:: Santissimo - Di Scalzo: Lamento sopra una pinta di birra. |
Santissimo LAMENTO SOPRA UNA PINTA DI BIRRA Ave, magister folio web che m'ausculti scripti. Informo l’universo, anche femminile, sotto ai 25 anni con forme appropriate, che ho un'acidità di stomaco atta a digerire i chiodi se mi piacesse mangiucchiare l'acciaio. E polmoni molleggiati dalla nicotina. Mentre le unghie sono pappate e i capelli stanno per dirmi dove mettere il loro TFR. tra fumo, lacrime e nevischio. Intanto (mentre l’universo gira attorno a me e ai miei coglioni) parlotto con i più buoni amici, spurgo il circuito dell’amore eterno e sto per i benemeriti cavoli miei. non hanno sessanta minuti, possono averne al massimo una ventina se la ruota gira bene purché chiodata, ma dilatano il computo del tempo se la situazione è grippata. Olè una rima. E' una ridicola perifrasi per smorzicare una domanda senza risposta: chiedere quanto può essere mandato avanti il cacchio di nastro dei ricordi. un credente nell’amore incastonato per sempre (quasi rima) appassionato del suo idillio rotto a ramengo leggermente sfigato nello stil novo dantesco bacato (ah ah rimacchiotta fessacchiotta, da liceo) che fra le righe della sua vita ha messo gli stivali a coscia: per difendersi dal pantano della delusione.
Demolito e fiaccato dal nulla dei miei lamenti la vedo bigia. E finite le lacrime (più o meno anche da grande attore nella sua recita, sia chiaro, istrioneggio un pochetto) ho talmente pochi liquidi in corpo ormai, che se sbattuto fuori sotto un 18 berrò birra a quintali, per reidratare cornee e guance. mi firmo con corpo e tutto spirito (gommoso) Santissimo affranto.
NOTA I prosastici versi, del Santissimo, in forma di lamento, riprendendo la tradizione medievale (con rifrazioni amorose più o meno crudeli e disperatissime) e di rimbalzo i lamenti di un certo maledettismo decadente anche se Il Santissimo si lamenta non verso la luna come faceva Laforgue ma verso il vetro indifferente di una pinta di birra nomiandosi poeta da locande postmoderne. Santissimo - 2007/2009 - è un giovin personaggio protagonista di un poema-racconto transmoderno virato nell'umorismo nerissimo e altre vicende ove le gote a volte ballano sarcasmo e altre lacrime irridenti. (Claudio Di Scalzo)
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