:: Claudio Di Scalzo: La Collana 14 febbraio. A Sara Cardellino l'ultima opera di Accio la prima salvifica. Wagner Ouverture Ti Amo


SARA CARDELLINO 





 

Claudio Di Scalzo

PREFAZIONE IN DUETTO ALLA COLLANA 14 FEBBRAIO

(L'Ultima opera di Accio la prima salvifica)


 

SARA CARDELLINO

A Venezia la Collana 14 Febbraio con i suoi grani me la posi sul collo e scatta il fermaglio. Atto struggente di cotanto amante. Composta di parola e suono la indosserò, stanotte, e nel tempo che viene. Come pegno d’amore che non avrà fine. Ogni musica che la collana custodisce ti porterò ad ascoltarla dal vivo. Dopo, a te abbracciata, in tutta nudità sol della collana vestita, ti parlerò di quanto ascoltato cesellando i miei accosto ai grani che oggi mi doni. Senza bisogno di scriverli. Sol fiato e profumo per il tuo petto. Sul quale poso la testa. Mentre sussurro che compleanno così mai l’ho avuto perché tu in questo modo mai l’hai scritto. La tua ultima opera prima del silenzio accoglie ogni forma e tempo e sacro a noi adatto. La Donna che visse due volte nel tuo cuore ora in esso custodisce la musica che la nutrì nutrendoti per due volte. Questo il nostro romanzo d’amore.


 

ACCIO

Ogni giorno dal 14 gennaio fino al 14 febbraio ho dipinto e scritto un grano per quella che chiamo “Collana 14 Febbraio” da donare a Sara Cardellino. Per San Valentino. Montati: filo, composto dalle parole con le quali accetta il dono, i grani accosti e il fermaglio, oggi a Venezia, poso questa collana sul suo collo.

La Collana è formata da compositori e opere adatte alla nostra biografia e vicenda d’amore. Ho scelto per rivelarne la bellezza e poi tragedia e poi ancora incanto la musica. Perché Sara Cardellino è musicista. La raggiungo così oltre parola e immagine che compiono per me l’ultima impresa. La più necessaria la più pura. L’unica salvifica.

Sono entrato con entusiasmo nei laboratori armonici dei maestri, ho tentato di portarne in luce i percorsi come guida al mio ascolto del Cuore Cardellino. Ho interpretato le forme complesse delle sinfonie delle ouverture come la forma sonata le danze i lieder. Quanto regge le composizioni, le celebri partiture, delle quali hanno scritto in modo non claudicante come me ben altri critici o studiosi, ho cercato di rivelarlo come linguaggio che canta suono che sussurra che grida che torna a danzare a vibrare per vicenda amorosa. Per una data che raccolga ogni emozione e fedeltà.

In questo mese, attraverso i maestri compositori e per come mi portavano al legame con Sara Cardellino, di quasi sei anni prima, la lunga separazione, il reincontro quand’ero in pericolo nella primavera di un anno fa (clikka: Sono in pericolo Sara. Ho bisogno di te), ho scoperto il Colore di questo legame. La creatività che esprime, che ha narrato e narra, e che terremo per noi due, come forma estrema di colore del tempo che muta e resta sempre uguale. In sintesi la poesia. Poesia a noi adatta. Che non necessita di pubblicazione per darci significazione di poeti che vivono l’emozione.

Questo scoperto colore se scompone alcune opere per rivelarne il senso costruttivo riunisce, miracolo dell’amore e del bene, le nostre biografie che traversarono la sofferenza per giungere all’unità. Questo colore è anche Preghiera. Colore che si modella sulla libertà, di scelta, e di responsabilità che cresce sull’etica. Perché noi due scempio spesso abbiamo subito e male. Anche se portato con la scusa dell’estetica. A volte noi stessi, noi due, in altri tempi, ce lo siamo scambiato. Il colore per come nella Collana si modella, ci libera, perché vive come le relazioni tonali, forti e insieme linguaggio dell’ispirazione sorgiva, rivelazione dei grandi abbracci e dei minuti tocchi.

Colore che appare in certi giorni rarefatto e struggente, come nei pezzi per pianoforte, culla di dolcezza per i bambini che fummo per le mani che questa culla da grandi ancora muoviamo nel ricordo. Colore. Come nei brani per fiati, che si smaterializza nelle notti consegnando il suo timbro emotivo all’alba: sulla Laguna sulla Marina di Vecchiano. Colore ardimentoso come nei legni. Sara Cardellino lo è e pure io, Accio, lo sono. L’ardimento cerca con la musica radure espressive, anche umorali, nelle colline di Fiesole in quelle dei Colli Euganei. Colore per le friabili danze dell’acqua sul Lago Puccini a Torre del Lago. Colore semplice e insieme inesausto per capire il melodramma. Quanto vivemmo quanto viviamo. Senza bisogno d’alcuna vicenda estetica a narrare quanto è liquido come bacio come lacrima come acqua di fonte. Per questo compito di custodia bastano gli interstizi dei maestri compositori. Il loro suono dinamico e immaginoso. Ad essi, Sara Cardellino e Accio, consegnano con la collana ogni ventaglio e sfumatura dell’amore che li riguarda. Non c’è bisogno d’altro né delle nostre parole o immagini in pittura o fotografia. Già il mondo ne è abbastanza saturo.

Questa Collana va dal cuore del suono al cuore di Sara Cardellino. Voglia Iddio proteggere chi la riceve e me che sul battito la poso. Senza di esso non esisterei. Né come orefice né come uomo felice che un tempo fu monello sull’argine del fiume Serchio e già allora sognava una compagna Cardellina. Glielo suggeriva la musica del vento e il colore azzurro verso la marina. Grazie a Sara mi è stato concesso, oggi, a Venezia, di ricevere il sorriso di quell’Accio lontano mentre corre libero. Lui è il vero poeta e credo l’autore di questo incanto. Che appare perché in questo momento il Cardellino mi stringe a sé.


 


Venezia 14 febbraio 2018
a Sara Cardellino da Accio
Pittura fresca
Passione Arlecchinesca
Bacio in cornice fiabesca
(la luna è ariostesca)


 

 

INDICE

COLLANA 14 FEBBRAIO per SARA CARDELLINO
 

(GRANI) 1-Chopin: Fantasia in fa minore op. 49; 2-Johann Georg Pisandel: Violin Concerto in D Major, Jian Dismas Zelenka: Hipocondrie à 7 concertanti in A Major ZWV 187; 3-Beethoven: Sonata n. 8 in do minore op. 13 “Patetica”; 4-Beethoven: Sonata per pianoforte n. 14 in do diesis minore, op. 27 n. 2 "Al chiaro di luna"; 5-Beethoven: “Appassionata”. Sonata n. 23 in Fa minore op. 57; 6-Liszt: La Campanella; 7-Chopin: Primi due Preludi; 8-Chopin: Preludio n. 15 “La goccia”; 9-Weber: Sonata n. 3 in Re minore op. 49; 10-Chopin: Preludio n. 23 in Fa maggiore. Preludio n. 24 in Re minore; 11-Mozart: Serenata n. 6 in Re maggiore k. 239 “Serenata notturna”; 12-Debussy: Pour le piano; 13-Chopin: Ballata in La bemolle maggiore op. 47; 14-Chopin: Polacca “Nostalgica” in Mi bemolle minore op. 26 n. 2; 15-Bach: Organo, Pater Noster”. Il corale Bmw 682; 16-Poulenc: Toccata-Concerto campestre; 17-Haydn: Concerto per organo in Do maggiore; 18-Schumann: Studi sinfonici per pianoforte; 19-Puccini: Tosca, “Lucevan le stelle”; 20-Beethoven: Trio per archi e pianoforte n. 7 in si bemolle maggiore op. 97 "L’Arciduca”; 21-Beethoven: 12 variazioni su un tema di Haendel per violoncello e pianoforte; 22-Strawinsky: Petrouchka; 23-Schumann: Sinfonia n. 1 “Primavera”; 24-Schumann: Kinderszenen-Scene infantili; 25-Schumann: Dichterliebe-Amor di poeta; 26-Schumann: Liederkreis op. 39; 27-Berlioz: Carnevale romano; 28-Wagner: L’Olandese Volante Ouverture; 29-Mendelssohn: Ottetto per archi op. 20; 30-Schumann: Waldzenen – 9 pezzi per pianoforte op. 82; 31-Brahms: Variazioni su di un tema di Paganini op. 35; (FERMAGLIO) Schumann: Carnaval: scènes mignonnes sur quatre notes per pianoforte, op. 9



 






 

GRANO 29 COLLANA 14 FEBBRAIO PER SARA CARDELLINO

WAGNER 
L’OLANDESE VOLANTE OUVERTURE

 

Sulla Collana 14 Febbraio, un grano, il ventottesimo, spetta a Wagner. Al Wagner de L’Olandese Volante. All’Ouverture. Io giungo a te, marinaio maledetto, in cerca di redenzione, in questo febbraio, e accetto di morire nell’amore tuo assoluto come autore. Soltanto così l’uomo che sono diventato può vivere con Senta che sei diventata. Cardellino Senta.

Nella nostra separazione, di sei anni fa, tu, Sara, lacrimando, a Venezia, mi leggesti un passo dal “Discorso amoroso” di Roland Barthes. E proprio quello relativo a Wagner e al vascello fantasma dell’Olandese Volante.

(Wagner) Il vagamento amoroso ha dei lati surreali: sembra un balletto più o meno agile a seconda della velocità del soggetto infedele; ma è anche un’opera. L’Olandese maledetto è condannato a errare sui mari fino a quando non avrà trovato una donna la cui fedeltà sia eterna. Io sono questo Olandese Volante; non posso impedirmi di errare (di amare) a causa di un marchio che, nei tempi remoti della mia infanzia, mi ha destinato al dio Immaginario infliggendomi una turba di parola che mi porta a dire “Ti amo” di tappa in tappa, fino a che qualcun altro raccolga questa parola e me la restituisca; ma nessuno può far sua la risposta impossibile (di una completezza insopportabile), e così il vagamento continua.

Mi dicevi che questa “completezza insopportabile” tu non l’avresti pronunciata più perché il mio mancato affrancamento da una vita maledetta dall’estetica non c’era stato. Avrei continuato così a vagare inutilmente e follemente sul web con il mio veliero che si chiamava: Olandese Volante. E dal quale tu a metà del 2011 scendevi. Lasciandomi solo.

Navigazione separata da te durata cinque anni  e cinque mesi.

Ma nella Domenica delle Palme di un anno fa, tu sei giunta a salvarmi, perché stavo morendo solo verso un abisso di dolore nella colpa e nell’errore che sembravano irredimibili. Sei tornata, sei diventata Senta Cardellino. Hai raccolto il mio “Ti Amo” accostandoci la tua parola che non solo reggeva la mia ma la perfezionava nel sacro e nel bene. Tutto ciò rendeva e rende il Veliero maledetto, L’Olandese Volante, ormai adatto a scomparire. A inabissarsi però guidato dalla nostra gioia e amore.

Wagner apprende la leggenda dell’Olandese Volante dai marinai norvegesi nell’estete del 1839. Nella sviluppare per il teatro tale dramma piega la trama nella sua fantasia e ci trasfonde sentimenti estremi. Il navigatore maledetto sul veliero fantasma intanto è una creatura umana e cerca la salvezza dai suoi peccati. Ciò potrà accadere se trova chi lo amerà con dedizione assoluta lo stesso suo sentimento di amore.

 




Amore che compenetrandosi trova la sua realizzazione nella trascendenza. Così l’Olandese e Senta risorgono dalla morte.

Wagner astutamente riversa nel dramma del suo teatro musicale il mito di Ulisse e quello dell’Ebreo Errante, ed il suo Olandese cerca esclusivamente la morte che deve avvenire attraverso l’amore per diventare con chi ama altro da sé e in coppia. La donna che cerca L’Olandese non è certo qualcuna simile a Penelope. Wagner la tratteggia efficacemente: “La donna in tutto donna, che non ancora esiste, la donna desiderata, presentita, infinitamente femminile, in una parola, la donna dell’avvenire”

Wagner viene catturato dall’idea di arditezza punita con la condanna eterna al viaggio. Perché lui è un artista ardito. Perché ritiene l’arditezza come avanguardia non solo della sua personale estetica e vita bensì del suo stesso popolo.

Ho scritto e disegnato tanto mai per me singolo pur essendo stato tanto solo. Ma per quanto ritenevo popolo adatto al comunismo dei segni.

Quest’opera Sara per me è centrale nella tua collana ma anche nella mia esistenza. Sono stato un autore on line per trovare Senta. Se ho peccato in arditezza estetica e morale l’ho fatto per amore. Per come intendevo e intendo l’amore. Che deve essere per sempre: non scadere come il latte. O ridotto a passaggio, tappa, frammento d’esperienza, che poi in realtà è la vittoria di Eraclito del tutto scorre. L’Olandese che fui teneva in cuore Parmenide e il Cristo.

Su questi elementi ci narriamo la ballata di Sara Senta e dell’Olandese redento.