:: Claudio Di Scalzo: San Valentino di Capitano e Tamburino

 
 
Capitano e Tamburino a Pisa in cinemascope - Pisa 14 febbraio 2013
 
 
 
SAN VALENTINO DI CAPITANO E TAMBURINO A PISA
 
Il capitano napoleonico Acciò Scalney con il tamburino Claire Catapainel a Pisa, sul Ponte di mezzo, il 14 febbraio 1813 in un fotogramma cinemascope. Della pellicola di Fabio Nardi: “Capitano e Tamburino” rimangono pochi fotogrammi. Degli attori, dilettanti, che interpretano i personaggi napoleonici non conosciamo il nome.
Acciò Scalney, militare ardimentoso della Guardia e temibile spadaccino, e Claire Catapainel, non solo tamburino per eroismo romantico ma anche studiosa dei miti greci nel neoclassicismo imperiale, incolumi dopo la battaglia di Lipsia dell’ottobre 1813 seguiranno l’Imperatore all’Elba. Nei Cento giorni di Napoleone del capitano, promosso colonnello, dopo Lipsia, per l’eroismo nella sconfitta, si perdono le tracce; e così del Tamburino Claire Catapainel. Tamburina in abiti maschili. Non sappiamo se erano presenti a Waterloo. A Pisa, nel febbraio 1813, durante una sosta di alcuni giorni - poi avrebbero raggiunto Volterra - scrissero le “Massime di Capitano e Tamburino”.
 Chiara Catapano - Claudio Di Scalzo
 
 
 
 
 
 
MASSIME DI CAPITANO E TAMBURINO
(San Valentino a Pisa) 
 
1
La differenza tra l’amore per la battaglia e l’amore per la battaglia d’amore è che nella prima metti a rischio te stesso nella moltitudine con le regole del più forte mentre nella seconda metti a rischio ogni regola per scoprire che la battaglia vinta o persa pace non sopporta. Ed uno più forte, nel vero amore, non c’è mai.
 
2
Scivola dal baffo del Capitano il tam-tam che annuncia battaglia, dritto centra le mani del Tamburino: falange falangina falangetta si dan da fare nel rullo marziale, il suono attrae schiere di opposti schieramenti sulla linea che confonde il vivere e il morire.
Poi tutto tace, e quel che resta del tramestìo di corpi che strusciano nel ventre della guerra lo chiamano 'pace'.
Ma lo sa il Capitano e lo sa il Tamburino come il nome sia l'involucro dei sogni. Essi combattono per non sentire il peso dell'altrui sconfitte.
 
 
3
Il più integrale e coinvolgente senso del tempo in avventura immaginabile è quello dato dal suono del tamburo che il Tamburino  tiene stretto a sé. Il prima e il dopo rampolla dal battito del tamburo nella battaglia. Il Durante, il concatenamento, il racconto di esso, genera l’Amore e la sua confidenza dopo il pericolo. Il suono tace. Le labbra battono i petti stretti. Pisa a febbraio sembra una vittoria che per bandiera ha il tempo della serenità anche per due militari come noi. Un Capitano ignorante di poesia, un Tamburino poetico.
 
4
Il canto del giorno immerso nello stordimento della conquista, è l'amaro intendimento di sensi scesi a rimestare il sacro dentro le tombe. Il lumicino nelle cripte di memoria lo tiene acceso il Tamburino, affinché lo stendardo del Capitano frusti ora dopo ora il vento, nel camposanto dei caduti per amore. Schiumano le note nell'impasto che le produce; ondate s'abbattono sulla dura crosta che ricopre la sordità alla chiamata. Sono i colpi migliori, pensa il Capitano, vegliando il respiro di tamburo e Tamburino nella metafisica della guerra.