:: Claudio Di Scalzo - Fabio Nardi: L'Uomo di Munch a Lucca con virgole con punti.

L'Uomo di Munch a Lucca - Foto Fabio Nardi

1 gennaio 2012 

 

 

Claudio Di Scalzo - Fabio Nardi

L’UOMO DI MUNCH A LUCCA

(con virgole cn punti)

(1 gennaio 2012)

 

Di spalle nelle vie di Lucca. Di lato alla fontana nella via dei Fossi. L’Uomo di Munch solitario cesellatore del marmo dell’acqua delle mani a zig zag che si cercano, ma anche delle spalle se combaciano l’una all’altra accoste, in pieno incubo elettronico cerca l’enigma eloquente, per immagine transmoderna, della letteratura per l’anno che verrà. Tiene in tasca tre carte che dà alla notte senza sapere quale sceglierà per giocarla. Carta-corpo, carta-spazio, carta-spett/attore. Intanto L’uomo di Munch in missione transmoderna polisensoriale (su se stesso su chi lo vede su chi lo legge) sta accosto alla fontana. Elemento alquanto decadente, clof cloft cloffete, della tradizione novecentesca, di più dell’Ottocento da Grand Tour, qui bevve Ruskin!, del Settecento più o meno neoclassico, oh la Lucca neoclassica, con le sue tombe aperte sul soggetto diventato sogno imperscrutabile della forma tarmita in ossa lucide! che attrazione!... e lo fotografano gente che va al veglione di Capodanno... ehi ragazzi me la scattate una foto qui? certo! un po’ strana la posa... ma c’è chi cerca spalle di carne chi di marmo! chi le lenticchie chi le lenticchie del melodramma esistenziale. L’Uomo di Munch... scommette che Transmoderno può diventare la Tradizione aristocratica affidata a ogni seconda vita su Internet. In spazi appositi, da sfogliare con gli occhi battenti palpebre interconnettive: proporre cicatrici orribili, urli, ferite, amputazioni e miele in meraviglioso fenomenologico, surmoderno, dove le “cose” fotografate, disegnate, scritte, passino i loro eterni minuti di celebrità usando le carte che la notte ha tra le mani, nel suo buio, di ogni futuro, nevvero!, non solo quello di questa simbolica notte lucchese, e che tradurrà nel come e quando e in rapporto a chi si fa arte per metterla da parte sul web! L’Uomo di Munch transmoderno, a volte, in questa notte favoleggia, d’essere l’Autocoscienza di certe pagine Web, un po’ come il pittore Munch con i suoi volti muti in primo piano e Lovecraft con i suoi incubi, lo sono stati del Decadentismo sempliciotto all’italiana o dei Pulps americani. Una certa dose di filosofia ci vuole per zampettare il transmoderno, intendiamoci. Qui si evoca il Buon Hegel. Ma girare per Lucca la fine dell’anno in attesa del fuoco d’artificio sulla Torre Guinigi può scomodare anche Husserl e Heidegger! – conturba la fenomenologia più furba che ci sia – basta non esagerare nella ricerca dei padri nobili, in filosofia come in letteratura e arte. Il marmo sul cappotto ghiaccia le scapole, la fontana è muta anche se scorga, Beuys sta nobile mummia in foto da museo, e Fluxus sul web è talmente ibrido con gli scoli d’ogni immaginario rivoltante nella banalità che ci si possono abbeverare tutti – il pueblo unido nel web mai sarà cancellido! – convinti che tra le ondine pixel passi ancora la saliva di Apollo e Dioniso.

 

L'Uomo di Munch 

sotto al Bastione di San Colombano

1 gennaio 2012 - Foto Fabio Nardi

 

L’uomo di Munch Transmoderno girotonda in piazza anfiteatro tra diverse età, sue, di chi lo conobbe, frequentò, e, ad ognuna, chiede il permesso, di rappresentarne, anche con un filino di paura e orrore, ridanciano però, su se stesso parecchio, la presa in epica notturna rimembranza: il mio corpo fruisci e sminuisci, dice; lo spazio all’arte paghi dazio; l’attore diventi spett-attore di se stesso muscolo lesso.