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C'era una volta la Poesia

:: Vautier/Tellusfolio Scalzo Tič
09 Febbraio 2014

 

 

Claudio Di Scalzo

 DA BEN VAUTIER A TELLUSFOLIO SCALZO TIÈ

Sulla Rete trovo spesso eccellenti pubblicazioni d’impianto sociologico, e anche antropologico direi, sul mercato editoriale in Italia. Addirittura riflessioni sulla Teoria economica della “Coda corta” per cui conviene di più ad un editore, e ancor più converrà in futuro, pubblicare e-book letti da poche persone, parenti e amici di chi li firma, perché son quasi gratis per l'editore non avendo spese di locali e scaffali e magazzino; gravoso invece è, e spesso senza profitto, stampare libri cartacei che al massimo stan esposti una settimana. In ogni caso quanto raggranellato dagli “schiavi della fama liquida” (che poi hanno una loro classifica on line specchietto per le allodole che rimbalza ovunque catturando altre tortore poetico-letterarie-filosofiche fasulle) serve a pagare gli scrittori di best seller o presunti tali: sia italici o soprattutto esteri. Che han agenti letterari feroci e avidissimi come i procuratori delle star del calcio o della pornografia o del cinema ecc. PERTANTO qui, usando lo schema BEN VAUTIER, che risale utopisticamente al ’68 e dintorni, ah L’ARTE E I SUOI DINTORNI!, col mio TELLUSFOLIO SCALZO TIÈ… racconto la mia analisi un po’ marxiana un po’ marziana un po' swiftiana un po’ illusiana e così via.

 

 

Mi sento di dire... a chi scrive, e sono milioni in Italia, a vario titolo e ideologia e psicologia e nevrastenia, anche a braccetto con la Zia Ambizione sfrenata che la grammatica rende dimenticata... che esiste un "Canone", che sarebbe duopo consultarlo, e, stando, da sempre, come lettore e allievo, senza alcun occidentalismo da bianco (ma perché le letteratura oltre-europa poco conosco a parte l'americana molto europea) tra Dublino e Jasnaja Poljana o tra Clerville e Trieste/Messina... ricordo agli astanti: che i Manzoni, i Tolstoj, i Rimbaud, i Joyce, gli Svevo i Verga i Kafka i Musil i Broch... stettero decenni in silenzio a lavorare artigianalmente lor romanzi e libri e spesso smettendo il mestiere per poi riprenderlo e così via. Spesso i loro romanzi e opere son state risposte al mercato dell'editoria capitalistica (ed alle ideologie/prassi "apparse") che stava cambiando. Intanto i libri leggerli e poi scriverli e se una pagina di maestri "ti dice" che sei una schiappa o smettere o silenzio. E neppure l'e-book concedersi perché sempre sarebbe vizio deficiente. Senza assoluzione! Poi, lo sussurro, il Comunismo, (certo non quello reale dell'Est) aveva una sua proposta per liberarci dall'alienazione e dal feticismo anche, e soprattutto in materia di creatività e cultura... perché non ripassarne l'utopia possibile... però ci si può anche accontentare del comunismo-web-facebook-e.book realizzato dal Capitalismo (o capitacomunismo?) coda furba o corta o lunga che sia! E qui i cosiddetti partiti "comunisti", i personaggi "rivoluzionari" dovrebbero fare proposte oltre l'orizzonte da me accennato: però non mi sembra che i Padellaro, i Flores D'Arcais, i Cammilleri, le Mannoia e compagnia cantante si pongano questo problemino... stan bene con il capitalismo di Repubblica/l'Espresso/Feltrinelli... e allora personalmente, anche se pescano il compagno greco per le Europee per me non son credibili oppure utili al cambiamento che sol mi verrebbe di sostenere oltre queste mie TELLUSfoliose postazioni-posizioni.

 


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