:: Accio: La Donna d'Aquileia Esserino si rivolge al suo fotografo - III


Accio: "La Donna d'Aquileia" III
"Ieri ad Aquileia la giornata si fe' seria"

Marzo 2011 

 

 

Accio
(a Sara Esserino)

LA DONNA D'AQUILEIA SI RIVOLGE AL SUO FOTOGRAFO

III e ultimo capitolo

 

Cerco stasi nel fluire

d’ogni mia immagine.

Vertigine a settembre

della libertà: con labbra schiuse

mute sovra ogni tecnico codice.

 

Vinca il niveo punta sul naso

vinca il ciuffo scuro dei capelli

la memoria che di me ebbi.

 

M’affido inerme al fotografo

nel digiuno dormire

nel fiorire delle scure pupille.

So che mi preserverà

da ogni minaccia

da ogni agguato

da chi mi sfiora

col senso d’un mondo assente.

 

Lui mi pone sotto il segno che interrompe

l’accavallarsi d’eventi pericolosi

col bacio intatto

senza guastare grano delle guance

segnate dal tempo.

 

Lui è il fotografo con cui mi sposo

nel contatto per custodire quanto dura

appena viene sera, buio, e rompo col reale

della seduzione più alta più fotografata.

 

Sospesa nell’immediatezza della fedeltà

poso la fronte accosto alle sue rughe

siamo visti dall’interprete

a cui tendiamo

da vivi battezzati.

 

Settembre ad Aquileia

dona a me ritratta

condizione di donna

nel precipitato destino

immobilità animata

dall’energia

che chiamo sacro.

 

Saremo salvi per questa foto ad Aquileia

per questo dialogo

che anche tu che guardi

ora conosci.