:: Claudio Di Scalzo: Eroma di Vecchiano e Dayanti

 

 

 

Claudio Di Scalzo

 LETTERA SU COME NACQUE IN EROMA ALLAGATO L’INCONTRO CON DAYANTI

Sono capitato in India negli anni Ottanta. Se scrivessi, per darmi un tono maledetto, che a Calcutta giunsi da bravo nichilista contro ogni sistema politico, direi una bugia, anche se a Vecchiano il Barone di Münchausen sembra un dilettante; né vi presi alloggio in cerca di droghe assortite. Semplicemente  presi l’aereo, in un sogno assortito a menadito avendo l’Es impazzito  -  e mi paracadutai tra mucche sacre, treni scassati, pagode scheggiate, pipistrelli appesi ai rami simili a sacchetti della spazzatura! Ogni letterarietà la persi, però, nei bordelli. Dove trascorsi fisso la vacanza indiana. Conservo un ritrattino ricamato a pelle. Allora scrissi su di lei, Dayanti, con la penna; da sveglio lo feci  con la tastiera della Olivetti  e, su pagine elettroniche. M’informano che il Serchio è straripato a Ripafratta. Lì nessuno sa che il castello sul colle è quello di Ugolino della Gherardesca. M’informano che anche il Gange è straripato ricevendo le acque del fiume che passa di striscio fuori Lucca, ed allora forse sto ancora dormendo, perché mi sembra che la Lucchesia con l’India abbia poco a che fare. 

 

 

Al ricamo indiano scrissi ti amo

      Tatuaggio sensuale per Dayanti

 

Amoroso delirio nel vento – a Vecchiano sol provato – in india per Dayanti contento  – questo piacer s’è realizzato -

 

Mi ficco nel ricamo come cardellino – salto sulle poppe mimose – perverso bambino – scelgo le umide rose –

 

Dayanti negli esclamativi momenti – mi tiene lingua e denti – tutto me stesso va su e giù – morbidezza godo sempre più –

 

Ciglia sopra gota bella – levità d’amor grande – ognor in me si spande – l’indiana favella –

 

Dayanti dono soffuso dei monti – dove bagnasti il pube nel fiume – rendi i sensi pronti – in me senza costume –

 

Parlando occidentale e screziato – con Dayanti amato sole – anche luna di lato – son ammirato girasole –

 

Ricerco in Dayanti la sensuale via –  mi bacia e succhia ogni poesia –  chiedo s’è questa la porta – della saggezza ch’ogni tristezza rende morta –  

 

Dayanti mi tiene tra il mortale e il divino –  ogni gioco inventa un altro pianeta –  di fantasia che ruota novella lieta –  in amor scaglio faville come un camino –  

 

Dayanti ama carezzando piccole cose – mi prosciuga il cervello – pelle diventa limpido ruscello – che scorre sull’inibizioni sassose –

 

Sto sopra Dayanti come melodioso uccello – non cerco altri nidi né altre pose – voglio le sue selve silenziose – e cantar  il ripetuto stornello –

 

Del mio godimento sono l’architetto –  all’estero in totale combustione – ne ricavo l’esperta conclusione –  che senza Dayanti  son poveretto  –

 

Rondinella indiana ricamata sincera – non mostrarti dal nichilismo annichilita – di questo vecchianese che scordò la vita –

 

Il piacere d’amore in te impera – godiamoci questa vacanza infinita – il tempo estivo a viverla invita – non importa se a Vecchiano è bufera –   

 

Dayanti mi volgi leccando al bene –  ogni carezza rende immune dall’ospedale - della Colpa occidentale  –  che nel  ritorno portera le solite pene – 

  

FEBBRAIO 2009

 

 

NOTA

Eroma di Vecchiano è un personaggio eroicomico con slanci libertini che agisce in Val di Serchio

e altri lidi onirico-surreali