:: Minotauro Joyce Trieste. A Sara Esserino da Accio

CDS: "Il Minotauro gingilla la sua mela a Trieste", I - 6.4.2014

 

 

 

Accio

MINOTAURO JOYCE TRIESTE
(a Sara Esserino in ricordo del nostro viaggio nel marzo 2011)

 

1

Minotauro a Trieste

con la mela di città + linguaggio

concio Joyce per le feste

rivelando che bestialità e lignaggio

forman per me un labirinto

da cui librato intinto

salvo nell’april scherzoso esco

se Sarianna dice: questo me lo pesco

 

 

2

Il rapporto col mito greco, ovvero l’incompiuta occasione secolare cristiana di accostarlo alla croce, mi spinge a evocare un minotauro burlone che gingilla - stando nel labirinto triestino -  la mela di città e linguaggio e foglioline in duetto Svevo e Joyce. Una scemenza, scemenza azzardosa?, voler identificare il simbolico con segni di para-fumetto espressionistico, però il viaggiatore, io oggi a Trieste con Sara Esserino, questo rimedio da esperienze nel reale e nella letteratura. Pura o dura che sia. Le rimette facili per il caos del linguaggio, ancorché in suo lignaggio evocato, fan la figura dello stecchino da denti per la dentiera del Minotauro joyciano, pericoloso dietro il fumo irlandese del ponce in San Giusto, però il viaggio desublimato e desublimante transmoderno a questo pennello approda. Il rapporto con il trascendente, e transfondente nel transmoderno, se è il mito del Minotauro di Teseo e Arianna così come quello di un’interiorità protetta dal guscio della fede, metti la cristiana, posso spingerlo, lo faccio!, questo cumulo che alcuni chiamano IO nella sua antropologia storica, e Trieste ne ha di sedimenti, all’incontro con i vari ordinamenti emotivi e creativi in atto nella città del Molo Audace. Questo m’invento in viaggio - con Sara Esserino - per avere del tempo non fuga ma ruga dove ammansire, meglio accudire, la buccia della mela. Tanto la polpa l’han già mangiata altri e pure sputata e non so quando e non so dove.