabilirlo, è ovvio, ma i numerosi ritratti che Diego Velazquez ci ha lasciato dell’Infanta Margarita Teresa d’Austria s’impongono con prepotenza all’immaginazione. Il più suggestivo è in Las Meninas: l’imperatrice, bambina, colle gote paffute e addobbata con una veste immensa nella sua fastosità, guarda nel nulla con occhi smarriti e pieni di tristezza. Chissà, forse un presagio della precoce morte, a ventun’anni, dopo un aborto spontaneo? Mistero. Di certo, la Pavane è uno di quei pezzi pervasi da una tristezza inconsolabile, che neanche le impennate sonore che ne punteggiano l’incedere maestoso riescono a infrangere. La melodia, questa entità essenziale che gioca a nascondino con le nostre orecchie, è di una tale bellezza da intimidire l’interprete: c’è il rischio di rovinarla, suonandola male, con l’accompagnamento troppo prominente... forse sarebbe meglio lasciar perdere...

Tic tac tic tac tic tac...


 

 

NOTICINA CON INVITO

Titolo originale: Pavane pour une infante défunte.

Composizione: 1899.

Dedica: Madame la Princesse Edmond de Polignac.

Prima edizione: E. Demets, Paris, 1899.

Prima esecuzione pubblica: Parigi, 5 aprile 1902 (pianista Ricardo Viñes).

Versione orchestrale: 1910 (Ravel)

Prima esecuzione pubblica: Londra, Promenade Concerts (direttore Sir Henry Wood

 

Caro Claudio detto Accio,… parlando di dischi... il 31 maggio presento (a Palazzo Blu, a Pisa) l'integrale delle trascrizioni Bach-Busoni, da me incise per la Brilliant Classics... ti aspetto nella nostra città – Tuo Sandro

 

  


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