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Santissimo

:: Claudio Di Scalzo: Santissimo catenato + sabbiato
06 Novembre 2014

 
Santissimo - Tavola cds



 

Claudio Di Scalzo

SANTISSIMO CATENATO + SABBIATO
(ovvero pagina di diario deserta come il Sahara)

 

Almo Diario, deserto del mio IO-Santificato nella sete e nella fame (molto di gnocca) sempre attento a quello che compare sulla punta dei nervi - oltretutto e IL TUTTO - estivi, mi chiedo, dove siano finite le mie quattro zampe (cammino carponi nel Deserto-Diario) quanto a tracce perché qualcuno venga  a salvarmi.

Scapestrato apprendista che gioca con la creta avanzata dalle ultime masturbazioni (e nel Deserto-Diario attirano formiche rosse) mi tengo appresso il laboratorio di creazioni “nuovide” (tipo quelle sui cessi delle stazioni, una V per la fica e una mezza O per il culo), specie di statuette ricavate a colpi di coltellino e sgorbietta sull’animo sudato.

Ho un paio di fan (in qualche oasi di questo desertificato presente) a cui ho regalato pagine stampate a colori delle mie avventure. Sono comparso nella loro posta senza accennare nulla, senza affermare che ero io - IL SANTISSIMO - a mandar loro scritti (con dedica osannante l’anonimato e i vantaggi della copula con giovane uomo misterioso come me!) con breve dedica. Scaltre han capito subitamente che io mittente in santità erotica alla De Sade ero un pericolo (anche per il clima. Come sarebbe vissuto uno abituato al deserto in foderate casette brianzole con moquette?), e mi chiesero di non importunarle, di non soffrire per lei, CAPELLONA del Lago. (Ho anch’io una impossibile bella imprendibile e non sono un Merlino mago bensì un disperso nel Deserto citato). Anche la Capellona, ricevuta la mia S-letteratura mi chiese di non sparire, poiché son io la sua valvola di sfogo, con me si sente al sicuro quando necessario... peccato che sia necessario talmente di rado che ormai posso scandirne le stagioni. E da queste dune anche se grido il suo nome non mi sente e il nome s’affloscia prima di Como e delle relative ripe cilestri.

 

 

 

Che periodo è?
Cosa succede in città? (mi chiedo intontito dal solleone che m’incatena fronte e movimenti glandistici)

Meglio rientri da quest'immensità dove anche i cammelli mi pestano i calli.

Mi confesso allo specchio del corridoio che nelle oasi acqua non ce n'era di riflettente.

 

 

 

 

Orbene, sono in ferie da tre settimane-puah..., sto cercando di studiare e intanto lavoro, (accudire gli stolidi cammelli mentre defecano sarebbe meno noioso) e mi sono ritrovato senza più alcuna compagnia.

Tutti in Riviera, tutti in Croazia o in Erasmus o in Socrates. Dunque, eccomi ridotto a un leggero sfrigolio, a un tarantolare lieve sotto il leggero lenzuolo, che mi fa sovvenir de' pensieri melanconici. Meglio le notti con la schiena sulla sabbia e raggomitolato in una pulciosa tenda nel Deserto-Diario!? Possibile.

Mi chiedo ordunque se il fulmine è un grido, se il tuono è un pugno nello stomaco che taglia il fiato e fa accasciare dai crampi... se questa è la sincerità poetica, l'autentico della Natura,... può un mio gorgheggio sul terrazzo verso l’universo essere (trasposizione, contrappasso, raccolta punti o checché) altrettanto sconvolgente che gridarlo verso il cielo stellato d'una qualsiasi Tunisia diaristica?

Il nulla, il grigio, il mediocre, tutto quello che ora non voglio essere ed avere me lo ritrovo a gonfiar lenzuola ricamate e comodino con abat-jour velante lampadina bruciata. La probabilità che sia un nichilista pazzo c'è, indubbiamente, ma in quale emerito sistema umano un povero stronzo come me deve ritrovarsi ciclicamente a calpestare antichi umori, collosi pensieri, e catramose sensazioni che sanno anche un po' di persecuzione  verso il proprio IO-bruciacciato da climi ipertroficamente dilatati nell’abbandono? Tutto ciò non sarà per caso  perverso?, se mi viene concessa l'analogia.

C'è del Marcio, qui dentro, nel corridoio Dann’attese e non danese intendo!, c'è qualcosa che rimanda alla putredine, anche nel Deserto-Diario dov’ero un minuto fa, e cento giorni addietro,… una Cloaca Maxima di ricordi che fermentano e che fioriscono, e mi fanno venir pensieri ventosi che poi la tenda non posso alzarla in salotto. Questi pensieri non sono facili da ragionarci sopra (son sentimenti, alle viscere non si comanda) e quindi dovrei sbilanciarmi in un consuntivo, lo faccio: Mondo 1 -  Santissimo 0 fisso.

Santissimo Dio Inchiostro (nella sabbia o tra i lenzuoli!)… ma possibile che non abbia modo di avere almeno (personalmente-contestualmente con la confessione all’aperto o al chiuso) le idee chiare?

 

 

Prodighi lettori dell’Olandese Volante ad inizio settembre, regalatemi due minuti della vostra vita aulica e disordinata (avete copiato da me, siete delle merde), levatevi le dita dal naso e aiutatemi nell'affannosa ricerca di un tizio che si chiama IO-SANTISSIMO-SALVO.

“Con tutti i problemi che abbiamo dobbiamo aiutare te?... ma vaffanculo!”

SI ODE NEL DESERTO e nel CORRIDOIO e ora anche sopra un veliero con me sbucciato sul mar dei Sargassi senz’assi sulla tolda.

 

 

NOTA/CDS

Santissimo - 2007/2009 - è un giovin personaggio protagonista di un poema-racconto transmoderno virato nell'umorismo nerissimo e altre vicende ove le gote a volte ballano sarcasmo e altre lacrime irridenti. 


 


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